La Pace non si improvvisa: deve essere insegnata
“LA CULTURA SALVERA’ IL MONDO”
Progetto schematico di etica sociale e di pedagogia applicativa,
per le scuole di ogni ordine e grado,
al fine di educare specialmente le nuove generazioni
ai valori fondamentali della vita.
Progetto elaborato
da Franco Libero Manco,
presidente del Movimento Universalista
e dell’Associazione Vegan Animalista Onlus;
laureato in Architettura,
ex Dirigente nella Pubblica Amministrazione,
studioso di etica, pedagogia, filosofia,
antropologia morale, spiritualità, alimentazione vegan,
autore di vari volumi, Cavaliere e conferenziere.
Il seguente elaborato è composto da:
- Educare l’Umanità alla Pace
- Principi di Cultura Universalista
- Definizione di Etica Comportamentale
- Schema di Programma Scolastico
Prodotto e stampato in proprio a Roma
nell’anno 2017
Franco Libero Manco
Via Cesena 14 Roma 00182
francoliberomanco@faswebnet.it
www.associazionevegananimalista.it
Tel. 06 7022863 – 333 9633050
AL SIGNOR MINISTRO DELL’ISTRUZIONE
Signor Ministro, sono Franco Libero Manco, ho 68 anni e da molti dirigo il Centro di Cultura Universalista (www.universalismo.eu); sono presidente dell’Associazione Vegan Animalista (www.associazione-vegan-animalista); e da 40 anni sono vegano. Anche se laureato in Architettura, da sempre mi interesso di etica, pedagogia, filosofia, antropologia morale, spiritualità, alimentazione vegan, e su queste tematiche ho pubblicato vari volumi. Ex Dirigente nella Pubblica Amministrazione; impegnato a favore del Terzo Mondo ed in particolare per i malati di lebbra. Ho lottato contro la violenza, l’aborto, la tortura, la pena di morte e sono stato nominato Cavaliere dal presidente della Repubblica. Da molti anni tengo conferenze in varie città d’Italia. Con il patrocinio del Comune di Roma ho organizzato in Campidoglio alcuni importanti convegni. Giornali e riviste nel corso degli anni hanno pubblicato migliaia di miei articoli.
Tutta la mia ricerca è incentrata sulle motivazioni dei grandi problemi che da sempre attanagliano il genere umano (le ingiustizie, la violenza, le malattie, la fame, le guerre), ed è mia profonda convinzione che l’umanità non potrà liberarsi dai suoi grandi problemi finché non ci sarà la volontà politica di ogni Governo, di ogni Stato, di educare le popolazioni ai valori fondamentali della vita; che è la coscienza degli uomini a fare la storia; che a poco serve intervenire sui sistemi se prima non cambia il modo di pensare e la coscienza di coloro che li formulano e li gestiscono; che qualunque sistema (politico, economico, culturale ecc.) è inefficace a migliorare la condizione sociale se gli uomini restano ingiusti, disonesti, corruttibili; per contro qualunque sistema può essere il migliore se a gestirlo sono uomini leali, virtuosi, saggi, altruisti; che è inutile costruire “macchine” più robuste se l’automobilista non è in grado di guidare; che non è possibile un cambiamento migliorativo a livello personale e sociale se non cambia il modo di pensare e di sentire degli esseri umani.
Cercare il bene della società e non intervenire sulla coscienza dell’uomo tramite l’educazione e la cultura è come prendere ogni possibile precauzione contro gli infortuni automobilistici ma trascurare il fatto che l’uomo al volante non sia in grado di guidare. Per questo ritengo sia imprescindibile arrivare alla formulazione di un grande piano di riforma culturale, intervenire sul piano educativo affinché, specialmente le nuove generazioni, siano educate, fin dall’infanzia, al rispetto, alla giustizia, alla tolleranza, alla valorizzazione delle diversità culturali, morali, spirituali, attraverso la cultura del pensiero critico positivo e la responsabilità personale verso il destino comune.
A questo scopo ho elaborato il presente progetto “Educare l’Umanità alla Pace”, che spero sentitamente Lei voglia condividere, pur consapevole delle sue difficoltà attuative e che a priori può sembrare utopico. E anche se per la redazione dello stesso sono stati coinvolti psicologi, pedagoghi, filosofi, studiosi delle varie discipline, il Progetto è in parte incompleto nelle sue dettagliate e specifiche fasi attuative e ritengo determinante la Sua personale disponibilità per la sua completezza e la sua attuazione. Grazie per ciò che di storicamente benefico per l’intera società vorrà fare valorizzando questo impegnativo progetto. Con gratitudine. Franco Libero Manco
EDUCARE L’UMANITA’ ALLA PACE
PROGETTO PACE NEL MONDO
La PACE non si improvvisa: deve essere INSEGNATA
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L’indole comportamentale di un individuo, e quindi di popolo, deriva da contingenze socio-ambientali sempre condizionate da fattori genetici, ma modificabili con un opportuno stile di vita. Se l’indole di una persona, e quindi di un popolo, è malleabile, modificando le sue esigenze vitali se ne deduce che tramite l’educazione, l’azione informatrice e formatrice, è possibile inclinare l’individuo verso comportamenti positivi o negativi, verso la durezza o la sensibilità del cuore, verso la propensione al contrasto o all’intesa. Ma limitarsi a parlare di pace, di amore o di giustizia non si raggiunge alcun risultato: non muta l’indole dell’individuo e se non si tramuta in una azione formativa, costante e persuasiva.
L’animo umano è terreno fertilissimo su cui può germogliare qualunque seme gettato. Se un popolo è educato all’odio, alla violenza, al disprezzo dell’altro, alla legge del forte sul debole, al fine che giustifica i mezzi quel popolo inevitabilmente sarà incline all’odio, alla violenza, al disprezzo dell’altro, alla legge del forte sul debole, al fine che giustifica i mezzi. Ma se un popolo viene EDUCATO alla concordia, alla pace, alla condivisione delle necessità vitali dell’altro e ai valori fondamentali della Vita, al rispetto e alla valorizzazione delle diversità, al dialogo non alla forza, alle virtù morali non al vizio, alla mitezza non alla competizione, al valore dell’integrazione non dell’esclusione, allora quel popolo sarà inevitabilmente pacifico, prosperoso, incline all’amore verso il prossimo e verso tutto ciò che vive.
Oggi non vi è insegnamento filosofico, dottrinale, religioso, pedagogico che non cada nella trappola della cultura sintomatologica e antropocentrica, e questo è ciò che preclude la cultura delle cause, del senso critico e la vera liberazione umana dalla tirannia del Potere che vuole l’umanità debole, ignorante, malata e violenta. Non esiste istituzione preposta a promuovere lo sviluppo della coscienza umana, la sfera della compassione universale. Non è sufficiente parlare di amore, di giustizia, di rispetto, di lealtà senza programmi di formazione allo scopo di farli sviluppare nel cuore e nella mente dell’uomo: un fatto è descrivere la luce un altro è vederla.
Il solo modo di accelerare il processo evolutivo umano può venire solo dalla volontà unanime di EDUCARE I POPOLI al: superamento della visione antropocentrica; all’adozione su scala mondiale dell’alimentazione vegetale; alla valorizzazione ed il rispetto della vita in tutte le sue manifestazioni. Quando tutti i capi di Stato e di Governo si uniranno in un tavolo e s’impegneranno ad EDUCARE il proprio popolo ai valori fondamentali della fraterna collaborazione e convivenza; quando l’Etica Universale sarà INSEGNATA in tutti gli istituti scolastici di ogni ordine, grado e paese, allora e solo allora non vi saranno più lutti, violenze, contrasti, malattie, guerre, fame, dolore.
Serve a poco parlare di pace, democrazia, dignità umana, diritti sociali, solidarietà, cooperazione, uguaglianza, progresso, prosperità, benessere superamento di barriere culturali, religiose, etniche, nazionali ecc. se tutto questo non si trasforma in un’opera pedagogica da inserire imprescindibilmente nel piano studi di ogni istituto scolastico, dall’asilo nido all’università. La maturità degli studenti deve essere valutata anche o soprattutto sull’impegno e sulla manifestazione dei valori morali rivelati nell’ambito del percorso scolastico. Il compito più oneroso di ogni Stato sarà educare gli Educatori affidando il determinante compito a personaggi noti per saggezza, onestà, altruismo, lungimiranza, apertura mentale, bontà d’animo.
Il valore più grande di un individuo, per cui gli viene conferito rispetto, onore, gloria è la nobiltà del suo animo come frutto della ricchezza delle sue virtù morali, nel suo impegno a favore degli altri. Bontà, lealtà, onestà, altruismo, compassione, condivisione, tolleranza, difesa dei deboli sono il cardine di ogni nobiltà umana. Ma questi valori non si improvvisano: VANNO INSEGNATI a scuola, con lo stesso impegno, anzi maggiore, con cui vengono insegnate le altre materie scolastiche.
Per rendere migliori gli uomini, per rendere migliori le famiglie, per rendere migliori le nazioni e il mondo intero occorre una sola cosa, semplice quanto difficile da attuare: che l’umanità sia EDUCATA ai valori fondamentali della vita. L’opera di educazione dei grandi uomini della terra, rivolta a “risolvere” l’uomo non i sistemi, deve diventare materia fondamentale da portare nelle scuole, partendo dall’infanzia. E’ L’UOMO LA CAUSA DI TUTTI I SUOI PROBLEMI, QUINDI OCCORRE INTERVENIRE SULL’UOMO NON SUI SISTEMI, perché anche se si risolvessero tutti i problemi scottanti che oggi attanagliano l’umanità, se l’essere umano non muta il suo sentire i problemi sarebbero solo rimandati. Non serve intervenire sui meccanismi che anch’essi sono frutto della mente e della coscienza più o meno malata degli uomini: questi saranno sempre inefficaci a risolvere i problemi finché non cambierà il pensiero e la coscienza degli individui che li fa e li gestisce. Le cose cambieranno solo se le popolazioni saranno EDUCATE all’amore, plasmate al bene personale e collettivo, aiutate a far germogliare la parte migliore dell’animo umano.
L’insensibilità verso la sofferenza della vittima è la causa scatenante di ogni male umano. Perché la specie umana pur essendo anatomicamente sprovvista di qualunque arma di offesa e di difesa, come artigli, corna, becco, zoccoli ecc., (quindi la meno naturalmente predisposta all’aggressività e alla violenza) è diventata la più crudele di tutte, mentre le nostre cugine scimmie antropoidi sono fondamentalmente pacifiche? Molto probabilmente da quando per necessità di sopravvivenza l’uomo si è abituato alla caccia, all’uccisione degli animali, si è assuefatto alla soppressione dell’altro, alla violenza, alla vista del sangue, alla legge della mors tua vita mea che poi ha esteso anche ai suoi simili. Per ricondurre l’essere umano alla sua antica natura di essere mite e pacifico occorre EDUCARLO AL RISPETTO DEL “PICCOLO” e alla valorizzazione della vita in tutti i suoi aspetti. E’ il cuore dell’uomo a fare la storia, non la sua conoscenza tecnica o scientifica. Se uno è abituato a tenere in ordine e pulito il ripostiglio di casa non può non aver cura del soggiorno. Per il soldato formato al rispetto del sergente è inconcepibile non rispettare il colonnello.
Che sia sufficiente educare l’essere umano a valorizzare e rispettare il piccolo per renderlo migliore sul piano morale può sembrare risibile, dal momento che molti amano gli animali ma non dimostrano altrettanto amore per i loro simili. Chi ama solo gli animali non è diverso da chi ama solo gli esseri umani. Molto probabilmente costoro non hanno ancora maturato la vera coscienza universalista. Amare solo una parte del tutto non consente l’evoluzione integrale dell’uomo, né la risoluzione dei suoi problemi. Non è sufficiente essere vegan, avere un’anima animalista per incarnare la nuova visione delle cose. Occorre uscire dal “parzialismo” e acquisire una visione sferica della realtà biologica, altrimenti è come rispettare un solo componente di una famiglia e considerare sacrificabili gli altri.
Il male del mondo non è un problema di economia, di soldi, di banche, di disoccupazione. I paesi benestanti non sono immuni a tutti i drammi cui è afflitta la società intera. Anche dire che il male dell’uomo è la mancanza di amore significa restare nell’ambito della cultura sintomatologica. In questo caso la domanda da porsi è perché gli uomini non sono in grado di amare? La malvagità, l’egoismo, la violenza, la guerra non sono le cause del male: sono l’effetto del modo di pensare e sentire dell’uomo.
L’uomo è un essere in via di evoluzione e non c’è da stupirsi se la sua storia è costellata di lutti, violenze e guerre. L’uomo è quello che è, con i suoi limiti, le sue miserie, i suoi lati positivi e negativi. L’evoluzione è come un albero: non cresce in un giorno. Ciò che occorre, e che non è mai stato possibile attuare, se non relativamente nelle scuole dei grandi filosofi, è la volontà politica di improntare un sistema di educazione delle masse che consenta all’individuo di progredire sul piano civile, morale e spirituale; esigenza quanto mai improcrastinabile nell’attuale fase storica con un’umanità in crescita esponenziale e proiettata verso due soluzioni: aprirsi alla pace e alla concordia o essere destinata a perire.
I politici non sono che una fetta del popolo, con i medesimi pregi e difetti. Non possiamo aspettarci da essi valori diversi da quelli comuni, perché anch’essi forse non hanno avuto quel bagaglio di valori morali che da essi esigiamo quando assumono una carica pubblica. Chiunque di noi al posto di chi critichiamo e a volte condanniamo forse ci comporteremmo allo stesso modo, se non peggio.
La fame nel mondo è l’effetto di una causa che sta a monte: quella dell’incapacità dell’uomo di aiutare chi vive nell’indigenza e questa incapacità risiede nella coscienza di ognuno che deve essere EDUCATO alla fraterna collaborazione e condivisione. Parlare di educazione in un mondo diviso da barriere ideologiche, culturali, politiche, economiche, a un’umanità in guerra, minacciata da bombe all’idrogeno, dal terrorismo, appare fuori luogo, infantile.
Ma se gli uomini fossero più buoni e più giusti tutti i problemi del mondo si risolverebbero. Da questo assioma se ne deduce che per risolvere i problemi del mondo occorre intervenire sull’uomo, renderlo più buono, più giusto. Come? Solo enunciarlo non è servito a molto nel corso della storia. Occorre tradurre gli insegnamenti dei Grandi della terra in UN SISTEMA DI EDUCAZIONE GLOBALE. Impegnare tutte le nostre risorse ad esplorare le possibilità di un sincretismo culturale/religioso planetario, dando la preminenza alla coscienza, al cuore più che alla mente dell’uomo; infatti se gli uomini fossero intelligenti, colti, capaci ma cattivi nessun problema potrebbe essere risolto, per contro se gli uomini fossero poco colti ma buoni, sensibili e compassionevoli nessun problema resterebbe senza pacifica soluzione. Chi Educa la Coscienza apre le porte al bene e alla gioia a se stesso e alle persone che ama.
Ma come rendere l’uomo sensibile e giusto? EDUCANDOLO A VALORIZZARE IL PICCOLO, il diverso, l’umile, a rispettare la bellezza multiforme in cui si manifesta la vita: dalla balena al filo d’erba. Se l’essere umano venisse EDUCATO al rispetto del piccolo, dell’indifeso, del diverso, della formica, della pianta, al rifiuto della violenza verso un animale diverso dalla sua specie come potrebbe nuocere al suo simile? Se l’uomo si immedesimasse nei problemi degli altri fino a condividerli il mondo sarebbe migliore. Questa è la formula più semplice e potente per liberare l’uomo dall’inferno in cui è precipitato. MA QUESTO VA INSEGNATO!
In questo sta la fonte della rigenerazione della mente e della coscienza umana, la formula capace di rendere questa umanità degna di essere tale e di fare dell’uomo un essere nuovo, giusto, compassionevole, fraterno, spontaneamente incline al ripudio della violenza, dell’ingiustizia, del predominio, della guerra. Certo è una soluzione a lunga scadenza. Non è un processo né semplice ne facile, ma l’umanità prima o poi capirà che non vi è altra via d’uscita se vuole liberarsi dai mali che l’affliggono e continuare ad esistere. Non sarà facile perché ci saranno forze che sempre si opporranno al bene e alla pace; ma siamo certi che le forze “bianche” saranno più numerose e capaci di avere il sopravvento sulla disarmonia del Male.
Il futuro dell’umanità si fa ogni giorno più incerto e preoccupante a causa dei meccanismi innescati da una cultura improntata sul profitto che genera tensioni in ogni livello, ingiustizie sociali e anche guerre. Proprio per questo è necessario un programma maturo e capillare imperniato sullo sviluppo della sfera sentimentale ed emotiva che solo lo Stato può rendere attuabile mediante il rinnovamento degli strumenti educativi a vantaggio della qualità dell’istruzione pubblica e privata.
Ogni materia deve essere il mezzo attraverso cui ogni individuo deve poter dimostrare la sua maturità interiore in funzione del bene collettivo, al fine di innalzare la coscienza umana al servizio del bene e della vita.
La SCUOLA DEVE EDUCARE LE NUOVE GENERAZIONI ALLA CIVILTÀ DELL’AMORE, della vita, della solidarietà universale, della pace, della giustizia, della nonviolenza, ponendo al centro dell’attività didattica lo sviluppo della coscienza morale e le virtù dell’animo umano, insegnando la disciplina, il rispetto, la tolleranza… Solo una nuova cultura improntata sulla prevenzione del male ed intesa a neutralizzare le cause che lo generano; solo da una nuova didattica non più epidermica e nozionistica può nascere una nuova coscienza umana in grado di realizzare una società più degna dell’attuale.
Ma finché lo Stato non si farà direttamente carico della formazione della coscienza morale dei suoi cittadini, finché la popolazione non sarà educata ai valori civili, morali e spirituali non sarà possibile realizzare un mondo migliore. Cercare il bene della società e non intervenire sulla coscienza dell’uomo tramite l’educazione e la cultura è come prendere ogni possibile precauzione contro gli infortuni automobilistici ma trascurare il fatto che l’uomo al volante non sia in grado di guidare.
La pace deve essere l’obiettivo strategico principale di ogni Stato. Ma la pace inizia nell’individuo, che si manifesta nella famiglia, poi nella comunità e nella nazione, dando, nell’insegnamento, la preminenza ai fattori che avvicinano e uniscono piuttosto che a quelli che dividono. Partendo da principi e valori universalmente riconosciuti, al di la della nazionalità, della fede, della cultura, occorre favorire ogni iniziativa di pace, ogni processo di formazione, di crescita, di maturità, di una coscienza individuale che si espande fino a pervadere le istituzioni, le scuole, i mezzi di comunicazione, le famiglie, lo Stato, includendo non solo le religioni ma i governi, i settori del commercio, dell’economia, dei media, della didattica, della cultura, della reciproca interdipendenza, della formazione della consapevolezza e dell’interdipendenza di tutti gli esseri, dell’arte, delle scienze e soprattutto della vita famigliare, in cui la famiglia deve diventare culla di educazione di armonia, gentilezza, garbo, rettitudine. Grande responsabilità hanno i leader religiosi. I luoghi religiosi devono essere centro di cultura di pace, di sintonia delle diversità in cui far emerge l’importanza della cooperazione interreligiosa, interculturale e interdisciplinare come valori universali condivisi.
Gran parte dei conflitti umani nascono dall’ignoranza, dalla convinzione che l’altro sia un nemico di cui aver paura, da tenere a distanza, da convertire al proprio credo e se occorre, combattere. Il valore delle diversità è identificabile ai diversi strumenti di un’orchestra: se ognuno esegue contemporaneamente un diverso spartito o è convinto che il suo strumento sia il più importante al punto da ritenere il solo sufficiente all’orchestra, nessun concerto può essere realizzato.
PER QUESTO OCCORRE ISTITUIRE
L’UNIVERSITÀ DELLA PACE, IL MINISTERO DELLA PACE
Ogni grande religione segue essenzialmente un suo peculiare sentiero:
- la religione cristiana segue il sentiero dell’amore;
- l’islamismo della sottomissione;
- l’induismo della identificazione;
- il buddismo della liberazione;
- l’ebraismo della legge;
- lo zoroastrismo della rettitudine;
- il jainismo della non violenza;
- il confucianesimo dell’armonia.
I sentieri delle varie religioni, come raggi della stessa ruota, convergono tutti nello stesso Dio. Follia è credere che la propria religione sia la sola depositaria della verità o che debba prevalere sulle altre; che contenga in se tutte le risposte per l’intero genere umano; mentre ogni popolo ha avuto da Dio la religione più adatta al suo cammino spirituale: nel sincretismo delle grandi religioni sta la legge della religione universale.
Questo ambizioso progetto richiede il sostegno e la collaborazione di quanti credono nel bene e nella vita e sono disponibili a dare il proprio contributo per un mondo migliore. Il nostro intento è quello di attuare un petizione referendum popolare per spingere lo Stato ad inserire nei programmi scolastici di ogni ordine e grado la materia dell’“Etica Universale” al fine di formare la coscienza civile e morale dei cittadini educandoli alla pace del mondo.
Favorire la formazione di una nuova generazione di educatori, operatori sociali in grado di coltivare nelle nuove generazioni il senso della coscienza morale, l’intelligenza positiva attraverso l’uso dell’introspezione, dell’auto-analisi, della discussione armonica e costruttiva.
Fondamentale sarà il coinvolgimento di pedagoghi, docenti, educatori, sociologi, personalità del mondo della cultura, delle scienze, dell’arte, dello spettacolo, premi Nobel ecc. al fine di premere su Provveditori agli Studi, Ministri alla Cultura, Capi di Governo, Capi di Stato e convincerli che solo l’educazione può formare nel bene o nel male un individuo e quindi un popolo.
EDUCARE L’UMANITA’ ALLA PACE
Il futuro dell’umanità si fa ogni giorno più incerto e preoccupante a causa dei meccanismi innescati da una cultura improntata sul profitto che genera tensioni in ogni livello, ingiustizie sociali e anche guerre.
E’ necessario un programma maturo e capillare imperniato sullo sviluppo della sfera sentimentale e morale che solo lo Stato può rendere attuabile mediante il rinnovamento degli strumenti educativi a vantaggio della qualità dell’istruzione pubblica e privata.
Finché lo Stato non si farà direttamente carico della formazione della coscienza morale dei suoi cittadini, finché la popolazione non sarà educata ai valori civili e morali, non sarà possibile realizzare un mondo migliore. Cercare il bene della società e non intervenire sulla coscienza dell’uomo è come prendere ogni possibile precauzione contro gli infortuni automobilistici ma trascurare il fatto che l’uomo al volante sia in grado di guidare.
Ogni materia deve essere il mezzo attraverso cui ogni individuo deve poter dimostrare la sua maturità interiore in funzione del bene collettivo, al fine di innalzare la coscienza umana al servizio del bene e della vita.
Il male di cui è afflitta l’umanità si esprime attraverso 4 aspetti fondamentali:
- Il male della violenza: fisica, verbale, mentale, morale, che si manifesta attraverso l’ingiustizia, l’imposizione, l’arroganza, dell’oltraggio la volgarità, il furto, la rapina ecc.
- Il male dell’indifferenza/insensibilità verso le condizioni dell’altro.
- Il male dell’ignoranza, della mancanza di conoscenza e di senso critico.
- Il male della malattia fisica, mentale, morale, spirituale.
Per superare il male della violenza occorre EDUCARE gli esseri umani alla mitezza, alla tolleranza, alla disponibilità, alla pazienza, al dialogo. La valorizzazione ed il rispetto delle differenze libera l’uomo dalla violenza tra gli esseri umani e tra questi e gli altri esseri viventi.
Per superare il male dell’Indifferenza/insensibilità occorre EDUCARE gli esseri umani alla condivisione, alla compassione, alla bontà, all’amore. Il sentimento di condivisione delle necessità vitali dei più umili e deboli dispone l’essere umano al rispetto del prossimo, alla fraterna collaborazione, alla concordia, alla pace.
Per superare il male dell’ignoranza occorre EDUCARE gli esseri umani alla necessità di essere artefici del proprio destino, mediante l’informazione, la conoscenza, l’analisi. La visione sincretista e del senso critico costruttivo può liberare l’uomo dagli antagonismi ideologici, culturali, razziali, religiosi, dei condizionamenti mentali.
Per superare il male della malattia (fisica, mentale, morale e spirituale) occorre EDUCARE gli esseri umani ad adottare uno stile di vita parsimonioso ed una alimentazione conforme alla nostra natura di esseri frugivori.
“Tu sei ciò che mangi e le tue attività modellano la tua vita. Se regoli il cibo e le attività puoi vincere le tendenze demoniache e promuovere le tendenze pure dentro di te. Il cibo è la principale forza creativa: LA CONDOTTA MORALE, LE BUONE ABITUDINI, O SFORZO SPIRITUALE, TUTTO DIPENDE DALLA QUALITÀ DEL CIBO” (Krsna).
“Se mangerete il cibo giusto sarete stupefatti, entrerete in un altro ordine di vibrazioni, vi sentirete legati all’universo ed in armonia con esso, godrete di uno straordinario stato di pace, di pienezza e di felicità” (Omraam Mickael Aivanhov, filosofo e pedagogo bulgaro, 1900-1986).
Quindi la qualità del cibo, solare, vitale può liberare l’uomo dalla malattia fisica, mentale, morale e spirituale come dimostra statisticamente e scientificamente l’ottima salute e la condotta morale e pacifica dei vegani. Ma per ottenere il vero benessere, e quindi la felicità nella vita, occorre considerare che:
l’entità umana è costituita da 4 componenti fondamentali: corpo, mente, coscienza e spirito.
Il benessere di una persona, inteso come salute fisica, equilibrio mentale, serenità emozionale e dimensione spirituale è paragonabile ad un tavolo con quattro gambe: se una è più corta o manca del tutto, l’equilibrio del tavolo è instabile; se ne manca più di una inevitabilmente è destinato a cadere. Il benessere dell’individuo è assicurato solo se le componenti fondamentali della sua natura sono solide e sviluppate nella stessa misura.
Concentrarsi solo sul “benessere” o sulla stabilità di una sola “gamba” trascurando le altre si è destinati all’insicurezza, all’instabilità, alla caduta e quindi al dolore e all’infelicità. Dato che le 4 componenti fondamentali dell’entità umana sono tra loro inseparabili, quando una di queste è preponderante sulle altre viene a generarsi una sorta di scompenso nella natura essenziale dell’essere umano. Tutte le 4 componenti devono evolvere simultaneamente affinché l’individuo possa realizzarsi integralmente.
Se anche un solo organo è malato inevitabilmente ne soffre l’intero organismo. Ma se si vuole operare la guarigione di una delle parti è necessario intervenire anche sulle altre. Il benessere integrale dell’individuo si raggiunge solo quando le componenti non solo sono sviluppate allo stesso livello evolutivo ma essere armoniche tra loro, cioè avere l’identico grado evolutivo. Quando una sola di queste viene trascurata, non si sviluppa allo stesso livello delle altre due, si crea una sorta di scompenso che genera disarmonia nell’entità e quindi sofferenza fisica, psichica o emozionale.
Tutto questo viene confermato dal pensiero di Socrate il quale affermava:
“Non dovresti curare gli occhi senza curare la testa o la testa senza curare il corpo.
Così anche non dovresti curare il corpo senza curare l’anima.
Questo è il motivo per cui la cura di molte malattie è sconosciuta ai medici, perché sono ignoranti nei confronti del Tutto che anch’esso dovrebbe essere studiato, dal momento che una parte specifica del corpo non potrà star bene a meno che non stia bene il Tutto”.
C’è una profonda correlazione tra ciò che mangia l’individuo la sua salute, il suo pensiero, il suo carattere, la sua condotta, la sua sfera energetica, morale e spirituale, il suo relazionarsi con il suo simile e l’ambiente. Come c’è una profonda correlazione tra violenza agli animali e violenza umana; tra insensibilità verso la condizione degli animali e insensibilità verso la condizione degli umani; tra uccidere gli animali e massacrare uomini in guerra.
In sostanza, per ottenere la propria integrale realizzazione, occorre avere come punto di riferimento la salute fisica degli igienisti, la logica dei filosofi, l’intelligenza degli scienziati, la sensibilità dei poeti e il misticismo degli asceti. Prediligere una sola di queste componenti si finisce col trascurare inevitabilmente le altre componenti impedendo la vera realizzazione dell’uomo.
ARMONIZZARE LE 4 COMPONENTI DELL’ENTITA’ UMANA
Il corpo. Attraverso la corretta alimentazione adatta al nostro organismo, fatta prevalentemente di frutta, verdura, germogli, cereali integrali, tuberi e semi oleaginosi, nonché uno stile di vita improntato alla sobrietà e alla buona combinazione degli alimenti, tutte le funzioni organiche del nostro organismo tornano a funzionare come la natura aveva previsto e stabilito. Questo consente di vivere in ottima salute e di allungare il periodo della vita. L’esercizio fisico, il contatto con la natura e le profonde respirazioni risultano essere attività fondamentali. Una macchina progettata per funzionare a benzina se nel serbatoio viene aggiunto anche del gasolio la sua durata sarà limitata, la sua vita più breve e piena di problemi.
La mente. Per lo sviluppo di una mente armonica e positiva è necessario allontanare pensieri turbolenti, abituare la mente a stare dove noi vogliamo che sia senza consentirgli di vagare su immagini e pensieri che non abbiamo cercato; meditare sui grandi interrogativi della vita, sviluppare il senso critico costruttivo, fare esercizi di concentrazione, chiedersi sempre il motivo delle cose, informarsi attraverso la lettura cercando di ritenere ciò che si legge, ricordare ciò che si guarda, ciò che si ascolta; non accettare passivamente le opinioni degli altri specialmente quando possono condizionare la nostra esistenza: il dubbio fa progredire più delle certezze. La volontà nella conoscenza è la vera forza dell’uomo che lo rende libero e artefice del suo stesso destino.
La coscienza. Diceva la scrittrice francese Simone Weil: “La compassione è un miracolo più grande del camminare sulle la acque”. Come ogni altro componente l’entità umana la coscienza deve essere coltivata per svilupparsi. La sfera emotiva, la sensibilità del cuore, la ricchezza dei sentimenti, si sviluppano attraverso l’empatia e nella volontà di immedesimarsi nelle necessità vitali degli altri, nel condividere la gioia ed il dolore del prossimo. Questo è fortemente agevolato dall’osservazione attenta di ciò che ci circonda, dalla capacità di valorizzare il piccolo, il semplice il minuto. Stupirsi delle semplici cose del creato, della stupefacente realtà del Cosmo; imparare a valorizzare la meravigliosa complessità di qualunque organismo vivente: la magnificenza di un albero, la bellezza di un uccello, lo splendore di un fiore, i suoi colori, il suo profumo, il lavoro delle api, delle formiche, la maestosità del cavallo, la purezza dell’acqua, la grandiosità degli oceani, lo stupore negli occhi di un bambino, l’umiltà del filo d’erba…
Se le nuove generazioni saranno educate ad apprezzare la bellezza del “piccolo,”ad amare, a rispettare la sacralità della Vita in tutte le sue espressioni, valorizzandolo per il suo intrinseco valore, se saranno in grado di condividere le necessità vitali degli altri esseri viventi e capire che tutto ciò che esiste dipende dalla simbiosi armonica tra tutte le cose, inevitabilmente si svilupperà nella loro natura una coscienza sensibile, solidale e compassionevole in grado di amare e rispettare anche gli esseri umani e così porre le basi per un mondo finalmente libero dalla violenza, dalla malattia e dal dolore. Lasciandosi coinvolgere emotivamente dalle necessità vitali dell’altro l’uomo amplia i suoi livelli di coscienza e sviluppa la sua parte migliore.
Lo Spirito. Lo sviluppo della parte spirituale dell’uomo si attua attraverso il riferimento costante verso un ideale superiore che in se racchiude l’idea della realizzazione integrale di se stessi attraverso l’armonia, la bellezza, il bene, la gioia, la vita. L’individuo diventa ciò che desidera profondamente. Identificandosi nell’ideale oggettivo, positivo, armonico, l’essere umano tende ad uniformarsi a tutto ciò che di positivo, armonico e di edificante vi è nelle sue migliori aspirazioni e che trovano compimento nella dimensione dello spirito.
La componente spirituale dell’entità umana si identifica nella ricerca del bene e della felicità totale, nel desiderio di esistenza anche dopo la morte. Il tendere alla perfezione dell’ideale cui cerchiamo di uniformarci è ciò che ci impegna, come in un patto d’amore e devozione, a migliorare noi stessi. Credere in un ideale di amore e di giustizia universale, lottare gratuitamente per il bene dell’altro, questo è ciò che ci fa crescere spiritualmente.
Credere poi nell’esistenza di Dio, come entità suprema spirituale ma reale e onnipotente, artefice di tutte le cose e capace di realizzare le nostre aspirazioni, porta a sviluppare in noi la forza della fede, componente imprescindibile per il raggiungimento di qualunque edificante obiettivo. Attraverso la preghiera l’essere umano “assorbe” in se stesso ciò che l’Entità è e rappresenta e lo rende capace di “muovere le montagne”.
DEFINIZIONE DI ETICA UNIVERSALE
L’etica universale è la legge dell’amore estesa dall’uomo ad ogni essere vivente; è la legge del rispetto e del bene reciproco; è la legge della coscienza libera e solidale responsabile del destino collettivo e dell’ordine naturale delle cose. Nei suoi aspetti unificanti l’Etica Universale fonde in se i principi più costruttivi di ogni filosofia, di ogni dottrina spirituale e di ogni cultura sociale che mira alla giustizia sociale, alla solidarietà universale, e quindi ad innalzare la coscienza morale, spirituale e civile di ogni essere umano.
L’Etica Universale non fa riferimento ad alcun specifico credo religioso, ma al Dio cosmico, ispiratore di tutte le grandi religioni. Nella visione globale della realtà oggettiva, l’Etica Universale valorizza le differenze formali e sostanziali della vita in tutte le sue manifestazioni, cerca la sintonia delle diversità culturali, politiche, filosofiche, religiose, scientifiche. L’Etica Universale, nel superamento della visione antropocentrica della vita e nell’affermazione del Biocentrismo, estende i codici del diritto al rispetto, alla dignità, alla libertà e alla vita dall’uomo ad ogni essere senziente.
Ogni realtà storico-sociale rispecchia fedelmente la condizione della coscienza umana. Il disordine, le tensioni, le violenze non sono che la sommatoria delle disarmonie individuali.
Questa filosofia d’amore che valorizza la sacralità della vita in tutte le sue manifestazioni, trae le sue origini dal pensiero dei grandi uomini di spirito di ogni tempo e paese, i pilastri della morale e della civiltà umana: Krsna, Buddha, Pitagora, Gesù, Leonardo, Gandhi ecc, e pone al centro della creazione la Vita.
La diversità non deve più essere intesa come un pericolo, come un nemico da combattere o da convertire al proprio credo, ma come una nuova luce da aggiungere alla fiaccola della civiltà in cammino.
Ogni dottrina è nel vero nella misura in cui unifica gli aspetti sostanziali delle cose per metterle al servizio del bene e della vita. Bene è tutto ciò che genera gioia, armonia, evoluzione, vita. Male è tutto ciò che si oppone all’evoluzione, al sentimento, alla vita.
Lo Stato spende innumerevoli energie per prevenire o reprimere il crimine e la violenza, per mantenere l’ordine pubblico, per garantire la legalità. La politica dei sistemi è imperniata a risanare questa o quella piaga, a spianare questa o quella divergenza, senza mai lottare contro le cause che determinano i problemi: non serve curare una ferita se non si estrae la spina che la infetta.
Ogni famiglia deve essere scuola di virtù, di civiltà, di rettitudine per i figli. I genitori devono essere di esempio, forte e coerente, devono saper insegnare ai propri figli la disciplina, il valore dell’onestà, la legge dell’equilibrio, della moderazione, della generosità, la prudenza, la mitezza, la moderazione, la saggezza.
Ma il compito fondamentale spetta alla scuola che deve porre al centro della sua attività didattica la formazione della coscienza morale dell’alunno, lo sviluppo delle virtù dell’animo umano; deve essere il fulcro intorno al quale far ruotare ogni altra disciplina scolastica, perché solo da questa ricchezza può venire la speranza per l’umanità di progredire e vivere nel bene.
La scuola deve favorire la sintonia delle diversità, l’armonia delle forze costruttrici: eliminando ogni settarismo deve evidenziare ciò che unisce e fortifica per sconfiggere ciò che separa e disgrega. La scuola deve essere madre di virtù morali, deve dare ai discenti il senso della fratellanza biologica universale.
RENDERE MIGLIORE LA COSCIENZ UMANA PER RENDERE MIGLIORI I SISTEMI
La civiltà industriale ha estraniato l’uomo dal suo contesto naturale predisponendolo ad un progressivo disequilibrio psicofisico e morale. L’uomo moderno si chiude sempre più in se stesso, diventando ogni giorno più egoista, guardando all’egoismo degli altri, abituato a convivere con ogni sorta di crimine come fosse un male ineluttabile.
Nessuno vuole la guerra eppure dall’ultimo secolo sono state combattute circa 300 guerre sul pianeta. Spesso fomentate dai centri di potere e dall’industria delle armi per rinnovare gli arsenali bellici. Ogni anno nel mondo 50 milioni di persone trovano la morte (quanto le vittime della seconda Guerra Mondiale) , mentre nei paesi occidentali le spese per curare le malattie dovute alla sovralimentazione superano quelle dell’istruzione.
Il Terzo Mondo viene sistematicamente inondato da farmaci ritirati dal mercato occidentale perché ritenuti nocivi per la salute umana, alcuni dichiaratamente cancerogeni. Le malattie sono in costante aumento nonostante le ingentissime risorse assorbite dall’apparato medico/sanitario e dagli istituti di ricerca. Le industrie chimico-farmaceutiche devono la loro potenza economica alle malattie della gente.
La medicina ufficiale, allopatica, sintomatologica, è improntata ad arginare gli effetti non a neutralizzare le cause delle malattie che sempre risiedono nel cattivo stile di vita e nella cattiva alimentazione dell’uomo. Mentre le multinazionali dell’alimentazione con la pubblicità dei loro prodotti riescono a rendere indispensabile al popolo ciò che è sempre stato superfluo e dannoso.
Nella più assoluta indifferenza della quasi totalità delle persone e nel più assoluto disprezzo per l’altrui sofferenza e morte, ogni giorno vengono massacrati milioni di animali innocenti, esseri come noi, in grado di accusare angoscia e dolore. E mentre l’essere fatto ad “immagine di Dio” invoca la pace, la giustizia, il rispetto, la libertà quotidianamente si nutre di violenza e di morte infliggendo ai suoi fratelli animali le più atroci sofferenze, squartandoli nei mattatoi, vivisezionandoli negli istituti di sperimentazione, sterminandoli nei boschi, arpionandoli nei mari, incarcerandoli negli zoo e nei circhi equestri, torturandoli nelle feste patronali; il tutto con la benedizione delle autorità civili e religiose.
Solo con l’aborto ogni giorno in Italia vengono uccisi più di mille bambini, mentre in Brasile gli squadroni della morte decimano la popolazione infantile delle favelas a scolpi di fucile. E poi c’è la mafia, la criminalità organizzata, la droga, la prostituzione anche minorile, la predazione ed il commercio di organi umani, la violenza sui minori e tanti altri delitti che fanno vergognare un uomo giusto di appartenere alla specie umana, anche se è vero che fa più rumore un albero che cade di un’intera foresta che cresce.
Ma ogni realtà personale e sociale è sempre riconducibile a ciò che muove i propositi dell’essere umano: la sua coscienza atrofizzata dall’egoismo, dalla mancanza di ideali edificanti, dall’insensibilità del cuore, dall’indifferenza verso la condizione dell’altro. Se per assurdo ogni individuo avesse oggi da che vivere da nababbo, domani l’umanità sarebbe nella sessa condizione di oggi a causa dell’egoismo che vanifica tutte le palingenesi umane. Invece se l’essere umano fosse migliore, in grado di relazionarsi armonicamente con il suo simile e il suo contesto naturale, vanificherebbe l’esistenza di tutti quegli organismi preposti alla tutela del diritto e della legalità: i corpi militarizzati, le forze dell’ordine, i tribunali, i penitenziari, le industrie belliche e nemmeno l’universo clericale e della medicina, esistenti in virtù del fatto che l’essere umano è malato nel corpo e nello spirito.
Si spendono enorme energie per prevenire il crimine, per mantenere l’ordine pubblico, perché si parte dall’assunto che l’essere umano sia una specie di bestia da tenere a bada con la frusta e con la paura del castigo.
I genitori devono educare i propri figli a non fare esperienze negative che lasciano ferite difficili da emarginare e, specialmente nella fase dell’adolescenza, aiutarli a controllare i loro impulsi che impediscono una visione obiettiva nella scelta del compagno della propria vita; aiutarli a sviluppare il senso della dignità umana; della lealtà, della vera amicizia, della moderazione, della prudenza, del garbo, della gentilezza, della gratitudine.
Ma la buona volontà dei genitori non basta a dare all’infanzia la giusta visione della vita, se la scuola non assolve al suo compito di educatrice. La scuola deve formare l’individuo dal di dentro, far emergere la parte migliore dell’animo umano, perché se l’alunno non sarà in futuro un ottimo ragioniere non sarà un problema per la società, ma se sarà un uomo cattivo ed egoista sarà sicuramente un flagello per tutta la creazione. Più che di uomini intelligenti e capaci è di uomini buoni, giusti ed onesti che ha bisogno la terra per migliorare e salvarsi.
La scuola deve favorire la sintonia delle diversità, l’armonia delle forze costruttrici di ogni discente per trascendere ciò che separa e disgrega. E’ necessario rendere le nuove generazioni consapevoli che tutto interagisce, che tutte le cose sono parti inscindibili di un solo grande organismo e che se una sola parte di questo organismo è ferita o malata l’intero organismo è in pericolo di vita.
La scuola deve saper evidenziare il senso della relatività di fronte all’unicità delle cose, per spingere le differenti parti ad integrarsi in modo da non essere in antitesi, in preda a lotte che disgregano, limitano, impoveriscono, ma una sola cosa che si arricchisce proprio in virtù della differenza formale e sostanziale delle cose.
Fino a quando le grandi correnti culturali, morali, civili e spirituali non convoglieranno i loro singoli rivoli in un unico fiume sarà come cercare di portare a riva la stessa barca spingendola da opposte direzioni.
Più cellule formano un tessuto, più tessuti formano un organo, più organi formano un apparato e più apparati formano un corpo. Ogni singolo essere vivente è la sommatoria e la sintonia di moltissime parti differenti tra loro. Ma è l’ordine, la sintonia, che dà alle cose la possibilità di esistere. Per questo è necessario che ogni componente un sistema, un organismo, dia il suo armonico e positivo contributo mettendosi in sintonia con il resto.
Il compito di ognuno deve essere quello di individuare il punto in cui collocare le proprie capacità per il massimo bene collettivo. Follia è pensare che la propria verità, o che una sola dottrina, abbia in se tutti gli elementi necessari a formare il mosaico della vita, a trovare la soluzione dei problemi. Se io vivo, se io conosco è in virtù della diversità degli altri e delle cose: se fossi solo non conoscerei che me stesso.
La nuova disciplina scolastica, denominata Etica Universale avrà lo scopo di sviluppare e far emergere nelle nuove generazioni quei valori civili, morali e spirituali necessari per l’edificazione di una società che ripudia il contrasto, la prevaricazione, l’ingiustizia, il sopruso, la violenza, la guerra.
Sul pianeta ci può essere posto per tutti a condizione che i suoi abitanti si aprano all’accoglienza e alla valorizzazione delle diversità. Questo è possibile solo se saranno migliori le coscienze di coloro che lo compongono. Le coscienze saranno migliori solo se saranno EDUCATE alla pace e alla fratellanza universale.
Le virtù morali, che fanno del singolo un cittadino modello, devono essere il frutto dell’impegno principale di ogni singolo Stato nella formazione civile e morale dei suoi cittadini. Un uomo profondamente giusto in ogni circostanza sarà una benedizione per il contesto sociale in cui vive, ma se privo di valori morali sarà sicuramente un flagello per l’intero genere umano.
Le virtù morali non sono qualità che si improvvisano; ogni essere umano è potenzialmente un santo o un criminale. Sta allo Stato, alla Scuola, alla Famiglia favorire lo sviluppo di quei valori, modellare nel bene la dimensione personale del bambino fin dai primi anni di vita.
Quando gli uomini sono insensibili, ingiusti e malvagi, la paura, il disordine, la violenza diventano espressione quotidiana, per contro quando gli uomini sono sensibili verso la condizione del prossimo ogni settore della vita sociale evolve e progredisce, si disperde l’odio, cadono le barriere della solitudine, della diffidenza e l’uomo ritrova la gioia della convivenza.
Da ogni filosofia, dottrina e corrente di pensiero, nel più costruttivo sincretismo, deve essere preso solo ciò che di edificante può essere messo in sintonia con il resto per lo sviluppo dei valori positivi dell’animo umano. Confrontando qualunque concetto con i suddetti principi è possibile valutare i benefici di ogni programma di vita personale e collettivo.
Ogni sforzo deve puntare a migliorare l’uomo che fa i sistemi non a migliorare i sistemi sperando che questi migliorino l’uomo. Non si può curare la condizione di salute di un albero curando i suoi frutti.
PRINCIPI PERSONALI DI ETICA UNIVERSALE
Cerca di superare i tuoi limiti ed essere oggi migliore di quel che sei stato ieri
La vita ci rinnova ogni giorno la possibilità di essere migliori
Guardati indietro solo per vedere se oggi commetti gli stessi errori di ieri
Nel bene dai per primo l’esempio, senza aspettarti lodi o ricompense
Vivi in modo da non fare mai lo stesso errore
Ogni errore si paga con una sofferenza
Comportati come se la tua azione fosse commessa davanti a tutti
La rovina della creazione è che l’uomo non sente l’altrui sofferenza
Cerca di vivere senza dover sbagliare per capire le cose
Le mancanze degli altri non sono un buon motivo per non fare il proprio dovere
Non esigere più di quanto sei disposti a dare
Ti ama veramente non colui che ti vorrebbe migliore
Solo chi ama sta attento alle vere necessità degli altri
Non per ciò che dirai sarai apprezzato e stimato ma per ciò che dimostri di essere
Fai in modo che il tuo comportamento non induca qualcuno a perdere la fiducia nel prossimo
Non rammaricarti se ti hanno mosso un rimprovero; mortificati perché hanno dovuto rimproverarti
Sii sempre presente, basta un piccolo errore per compromettere tutto ciò che hai costruito
Ognuno deve vedere se in se stesso ci sono gli errori che negli altri condanna
Prima di giudicare qualcuno guarda le cose dal suo punto di vista:
forse tu al suo posto ti saresti comportato allo stesso modo
Non biasimare il comportamento del prossimo se non proponi te stesso come modello
All’origine della vera forza, della vera libertà e del vero equilibrio sta il dominio di se stessi,
la padronanza sui propri impulsi disarmonici
Contribuisci a rendere migliore questo mondo
Anche da te dipende la pace e la giustizia sociale
L’egoismo e l’indifferenza sono i veri nemici della vita
Cercare il bene collettivo questo dà all’uomo la vera grandezza morale
e rende nobile la sua stessa esistenza
Il valore che gli altri ti attribuiscono è quando non ci sei
Non è difficile imparare ad amare,
la cosa più difficile è la pacata reazione all’offesa, alla calunnia, all’ingiustizia
E’ la prova che rivela la nostra vera natura
Non vi è pensiero o azione che non abbia i suoi effetti universali
Ogni ostacolo è soprattutto una prova, un messaggio: sappi interpretarlo
Vivi con entusiasmo nel presente, apprezza il valore delle cose
e sii grato alla vita
Equilibrio e moderazione sono sempre sinonimo di forza
Le difficoltà sono il cammino più breve per arrivare alla meta
La nostra colpa maggiore sta nel preoccuparci delle colpe degli altri
Il fine dell’uomo è quello di essere il più possibile simile a Dio
All’origine di ogni perfezione sta il sacrificio, la rinuncia, il dominio di se stessi
Mitezza del cuore disarma ogni nemico
Non gli altri devono essere affinché io sia, ma io devo essere affinché gli altri siano
La cosa più importante della vita non è avere molti amici, essere stimati, onorati,
raggiungere grandi mete, realizzare progetti ambiziosi, ma avere oggi un cuore più grande
e generoso, un animo più buono e sensibile di ieri
Nessuno arriva a Dio percorrendo la stessa strada
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UNIVERSALISMO
La filosofia in cui tutte le componenti della Vita hanno l’importanza e la bellezza delle tessere di un mosaico
Franco Libero Manco
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La filosofia dell’Universalismo racchiude l’idea di una grande rivoluzione esistenziale perché supera in ampiezza e profondità etica i limiti della cultura antropocentrica ed espande i suoi codici di amore, di altruismo, di rispetto alla libertà
e alla vita dall’uomo ad ogni essere senziente.
L’Universalismo, come stile di vita, può consentire il rinnovamento della coscienza
e del pensiero dell’essere umano.
Attraverso la sua visione sincretista libera l’uomo dagli antagonismi ideologici,
culturali, razziali, religiosi.
Attraverso la cultura delle cause e del senso critico costruttivo libera l’uomo dai condizionamenti mentali.
Attraverso l’alimentazione vegana libera l’uomo dalla malattia.
Attraverso la valorizzazione delle differenze formali libera l’uomo dalla violenza
tra gli esseri umani e tra questi e gli altri animali.
Attraverso l’educazione dell’infanzia ai valori fondamentali della Vita
libera l’uomo dall’egoismo e dall’impulso disarmonico e lesivo.
Attraverso la compassione e la scienza del cuore inclina l’essere umano
alla fraterna collaborazione e alla pace.
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La visione etico-sociale dell’Universalismo fa riferimento allo schema figurativo del mosaico le cui tessere assemblate armonicamente concorrono a dar vita all’immagine d’insieme. Come ogni tessera così ogni popolo ed ogni singolo individuo che lo compone è un elemento unico ed insostituibile nella misura in cui concorre a relazionarsi armonicamente con il Tutto, con gli altri popoli, il suo simile, gli animali ed ogni essere vivente con il quale divide la stessa casa, l’ambiente naturale. Ogni essere è parte di un solo grande organismo, in cui nessuna parte può essere esclusa, ferita o mutilata senza causare disarmonia all’insieme.
Nella valorizzazione delle differenze formali e sostanziali componenti la sfera biologica, ogni cosa si riappropria del suo valore intrinseco in virtù della sua specifica funzione ed in virtù della ricchezza delle diversità del contesto naturale in cui interagisce.
Tutto esiste perché le cose sono sostanzialmente e fisicamente differenti tra loro. La vita nasce come conseguenza armonica tra realtà opposte. Tutto nasce da un’unica sostanza e non c’è separazione nell’universo: nulla è separabile dal resto, dal suo contesto naturale. Tutte le cose sono interconnesse. Ogni cosa è necessariamente sorretta da un’altra dalla quale dipende la sua stessa esistenza. Ogni singolo essere vivente è un’entità unica ed irripetibile. Come la cellula di un organismo se isolata sarebbe destinata a morire, così i componenti del “mosaico” se estrapolati dal piano vitale perdono ogni riferimento ed ogni potenziale capacità di evoluzione.
Ogni cosa ha necessariamente bisogno di relazionarsi armonicamente con il suo contesto per dar vita ad una programma di espansione sempre più vasto, occupando il suo peculiare posto nel disegno della vita. La vera forza del rinnovamento nasce dall’armonia delle singole componenti nella consapevolezza dell’unicità del Tutto e si esprime attraverso l’integrazione armonica ed il sincretismo delle singole esperienze.
Come ogni tessera del mosaico ha la sua insostituibile importanza, nel piano complessivo della vita, ogni popolo ed ogni individuo trova la sua giusta collocazione per la massima valorizzazione delle sue risorse nella volontà di interagire armonicamente con il resto. La mancanza di una sola tessera rende il progetto incompleto, imperfetto, sofferente che coinvolge e danneggia il progresso evolutivo dell’insieme.
GLI SCOPI
Lo scopo dell’Universalismo è quello di rendere migliore la coscienza umana per rendere migliori i meccanismi, i sistemi politici, economici, scientifici, culturali, attraverso i seguenti progetti:
Sensibilizzare l’animo umano alle necessità vitali del prossimo, specialmente dei più deboli, degli oppressi, dei più disagiati, con particolare riguardo alla sofferenza dei più deboli e indifesi, degli animali, nostri compagni di viaggio sistematicamente sfruttati e uccisi dall’egoismo umano. Attraverso programmi di informazione si intende favorire lo studio, la conoscenza, la consapevolezza, il senso critico costruttivo ed ogni attività che ha come scopo il bene integrale dell’uomo e del creato.
Educare l’infanzia alla pace, alla nonviolenza, alla tolleranza, all’amore universale.
Stabilire rapporti con associazioni, movimenti, leghe e persone che credono nei valori fondamentali della Vita, che si occupano di nonviolenza, di pacifismo, di solidarietà, di condivisione, di animalismo, di rispetto per la natura.
L’Universalismo, nella sua visione sferica della realtà oggettiva, si esprime non in termini settoriali ma globali. Ogni progetto, ogni programma ritiene debba essere attuato solo nell’obiettivo del vantaggio di ogni componente per il massimo bene individuale e collettivo.
L’Universalismo sostiene ogni iniziativa di cultura olistica intesa a superare ogni visione parziale e settoriale per superare ogni barriera ideologica, razziale, sociale, culturale, politica, religiosa e porre le basi di una cultura di pace, di fraterna ed universale collaborazione attraverso l’istituzione di un Parlamento Mondiale e di una Milizia Internazionale al fine di tutelare la sovranità dei popoli, favorire la loro autodeterminazione, la protezione dei paesi smilitarizzati, la conversione delle industrie belliche in industrie di pace.
FILOSOFIA DEL L’UNIVERSALISMO
La consapevolezza della propria relatività di fronte all’unicità del Tutto deve spingere le differenti parti ad integrarsi tra loro in modo da non essere in antitesi, in preda ad una lotta sterile, che limita, disgrega, impoverisce, ma una sola realtà che arricchisce proprio in virtù della differente bellezza di ognuna. Sintonizzando gli aspetti più costruttivi di ogni dottrina morale, culturale, religiosa, filosofica, spirituale, si potrà realizzare una sola ed universale legge di vita valida per tutti gli esseri umani.
Il compito di ogni religione, come quello di ogni dottrina o di ogni filosofia (nell’ottica dell’Universalismo) non deve essere quello di convertire gli uomini alla propria fede quanto quello di evidenziare ciò che unisce e fortifica per sconfiggere ciò che separa e disgrega, nell’integrazione armonica delle diverse espressioni vitali, allo scopo di edificare una Nuova Cultura Sociale all’insegna dell’amore universale e possa fiorire nell’uomo l’idea di una coscienza più giusta, più sensibile, più fraterna, più vasta in grado di superare le barriere ideologiche, politiche e spirituali in cui ognuno è parte integrante di un sola grande comunità, di una sola famiglia, di una sola patria.
La diversità dell’altrui credo non deve essere intesa come un nemico da combattere o convertire alla propria fede ma come una nuova fiaccola che si aggiunge alla luce della civiltà in cammino. Ogni dottrina verrà considerata nel vero nella misura in cui cerca di unificare i differenti aspetti sostanziali delle cose per metterle al servizio del bene collettivo e della Vita. La nuova cultura dell’Universalismo non cerca di creare nuove verità ma mettere in sintonia le singole verità già esistenti dei componenti il mosaico della Vita.
Come a scuola l’individuo studia le differenti materie per avere relativa conoscenza del tutto, così è per la cultura dell’Universalismo. E’ indispensabile che ogni componente il mosaico conosca le differenti tessere a cui è relazionato per sentirsi parte dell’immagine d’insieme, che concorre a costituire, e sia responsabile e artefice del suo destino individuale e di quello collettivo.
Ogni violenza, ogni disarmonia, ogni contrasto scaturisce dall’intolleranza dell’uomo verso l’altrui diversità, perché manca la consapevolezza che è proprio in virtù di tali differenze esiste la Vita, la Terra e l’Universo. Qualunque reato, qualunque ingiustizia o violenza, dal più piccolo furto alla strage più orrenda di cui si può macchiare l’essere umano, scaturisce dall’incapacità della sua coscienza di condividere la sofferenza del prossimo.
Se i mattoni non sono tenuti insieme da un legante non possono costituire un solido muro. Se i muri non sono inglobati dal solaio non possono formare una casa: così è per tutti gli elementi della Vita. Più cellule formano un tessuto, più tessuti formano un organo, più organi formano un apparato e più apparati formano un corpo. Ogni corpo che ha vita è la sintonia di moltissime parti diverse tra loro per forma ed essenza: senza la sintonia delle diversità nulla potrebbe esistere.
La diversità formale e sostanziale delle cose può portare in due direzioni: o alla lotta nella negazione del diverso o all’amore nel sincronismo dell’insieme. La prima genera discordia e caos, la seconda può essere il mezzo per compiere il loro proprio progetto evolutivo. E’ la diversità che arricchisce e crea nuove combinazioni e da vita alla bellezza dell’insieme. La gioia nasce dall’armonia tra ciò che di diverso può essere messo in relazione. Se il sincronismo delle parti genera l’amore, la fusione delle diversità genera la vita.
Anche con la persona più diversa e lontana abbiamo in comune molti aspetti della natura umana, come il desiderio di bene, la gioia, la volontà di vivere. E anche se queste realtà possono avere valori differenti per ognuno, se gli uomini guarderanno solo a ciò che unisce saranno in grado di annullare ciò che ora li separa.
Uno Stato funziona quando gli individui che lo compongono, anche se di diverse tendenze ideologiche, danno il loro personale contributo nella medesima causa: quella del bene comune, dell’ordine sociale, dello sviluppo economico, del progresso civile. Anche una famiglia vive bene a condizione che i suoi componenti collaborino in reciproca intesa per uno scopo comune. Ma essendo ognuno un’entità unica, diversa, la disarmonia nasce quando una realtà individuale o, collettiva cerca di prevalere sulle altre. Ma è necessario considerare che nell’universo vi sono realtà incompatibili per loro natura.
E’ necessario che nella diversità le cose si armonizzino tra loro, così come armonicamente si dispongono le diverse note su di un pentagramma per dar vita ad un unico concerto, il quale non potrebbe realizzarsi senza la diversità stessa delle note. Dalla purezza di ogni singola nota dipende poi l’armonica bellezza dell’insieme. Ma come non tutti i toni delle diverse note possono essere affiancati, vi sono principi concettualmente agli antipodi che difficilmente possono essere messi in relazione. Di fronte alla convinzione dell’ateo come conciliare il pensiero del credente? Non sempre è necessario accettare integralmente il pensiero dell’interlocutore, anzi a volte su ciò che divide è meglio tacere nell’attesa che la coscienza maturi disponendosi al reciproco rispetto delle idee, perché non si possono raccogliere i frutti di un albero prima che questi siano maturi.
Il compito di ognuno deve essere quello di individuare ciò che di positivo può essere messo in comune, il punto in cui collocare le proprie capacità per il massimo bene collettivo. Follia è pensare che la propria verità, o che una sola dottrina, abbia in se tutti gli elementi necessari a formare il Mosaico della Vita da non avere bisogno dell’integrazione e del contributo degli altri.
Se in un cantiere gli operai si contrastano a vicenda per dimostrare che il proprio ruolo è il più importante, certo nessuna opera sarà mai realizzata. Ognuno serve la causa del bene a seconda le capacità e le attitudini personali. Come in cantiere, ai fini della realizzazione di un’opera, l’operaio è importante quanto l’ingegnere progettista: l’uno senza l’altro il lavoro si fermerebbe. Solo mettendo in sintonia le diverse capacità individuali si realizza il bene comune.
La storia del mondo è suddivisa in diverse copiose materie. Più libri studia un individuo e
maggiori possibilità ha di conoscere la realtà globale delle cose. Saggio è far proprio ciò che di edificante vi è in ogni cosa diversa dalla propria natura, senza cadere nell’errore di credere di conoscere il Tutto conoscendone solo una parte: come può la goccia avere cognizione dell’oceano?
Non basta che l’uomo sia acceso nella giustizia o abbia spiccato il senso del dovere, che sia intelligente o che abbia l’animo buono e generoso. E’ necessario che nella sua natura siano armonizzate non solo alcune ma tutte le qualità dell’animo umano affinché egli possa essere completo per costruire la propria felicità e contribuire efficacemente al bene collettivo. Se in un uomo manca una virtù in lui manca una parte del Tutto, proprio perché di tutti i mattoni ha bisogno un edificio per essere completo e rispondere al suo scopo.
Nell’ottica della cultura dell’Universalismo l’uomo non cerca l’affermazione di se stesso o delle proprie ideologie. Al di sopra di ogni fazione egli cerca la sintonia tra le parti nel rispetto dell’altrui diversità e pensiero. Ma affinché ciò possa avvenire è necessario che ognuno sia individualmente portatore e testimone di armonia, di giustizia, di onestà, di altruismo, di buona volontà, di mitezza, di tolleranza, di amor proprio, di dignità umana.
Ogni creatura è un universo a se stante a causa di molteplici fattori che contribuiscono a formare la sua natura, ma specialmente a causa della propria intima evoluzione spirituale. Ognuno vibra a seconda delle sue intrinseche qualità che sono il risultato delle sue esperienze di vita, oltre che dei suoi retaggi genetici. L’entità umana risulta costituita principalmente da quattro componenti fondamentali: il corpo, la mente, la sfera emotiva, la dimensione spirituale. Se uno solo di questi componenti non si sviluppa quantitativamente e qualitativamente come gli altri tre si genera nell’individuo una sorta di scompenso naturale che si manifesta poi attraverso la malattia del corpo, della mente o della coscienza.
Nessuna visione della vita è portatrice di valori assoluti, perché ogni verità va data ai popoli e alle singole persone nei tempi giusti e nelle proporzioni dovute. Ogni affermazione è nel vero nella stessa misura in cui può essere nell’errore. Il Male ed il Bene sono agli antipodi eppure non vi è alcuna interruzione lungo la loro via, così non vi è discontinuità tra il giorno e la notte anche se l’uno è luce e l’altro e tenebre.
Non bisogna credere che debbano essere gli altri a convincersi delle nostre idee. In ognuno ed in ogni cosa vi è parte di verità dal momento che non vi è persona che sia totalmente giusta né che sia totalmente malvagia. Il bene ed il male sono intimamente fusi in ognuno di noi in infinite proporzioni. Nella misura in cui ognuno accetta l’altro, per quella sua pur minima parte positiva, entra in sintonia con il prossimo. Ma ognuno di noi sarà incompleto finché nel nostro animo non saranno presenti tutti gli esseri, ai quali è inseparabilmente legato nel medesimo destino.
ASPETTI CULTURALI DELL’UNIVERSALISMO
Le principali componenti etico-sociali-culturali dell’Universalismo sono:
Il Sincretismo, i cui principi a si ispirano alla cultura cristiana, buddista, induista e di tutte le grandi dottrine e filosofie di ogni tempo e paese che hanno contribuito allo sviluppo della civiltà umana, alla giustizia sociale, alla democrazia, alla pace, al bene comune, alla valorizzazione della Vita, al rispetto di ogni essere vivente: anello della stessa catena biologica, parte inscindibile di un solo grande organismo che vive per il medesimo scopo dell’uomo, non in funzione di questo. Nello spirito sincretista l’Universalismo cerca di lavorare in piena armonia con tutti coloro che perseguono gli stessi obiettivi, purché dissociati da filosofie che in qualche modo giustificano il razzismo, lo specismo o qualsiasi altra ideologia che tollera la violenza fisica, psichica o morale sull’uomo come sull’animale. Promuove e sostiene ogni iniziativa intesa a mettere in sintonia filosofie, culture, dottrine, religioni, in modo da porre le basi della cultura dell’integrazione armonica e degli aspetti più costruttivi ed edificanti di ogni ricchezza settoriale.
Il Biocentrismo, componente della filosofia universalista, pone al centro di ogni suo interesse non la specie umana ma la Vita come valore assoluto ed improfanabile; si contrappone alla visione antropocentrica considerata la causa della disumanizzazione della coscienza umana, come ciò che abitua l’essere umano a convivere con l’idea della violenza e del predominio del forte sul debole, al disprezzo della diversità e dell’altrui sofferenza e come ciò che maggiormente preclude l’evoluzione civile, orale e spirituale dell’essere umano.
La filosofia del Biocentrismo si attua attraverso l’adesione ai tre principi etico-spirituali comuni a tutte le grandi culture: ”Non fare ad altri ciò che non vorresti ti fosse fatto.” “Non ammazzare.”e “Ama il prossimo tuo come te stesso” estesi dall’uomo ad ogni essere senziente. L’etica Universale del Biocentrismo tende al superamento della barriera che limita il diritto al rispetto, alla libertà e alla vita ai soli esseri umani.
Ogni violenza ed ogni ingiustizia scaturisce dall’incapacità dell’animo umano di condividere l’altrui sofferenza. L’indifferenza verso il dolore e la morte degli animali che uccide, sfrutta ed utilizza per i suoi interessi, rende insensibile l’essere umano anche nei confronti della sofferenza e della morte dei suoi stessi simili. Nell’ottica di tale Etica Universale la cultura del Biocentrismo promuove e sostiene ogni iniziativa che ha come scopo la difesa degli animali e della natura, per il riconoscimento della sacralità della Vita in tutte le sue manifestazioni. Riconosce gli animali quali soggetti di diritto e si dissocia e condanna ogni attività umana improntata allo sfruttamento degli animali e da tutto ciò che comporta restrizione alla loro libertà, o che causa sofferenza e morte.
La filosofia dell’Universalismo condanna l’alimentazione carnivora non solo perché causa l’uccisione di miliardi di creature innocenti (che come l’uomo amano la vita, soffrono ed hanno terrore della morte) ma perché predispone alle peggiori patologie umane, all’aggressività e alla violenza, all’idea dello sfruttamento e della sottomissione del più debole, a danno della sua coscienza morale, dell’ambiente dell’economia, della miseria e della fame nel mondo.
Cultura delle cause e del senso critico. Uno dei mezzi fondamentali attraverso cui attuare l’autodeterminazione e lo sviluppo delle potenzialità armoniche dell’essere umano è lo sviluppo del senso critico dei fatti e dei personaggi della storia, passata ed attuale. Per questo l’Universalismo promuove e sostiene ogni iniziativa intesa a superare l’attuale cultura degli effetti per sostituirla con la cultura delle cause al fine di liberare l’essere umano dagli schematismi convenzionali al sotterraneo servizio del potere.
L’Universalismo sostiene inoltre l’impellente necessità di una Nuova Cultura Scolastica, non più nozionistica ma causale, integrale e sincretista al fine di favorire lo sviluppo di una NUOVA COSCIENZA UMANA che ripudia il contrasto, la violenza, la prevaricazione, l’imposizione, il predominio, la guerra . Una cultura che favorisca lo sviluppo di una mentalità di pace, di tolleranza, di disponibilità verso l’altro, di critica e formativa sul piano etico, umanistico e della sfera sentimentale ed emotiva dell’essere umano, della fraterna collaborazione, del dovere, dell’amore e del rispetto verso tutto ciò che vive.
L’Universalismo vuole porre al centro di ogni attività didattica lo sviluppo delle virtù dell’animo umano attraverso l’inserimento nei programmi degli istituti scolastici di ogni ordine e grado dell’Etica Universale del Biocentrismo. Ma il compito fondamentale per lo sviluppo della nuova coscienza umana spetta allo Stato il quale ha il preciso dovere di educare i componenti della sua “famiglia” alle regole civili e morali che vuole siano adottate, altrimenti non ha il diritto di esigere dai cittadini valori che egli non ha trasmesso. Lo Stato, per mezzo della scuola, ha l’imprescindibile compito di curare la formazione della COSCIENZA MORALE dell’individuo. Lo sviluppo dei valori morali deve essere il fulcro intorno a cui far ruotare ogni altra disciplina scolastica.
La nuova civiltà umana più che di gente capace sul piano tecnico-scientifico è di gente buona, giusta, onesta e sensibile che ha bisogno per migliorare la sua condizione sociale e salvarsi da ogni possibile disarmonia sociale. Prima di cercare di risolvere qualunque problema generato dall’uomo è necessario intervenire sull’uomo che genera il problema rendendo la sua coscienza più umana e più giusta, dal momento che è la coscienza degli uomini a fare la storia la qual coscienza sempre si esprime a seconda del grado evolutivo spirituale di ognuno. Se per assurdo oggi tutti gli esseri umani avessero una splendida villa ed un cospicuo conto in banca la situazione individuale e collettiva non cambierebbe se l’animo umano restasse egoista e predatore.
I centri di potere politico, economico e religioso vogliono che gli esseri umani siano ignoranti, malati nel corpo e nello spirito, perché solo in questo modo è possibile giustificare e perpetuare la loro stessa esistenza: finché gli esseri umani saranno malati nel corpo perché vivono e si alimentano in modo innaturale avranno bisogno dell’apparato medico-scientifico-chimico-farmaceutico; finché sarà malato nello spirito avrà bisogno dei dottori dell’anima, degli eserciti e dei tutori dell’ordine sociale. Insomma lo Stato, attraverso la scuola, prima di ogni impegno deve risolvere l’uomo che genera i problemi piuttosto che cercare di risolvere i problemi generati dall’uomo.
IL VEGANESIMO
Nella visione della Nonviolenza Universale dell’Universalismo,
essere vegan è condizione imprescindibile, per il seguente ordine di motivi.
Aspetto Etico. E’ fondamentalmente ingiusto e crudele uccidere (o far uccidere) un animale, per il piacere di deliziarsi delle sue carni in un contesto sociale di benessere economico. L’indifferenza verso il dolore e la morte di una creatura, strutturalmente fatta come l’uomo, oltre a soffocare nell’animo umano il sentimento di compassione, inclina inevitabilmente alla durezza di cuore, all’insensibilità verso l’altrui sofferenza, al disprezzo della diversità e della vita.
Le guerre vi saranno finché vi sarà gente disposta ad uccidere ed è capace di uccidere chi non è in grado di condividere il dolore della sua vittima Una società che convive con il massacro giornaliero di milioni di animali innocenti, rinchiusi nei campi di sterminio dei mattatoi, non può che generare violenza ed ingiustizia anche tra gli esseri umani. Le vibrazioni di terrore che scaturiscono durante la macellazione gravano sulla coscienza collettiva come una tremenda nèmesi karmica di cui si pagano le conseguenze, nell’onda di ritorno, attraverso le malattie, la violenza, le ingiustizie, le guerre.
L’adesione all’etica del veganesimo, nella volontà di non causare dolore, e morte genera nell’essere umano una mentalità di pace, di giustizia, di solidarietà, una profonda sensazione di serenità, di calma interiore, di disponibilità al dialogo. Educando l’infanzia al rispetto e all’amore verso ogni essere vivente, alla valorizzazione delle multiformi espressioni della vita, alla percezione della bellezza del particolare e alla condivisione delle altrui necessità vitali, le future generazioni avranno una coscienza civile, morale e spirituale capace di ripudiare ogni violenza ed ogni ingiustizia sull’uomo, sull’animale e sulla natura e la possibilità di realizzare un mondo migliore.
ASPETTO RELIGIOSO
Nella visone religiosa, il cui il fine è il Regno di Dio sulla terra, la pacifica ed armoniosa convivenza tra l’uomo e gli altri esseri viventi è condizione imprescindibile dal momento che nel Paradiso non potrebbe trovare giustificazione il sistematico massacro di milioni di nostri fratelli animali per soddisfare gli appetiti, la vanità e l’egoismo degli uomini.
Un Dio giusto e misericordioso non può non condannare la sofferenza e la morte delle sue creature. Infatti nella Bibbia in Genesi 1,29 Dio dà all’uomo il chiaro comando ad essere vegani: “Ecco, io vi do ogni erba che produce seme ed ogni albero in cui è frutto saranno il vostro cibo, mentre agli animali do la verde erba dei campi”. A sostegno di quanto detto si riportano gli stralci dalla Bibbia inerenti il rispetto dovuto agli animali. “Ecco, io sono il Signore di ogni essere vivente. (Ger. 32,27).” “La sorte degli uomini e quella degli animali è la stessa…Non esiste superiorità dell’uomo rispetto agli animali perché tutto è vanità” (Quoelet 3,19). “Fino a quando sarà in lutto la terra e seccherà tutta l’erba dei campi? Per la malvagità dei suoi abitanti le fiere e gli uccelli periscono” (Ger.12,4).
Ed infine va ricordato che Gesù istituì l’Eucaristia con il pane ed il vino, non con il pane e la carne e che nei Vangeli apocrifi Gesù invita al rispetto e alla misericordia verso gli animali condannando duramente ogni violenza nei loro confronti: “Maledetti siano i cacciatori perché saranno a loro volta cacciati”. (Vangelo Esseno della Pace). E ancora: “Siate rispettosi e compassionevoli verso tutte le creature. Sono venuto per porre fine ai sacrifici e ai banchetti di sangue e se non smetterete di offrire e di mangiare carne l’ira divina non si allontanerà da voi”. Inoltre Gesù rimprovera aspramente i pescatori: “Forse che i pesci vengono a voi a chiedere la terra e i suoi cibi? Lasciate le reti e seguitemi”. A conferma di quanto suddetto S. Girolamo scrive: “Dopo che Cristo è venuto non è più consentito mangiare la carne”. E Porfirio aggiunge: “Gesù ci ha portato il cibo divino, il cibo carneo è nutrimento per i demoni”. E S. Gregorio di Nazianzo conferma: “Mangiare carne è un’ingiustizia abominevole”.
Tutte le grandi religioni considerano determinante, ai fini dell’elevazione spirituale e della salvezza dell’anima, il rispetto per gli animali e l’astinenza dalla carne. Se lo scopo della vita è quello di raggiungere le più alte dimensioni spirituali, il sentimento di carità e di condivisione che abbraccia non solo l’uomo ma ogni essere vivente è, sotto l’aspetto morale e spirituale più elevato di qualunque sentimento limitato alla sola specie umana.
ASPETTO SOCIALE
La progressiva conquista della democrazia si è attuata nel corso dei millenni in virtù dell’estensione dei diritti inizialmente prerogativa dei potenti. Estendere il diritto al rispetto, alla libertà e alla vita dall’uomo ad ogni essere senziente significa superare l’anacronistica ed involutiva cultura antropocentrica e superare la lunga fase storica della violenza non solo tra gli esseri umani ma tra questi ed il resto del creato. Infatti la violenza contro gli animali è il tirocinio per ogni crudeltà anche nei confronti dell’uomo. Finché gli uomini sfrutteranno ed uccideranno gli animali essi non cesseranno neppure di sfruttarsi ed uccidersi tra loro. Solo il rispetto della diversità, la valorizzazione della sacralità della Vita, l’amore per tutte le cose può far maturare nell’uomo quella nuova coscienza umana che gli consentirà di realizzazione un mondo migliore.
ASPETTO ANTROPOLOGICO
L’anatomia comparata, l’istintologia, l’immunologia, la neurofisiologia, confermano che l’essere umano è un animale non onnivoro, né tantomeno carnivoro, ma fruttariano come i primati al cui ordine appartiene i quali hanno un apparato masticatorio e digerente simile al nostro, assai diverso da quello degli animali carnivori. Ogni organismo vivente è programmato dalla natura per cibarsi con un determinato e specifico alimento. La sostituzione di tale “carburante” con un altro non adatto produce gli stessi effetti al motore di un’automobile a benzina che si vuole far funzionare a gasolio. Significativo è anche il fatto che la vita media dei mammiferi (alla cui classe l’uomo appartiene) è circa 7 volte il periodo del suo sviluppo fisico. Quindi l’essere umano dovrebbe vivere 130-140 anni: età raggiunta solo dalle popolazioni a regime vegetariano.
I nostri progenitori, dopo circa 3 milioni di anni di regime vegetariano, a causa delle mutazioni climatiche dovute alla glaciazione nel Pleistocene, le foreste si trasformarono in savane e si adattarono a vivere di sciacallaggio inserendo nella loro dieta anche la carne nella percentuale del 20-30%, restando quindi, anche in quel periodo, sostanzialmente, vegetariani. Ma a causa della presenza della carne nella dieta dell’uomo preistorico la lunghezza della vita media si accorciò quasi del 50% per tornare a risalire 10 mila anni fa circa con la scoperta dell’agricoltura. Da allora ad oggi l’alimento carneo è stato visto come uno status symbol possibile solo alle persone facoltose, per questo si riscontra nella gente comune una fame ancestrale di carne.
Con il boom economico del 1960 tutti hanno avuto la possibilità di mangiare quantitativi enormi di carne con un aumento del consumo procapite del 130%. La conseguenza è stata un’esplosione di malattie croniche e degenerative mai registrate prima nella popolazione. Infatti ai primi del 900 solo una persona su 100 moriva di cancro, oggi ne muore una ogni 2,5 persone, anche se ciò è dovuto anche all’inquinamento in generale e ai prodotti chimici usati in agricoltura. Ma circa il 60% di tutte le malattie sono di derivazione alimentare.
ASPETTO SALUTISTICO
Gli istituti di ricerca più accreditati del mondo affermano che l’alimentazione carnea favorisce l’insorgere di numerose patologie, comprese quelle degenerative e tumorali e che per contro una dieta vegetariana, ricca di frutta e verdura, contribuisce ad immunizzare l’organismo umano alla maggior parte delle malattie. Eliminando il consumo di carne si ottiene una riduzione del rischio di infarto del 90% e del 97% delle occlusioni coronariche. Le statistiche dimostrano che le popolazioni sono tanto più flagellate da malattie cardiocircolatorie e tumorali (e non solo) quanto più fanno uso di proteine e grassi animali.
I popoli che si nutrono quasi esclusivamente di carne, come gli Esquimesi, hanno vita media di appena 30 anni, oltre il più basso quoziente intellettivo. Per contro le popolazioni a regime vegetariano, come gli Hunzakus, i russi del Caucaso, gli indiani del Toda e dello Yucatan, vivono fino a 130-140 anni e fino a 90 anni sono in grado di procreare. Da considerare che in natura gli animali più miti, più forti, più prolifici e più longevi sono erbivori o vegetariani, come il cavallo, il rinoceronte, il toro, l’elefante ecc. Il gorilla vegetariano è 3 volte più grosso dell’uomo e 30 volte più forte. Gli umani vegetariani risultano essere 2-3 volte più resistenti alle fatiche e 5 volte più rapidi nel recupero delle energie rispetto a coloro che mangiano la carne. Infatti la lunga schiera di primatisti mondiali in ogni disciplina sportiva conferma la superiorità della dieta vegana rispetto a quella onnivora.
ASPETTO ECONOMICO
L’alimento carneo risulta essere il più antieconomico esistente in natura, per il fatto che per produrre un kg di carne sono necessari dai 5 ai 20 kg di alimenti: cereali, frumento, mais e soia. Se tali alimenti fossero consumati direttamente dagli esseri umani si potrebbe sfamare una popolazione mondiale almeno 5 volte superiore all’attuale, mentre il 50% di tutti i cereali prodotti nel mondo servono ad ingrassare gli animali d’allevamento. Per produrre un kg di frumento sono sufficienti 200 litri di acqua, per avere un kg di carne è necessario un quantitativo di acqua 50 volte superiore. Una mucca consuma derrate alimentari quanto 12 persone. Ben 7 persone potrebbero nutrirsi con l’equivalente di quello che mangia un americano carnivoro. Il quantitativo di cereali necessari a produrre un solo hamburger sono sufficienti a sfamare 40 bambini per un giorno.
Un terreno adibito a pascolo dà una tonnellata di carne, ma se adibito a coltivazione di legumi è in grado di produrre 20 tonnellate. Lo stesso principio vale per la coltivazione della frutta e della verdura. Se tutti gli umani adottassero una dieta carnivora le riserve petrolifere mondiali sarebbero di 10 anni, mentre se tutti gli umani adottassero una dieta vegana la durata sarebbe di 300 anni.
ASPETTO AMBIENTALE
A causa delle deiezioni contaminate da enormi quantità di medicinali somministrati agli animali, i terreni destinati all’allevamento restano improduttivi per moltissimi anni. La principale causa di distruzione delle foreste pluviali è il consumo di carne (un hamburger costa 12 mq di foresta). I paesi maggiormente colpiti dalla desertificazione sono quelli in cui si allevano bovini a scopo alimentare. La quantità di alberi salvati ogni anno da un individuo vegetariano è quella di una superficie di 4.000 mq.
I 7 PUNTI FONDAMENTALI DELL’UNIVERSALISMO PER IL RINNOVAMENTO DELLA COSCIENZA UMANA
1) Educare l’infanzia alle virtù morali attraverso la famiglia, la scuola, lo Stato (amore, onestà, giustizia, rettitudine, tolleranza, altruismo, dignità umana, fraterna collaborazione).
2) Sensibilizzazione dell’animo umano (bontà, compassione, condivisione delle altrui necessità vitali).
3) Valorizzazione, rispetto e tutela della sacralità della Vita in tutte le sue manifestazioni e delle differenze formali e sostanziali componenti la Creazione.
4) Etica del Biocentrismo e nonviolenza universale (pacifismo, rifiuto di ogni forma di violenza sull’uomo, sull’animale, sulla natura).
5) Sincretismo delle grandi culture (religioni, filosofie, dottrine sociali; superamento delle barriere ideologiche e delle antinomie).
6) Veganesimo (come scelta di amore e di rispetto per ogni essere vivente, come mezzo per conservare la salute, tutelare gli animali, salvaguardare la natura ed eliminare la fame nel mondo).
7) Cultura delle cause (senso critico costruttivo dei fatti e dei personaggi della storia; autodeterminazione, responsabilità personale verso il destino collettivo).
ESSERE UNIVERSALISTI SIGNIFICA
- Avere una visione unitaria e globale delle esigenze vitali che accomuna tutte le creature con lo stesso diritto di esistere ed il medesimo diritto davanti a Dio e davanti alla Vita;
- Estensione del concetto di prossimo ed il comando non fare ad altri ciò che non vorresti per te stesso dall’uomo ad ogni animale senziente;
- Superamento delle antinomie: bianco/negro, maschio/femmina, sano/handicappato e delle barriere ideologiche, razziali, politiche, religiose;
- Sincretismo delle grandi religioni sotto la bandiera dello stesso Dio, padre equanime di tutte le creature;
- Creazione di un Parlamento Mondiale e di una Milizia internazionale con l’obiettivo di tutelare la pace e la sovranità dei popoli, soprattutto quelli smilitarizzati;
- Adozione di una seconda lingua e di una moneta comune per tutti i popoli della terra.
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DEFINIZIONE DEI PRINCI ETICI E COMPORTAMENTALI
NELLA BOZZA DEL PROGRAMMA DIDATTICO
“LA CULTURA SALVERA’ IL MONDO”
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Occorre dare, specialmente le nuove generazioni, gli strumenti necessari a superare contrasti, disarmonie, violenze, prevaricazioni, ingiustizie personali e sociali e anche guerre, attraverso un sistema didattico che favorisca lo sviluppo dei valori civili, morali, spirituali, la conoscenza critica costruttiva, la compassione universale e il senso di responsabilità verso se stessi e la grande famiglia dei viventi.
Ogni fase scolastica (dalla scuola materna all’università) sarà accompagnata dallo studio della Scienza dell’Alimentazione, secondo i principi dell’anatomia comparata e della scienza igienista in cui dimostrare l’importanza della qualità del cibo nella vita della persona e della collettività, in grado di condizionare il nostro corpo, la nostra mente, la nostra coscienza e la nostra dimensione spirituale.
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UMUILTA’: virtù per la quale l’uomo riconosce i propri limiti, rifuggendo da ogni forma di orgoglio, di superbia, di emulazione o sopraffazione. E’ umile la persona modesta e priva di superbia, che non si ritiene migliore o più importante degli altri; virtù che porta alla consapevolezza della propria identità, dei propri limiti e delle proprie capacità e permette di entrare in relazione con gli altri, di mettersi al loro servizio senza alcuna distinzione o disparità.
GENEROSITA’: nobiltà d’animo che comporta il sacrificio dell’interesse o della soddisfazione personale di fronte al bene altrui; è donare qualcosa (di materiale o di spirituale) senza avere un secondo fine, senza aspettarsi qualcosa in cambio; ha nobiltà e grandezza d’animo e dimostra tali qualità nel sapersi dedicare interamente a una nobile causa, nello spirito di sacrificio, nel coraggio, nel disinteresse e nell’altruismo: persona che, pur potendo usare la forza, vendicarsi, punire, è pronta all’indulgenza, al perdono: generosità significa compiere un atto di generosità (anche morale) senza far sentire il peso; dare largamente il proprio aiuto, prodigarsi nell’azione; con generosità, in modo disinteressato, con altruismo:dedicarsi generosamente a una causa, con bontà, con animo indulgente; significa dimenticare generosamente i torti subiti-
FEDE: la fede è fondata sull’accettazione di una realtà invisibile, accolta come vera nonostante il mistero che l’avvolge; significa ritenere possibile quel che ancora non si è sperimentato o non si conosce personalmente. Ha fede colui che ha fiducia, che confida, che confida con salda persuasione ad un progetto da realizzare. La fede non è mai disgiunta dal sapere: tutte le nostre conoscenze si fondano su atti di fede, su credenze che noi prendiamo per buone prima di averle personalmente sperimentate. Il pensiero parte sempre da un atto di fede: la fede cerca, la ragione trova. La fede illumina sui propri limiti, sulla consapevolezza dell’ignoranza senza la quale non vi sarebbe spinta ad indagare il mistero. Non si cercherebbe infatti la verità se non si fosse certi almeno inconsciamente della sua esistenza. William Sloane Coffin ha affermato che “Fede” non è accettazione senza dimostrazione, ma fiducia senza riserve”. Fede è capacità che non ci viene data né dai sensi né dall’intelletto. Credenza è l’espressione della fede che spesso viene formulata in termini concettuali. La fede chiede che l’oggetto venga compreso con l’aiuto della ragione, e la ragione accetta ciò che la fede presenta.
SPERANZA: attesa fiduciosa, più o meno giustificata, di un evento gradito o favorevole; aspirazione, spesso illusoria, a un vago avvenire di bene o di felicità; stato d’animo d’incoraggiante o consolante e ottimistica fiducia; complesso di ambizioni e di progetti proiettati nel futuro; prospettiva o eventualità favorevole e positiva. La speranza è il solo bene comune a tutti gli esseri, è la fiduciosa attesa di un bene che quanto più desiderato tanto più matura l’aspettativa di timore o paura per la sua mancata realizzazione. Abitudine virtuosa che tende al raggiungimento di un bene futuro difficile ma non impossibile da realizzare. Ogni azione dell’uomo si basa sulla speranza. La speranza è anche una “consolazione naturale” che ci spinge a superare la paura e ad avere speranza in un bene futuro che rimedi al male che ci ha colpito.
EDUCARE ALL’ALTRUISMO: in modo da sviluppare nell’individuo le qualità morali che lo portino ad interessarsi del benessere dei propri simili e anche dei componenti di altre specie. L’altruismo può esistere in forma di collaborazione per un reciproco vantaggio, in un progetto. Gli aiuti umanitari sono una forma di altruismo. Non esiste un altruismo totalmente disinteressato e gratuito, in quanto è sempre possibile individuare un beneficio (non materiale) del donatore nella gratificazione e nell’appagamento del proprio senso di giustizia o della propria visione delle cose. L’”altruismo efficace” è un movimento che individua i modi più efficaci per migliorare il mondo agendo nella maniera del maggiore effetto positivo. Molti “altruisti effettivi” vivono in modo frugale per poter donare di più; altri intraprendono carriere redditizie al fine di aver più soldi da donare; altri ancora lavorano e donano metà del loro profitto.
L’ALTRUISMO CONSENTE DI SUPERARE:
1) L’EGOISMO PERSONALE che si esprime attraverso: l’amore eccessivo ed esclusivo di sé stessi in una valutazione esagerata delle proprie prerogative. L’egoista è alla ricerca permanente del proprio vantaggio: subordina a se stesso le esigenze degli altri per conseguire un beneficio anche a costo di danneggiare, o comunque limitare, gli interessi dell’altro. L’egoismo etico differisce dall’egoismo psicologico, in quest’ultimo l’essere umano agisce solo in base ai propri interessi. Il comportamento opposto all’egoismo è l’altruismo.
2) LA CATTIVERIA: malvagità, perfidia; attitudine ad offendere, a far del male; comportamento riprovevole, dannoso o doloroso per gli altri; incapacità di rispondere al bene, qualunque esso sia e da qualunque parte arrivi; reazione negativa ad una realtà positiva. Frustrazione, incomprensione e orgoglio generano cattiveria.
3) INDIFFERENZA: mancanza di partecipazione o di interesse; rinuncia a qualsiasi decisione nell’attesa di adeguarsi alle circostanze adatte al momento.
4) INSENSIBILITÀ: ostile incapacità di reazione o partecipazione affettiva; impassibilità, indifferenza verso le sofferenze altrui, ai rimproveri, alla bellezza, alle sollecitazioni morali, affettive provenienti da persone o cose.
EDUCARE AL SENTIMENTO DELL’AMORE COME
dedizione profonda ed esclusiva fra persone, volta ad assicurare reciproca felicità; inclinazione basata su un rapporto di affinità elettiva: materno, filiale, coniugale, per la propria famiglia, i propri amici. Inclinazione intima nei confronti di qualche cosa. Si esprime nella gentilezza, la vicinanza disinteressata, la fedeltà, la preoccupazione benevola nei confronti di altri esseri viventi. Gli antichi Greci individuavano quattro forme primarie di amore: quello parentale, l’amicizia, il desiderio erotico/romantico e l’amore spirituale. L’amore, scambio emotivo nel rispetto reciproco di principi e regole, facilita la relazione interpersonale con lo scopo di realizzare una vita felice e alleviare il dolore dell’altro. L’amore predispone al:
1) DIALOGO: colloquio tra due o più persone in un confronto d’idee, opinioni o programmi allo scopo di raggiungere un’intesa costruttiva fra le parti.
2) GENTILEZZA: cortesia, garbo nei confronti degli altri, gentilezza di modi, nobiltà interiore, finezza di sentimenti; la persona gentile è attenta, disponibile, riconoscente; rispettosa degli altri e di se stessa, ripudia la violenza, la volgarità, il pettegolezzo.
3) GRATITUDINE: disposizione d’animo a manifestare affetto verso chi ci ha fatto del bene nel desiderio di poterlo ricambiare con riconoscenza sincera e completa disponibilità.
4) COMPASSIONE: una delle strade che porta alla liberazione dal dolore universale dell’uomo. L’uomo provando compassione, nel senso originario del termine, cioè patendo assieme agli altri, non solo prende coscienza del dolore ma lo sente e lo fa suo. E’come se il singolo corpo del singolo uomo si dilatasse nel corpo degli altri uomini: la propria corporeità si assottiglia e la volontà di vivere è meno incisiva. Il dolore unisce gli uomini, li accomuna e li conforta.
L’AMORE CONSENTE DI SUPERARE:
1) MALDICENZA: disposizione a dire male degli altri anche a costo di mettere in cattiva luce se stessi secondo il detto: “L’uomo di mal coscienza, chi le fa le pensa”.
2) ODIO: ostilità, atteggiamento istintivo di condanna associato a rifiuto; ripugnanza verso qualcosa nella volontà di nuocere a qualcuno; spesso cieco, bestiale, feroce, accanito, mortale, implacabile; sentimento umano che si esprime in una forte avversione o una profonda antipatia, col proposito di distruggere l’oggetto odiato; chi odia sente che ciò è giusto, al di là di leggi e imperativi morali. Nel caso di odio verso persone, spesso non considerate propri simili. Innata capacità di provare sentimenti negativi nei confronti di un’altra persona, un animale, un oggetto. Comunemente considerato in contrapposizione all’amore: due sentimenti che possono essere accostati per intensità e impeto. Esistono diverse forme di odio: misoginia, misandria, omofobia, misantropia; nei confronti di una nazione, ideologia, fede religiosa, etnie. Il sentimento di odio svolge un ruolo spesso fondamentale nella compattezza di un gruppo o un paese nei confronti di un nemico comune.
3) CALUNNIA: accusa consapevolmente falsa contro qualcuno per infamarlo o recargli danno. Maldicenza, insinuazione, pettegolezzo, chiacchiera mediante la quale si incolpa qualcuno, pur sapendolo innocente, di un reato, un’azione delittuosa, attribuendogli un reato o un fatto che ne offenda la reputazione e lo danneggi.
4) INGANNO: azione insidiosa che ha lo scopo di circuire, raggirare e trarre in errore l’altro a proprio vantaggio e beneficio.
5) INTOLLERANZA: impossibilità di un individuo di sopportare una determinata cosa o situazione; intransigenza verso persone o opinioni che esprimano punti di vista differenti dai propri, che non collimano col proprio modello individuale e/o sociale. Reazione di un soggetto in risposta ad un torto subìto come conseguenza dell’incapacità d’accettare gli altri con le loro interferenze o differenze. Si riscontra intolleranza razziale, religiosa, politica, sportiva, ecc. a volte giustificata come reazione alla mancanza di rispetto nei nostri confronti fino alle forme più estreme di razzismo organizzato. Anche nelle persone più accomodanti a volte si possono notare comportamenti che indicano insofferenza verso altri.
6) INVIDIA: per i nostri pari che hanno raggiunto traguardi a noi preclusi; genera in chi la nutre non solo dolore, ma anche tristezza per i beni altrui che l’invidioso vorrebbe per sé e crede che l’altro li possegga immeritatamente.
Marco Tullio Cicerone considera l’invidia un sentimento devastante impossibile da arrestare una volta manifestato. Nella dottrina cristiana l’invidia compare fin dai tempi biblici con il fratricidio di Caino invidioso dell’amore di Dio per Abele. Per sant’Agostino l’invidia è il peccato per eccellenza. Presente da sempre nella storia dell’umanità, anche in quella di ogni singolo uomo. I falsi amici di Cesare prima lo ammirarono, poi l’invidiarono e uccisero.
7) RANCORE: avversione profonda, covata nell’animo in seguito a un’offesa o a un torto ricevuto. Mentre quando una persona prova risentimento verso se stessa si parla di “rimorso“.
8) VIOLENZA: azione compiuta mediante l’uso della forza che provoca dolore ad altri anche indirettamente; può essere non solo fisica ma anche morale, verbale, o psicologica (ricatti, intimidazioni, minacce) che non necessariamente implica un danno fisico e può anche avere lo scopo di indurre qualcuno ad un certo comportamento che altrimenti non avrebbe. Vi è la violenza diretta che colpisce in modo diretto e la violenza strutturale che colpisce indirettamente. Uno dei più illustri ricercatori sulle cause della violenza e delle azioni per evitarla è Johan Galtung; secondo il suo metodo “Trascend” la trasformazione dei conflitti con mezzi pacifici, può avvenire prendendo consapevolezza delle varie forme di violenza in atto ed attraverso un dialogo mediato da persone competenti , cercando soluzioni alternative tra i soggetti coinvolti.
EDUCARE AI DIRITTI E AI DOVERI
I diritti soggettivi si distinguono in diritti fondamentali dell’uomo (di natura non patrimoniale: diritto alla vita, all’integrità fisica, alla salute, all’immagine, all’onore, alla privacy, alla libertà personale, liberà di pensiero, di religione, di associazione, di riunione, ecc.); e diritti patrimoniali, (di proprietà: potere pieno ed esclusivo di godere delle utilità ricavabili da un bene). Sono sanciti nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Le norme giuridiche impongono doveri di condotta. È detto illecito il comportamento che costituisce violazione del dovere. C’è il dovere giuridico e quello morale; quest’ultimo avrebbe come referente la legge divina o la coscienza, come giudice interiore indipendente da canoni e regole fissati dall’esterno. Sovente dovere morale e dovere giuridico coincidono, ma può anche succedere che un comportamento doveroso dal punto di vista morale non lo sia dal punto di vista giuridico o, addirittura, che i due siano in contrasto tra loro. La scelta personale di non ottemperare al dovere giuridico, perché contrario a un dovere morale ritenuto prevalente, prende il nome di “obiezione di coscienza” che solo in casi eccezionali gli ordinamenti giuridici consentono di invocarla per non incorrere nelle sanzioni conseguenti all’inosservanza dei doveri.
1) ALLA DEMOCRAZIA: può riguardare qualsiasi comunità di persone e il modo in cui vengono prese le decisioni al suo interno; è una forma di Stato affermatasi prevalentemente negli ultimi due secoli. Nell’arco di più di due millenni, il concetto di democrazia ha vissuto una continua evoluzione, subendo importanti modificazioni nel corso della storia. Le prime definizioni di democrazia risalgono all’antica Grecia. Un primo riferimento lo si ritrova nei quattro regimi governativi platonici: aristocrazia, timocrazia, monarchia, democrazia. Il principio aristotelico distingue fra tre forme pure e tre forme corrotte di governo: monarchia (governo del singolo), aristocrazia (governo dei migliori) e timocrazia (governo dei censi aventi diritto) che però, secondo il filosofo, rischiavano di degenerare nel dispotismo.
2)ALLA GIUSTIZIA: l’individuo è giusto nei propositi, riconosce e rispetta il diritto di ognuno mediante l’attribuzione di quanto gli è dovuto secondo la ragione e la legge. Giustizia consiste nel dare a ciascuno il dovuto, nel giudicare con equità, nel comportarsi, agire, valutare, abolendo ogni forma di sfruttamento. La giustizia, per sé e per gli altri, si traduce in un dovere e in un diritto che coinvolge chiunque appartenga a una certa comunità: è la costante volontà di riconoscere a ciascuno ciò che gli è dovuto; tutelare i diritti di tutti e rendere a ognuno giustizia. La negazione della giustizia è l’ingiustizia, con diversi gradi di gravità della sua realizzazione a danno di una o più persone.
3)ALLA LIBERTÀ: condizione per cui un individuo può decidere di esprimersi ed agire senza costrizioni, anche se risentirà necessariamente dei condizionamenti che le vengono dal mondo reale, dalle leggi fisiche o da situazioni di altra natura. Si parla di libertà morale, giuridica, economica, politica, di pensiero; libertà metafisica, religiosa ecc. L’essenza della libertà è poter scegliere senza costrizioni o intimidazioni. L ‘uomo per sua natura è orientato a scegliere necessariamente il bene, il piacevole, la felicità, la serenità d’animo. Il male non è mai essenzialmente libero, perché conseguenza dell’ignoranza umana che scambia il male per bene. Anche per Aristotele un’azione volontaria e libera è quella che nasce dall’individuo e non da condizionanti fattori esterni. Il libero volere dell’anima vince le passioni che potrebbero condizionarlo. La libertà positiva coincide con il libero arbitrio in senso astratto, mentre la libertà negativa nega tutto ciò che impedisce al soggetto di esprimersi.
4)ALLA DIGNITÀ UMANA: valore intrinseco di ogni persona che si esprime nei propri principi morali, nella necessità di mantenerli per sé stesso e per gli altri e di tutelarli nei confronti di chi non li rispetta. Secondo il cristianesimo la dignità umana si manifesta in quanto ogni uomo è ad immagine di Dio. La dignità si oppone all’uguaglianza impersonale e indiscriminata. E’ il rispetto che si deve a sé stessi come fini non come mezzi ed in quanto dotati di coscienza, pensiero, anima. L’uomo deve avere la capacità di agire moralmente al di sopra del desiderio, dell’impulso incontrollato e della carnalità.
5)ALLA BELLEZZA: inclinare l’animo umano alla ricerca del bello, alla sintonia delle diversità, alla valorizzazione delle differenze formali e sostanziali componenti le cose, la Vita, il Cosmo. Attraverso l’analisi e l’osservazione attenta e critica, è possibile scoprire che tutto ciò che è armonico è in sintonia con se stesso e con il suo contesto sociale e naturale; che ciò che è bello gratifica l’occhio, la mente, la coscienza, e favorisce l’elevazione dello spirito.
6)ALLA COOPERAZIONE: azione condivisa per il perseguimento di uno scopo positivo di più persone, di gruppi o organismi che agiscono per il loro reciproco vantaggio. La cooperazione favorisce sviluppi positivi nel commercio, ambiente, agricoltura, lavoro, sicurezza, ricerca, innovazione. Le iniziative di cooperazione a livello sociale sono tra paese donatore e soggetto ricevente, e tra un’organizzazione internazionale e governi donatori.
ALLO SCOPO DI SUPERARE:
1) LA COMMISERAZIONE: senso di profondo sconforto e disprezzo di se stessi; prostrazione, inflessibilità di giudizio pessimista; inquietudine e difficoltà a distinguere i diversi livelli di importanza delle questioni rispetto agli aspetti essenziali; compatimento che spesso porta all’isolamento, all’annullamento di se stessi.
2) GLI ESTREMISMI: atteggiamento radicale e intransigente nel campo della dottrina, dell’ideologia o dell’azione politica, inteso a sostenere teorie o posizioni estreme considerate avanzate.
3) GELOSIA: sentimento tormentoso provocato dal timore, dal sospetto o dalla incertezza, di perdere la cosa o la persona amata ad opera di altri, o dal timore di essere traditi dalla persona amata; la gelosia genera rabbia e risentimento verso chi è più considerato o preferito dalla persona amata.
4) INDOLENZA: mancanza di voglia di fare, di compiere un’azione anche se ne riconosce l’importanza. Accidia, inerzia, lentezza associata a mancanza di energia, di decisione. Pigrizia mentale, atteggiamento in cui si trascura l’arricchimento delle proprie conoscenze e il rinnovamento delle proprie idee.
EDUCARE ALL’ONESTA
esaminando ogni circostanza in cui l’individuo viene tentato a scendere a compromessi con la propria coscienza cedendo, per es. alle lusinghe di facili guadagni, violando il corretto comportamento e la reciproca fiducia. L’onestà rende le persone affidabili, sincere, trasparenti. La persona onesta nelle piccole cose lo è anche nelle grandi, e questo genera amicizia, fiducia, accoglienza, disponibilità.
1) ALLA LEALTÀ: esplorare tutte le situazioni e le circostanze in cui la lealtà è fondamentale per il rispetto umano e la fiducia reciproca; non approfittare delle circostanze in cui si potrebbe avere un vantaggio a discapito di altri. La lealtà è una qualità morale, ha valore di correttezza e sincerità anche in situazioni difficili, mantenendo le promesse iniziali e comportandosi seguendo un corretto codice prestabilito.
2) AL RISPETTO DELL’ALTRO: verso le persone e le cose che ci circondano; il rispetto per la società, per le regole del vivere civile, per noi stessi; è riconoscimento dei diritti e meriti altrui; è considerazione dell’importanza e del valore morale, culturale di qualcuno o di qualcosa. Mancanza di rispetto significa mancanza di riconoscimento del valore dell’altro. La persona di grande intelligenza che spreca il suo talento non ispira rispetto, a differenza di una meno dotata che sfrutta le proprie capacità. La cura personale suscita rispetto. La persona autosufficiente suscita rispetto. Il dare agli altri genera rispetto perché si interagisce reciprocamente e positivamente. Fornire informazioni, esaudire richieste di aiuto, interpretare i bisogni degli altri , ascoltare, far raggiungere obiettivi, impegnandosi nel lavoro di gruppo, negoziare all’interno di situazioni controverse, ecc. Lo scambio vincola con qualche forma di restituzione, simbolica o materiale che sia: crea relazioni e legami prolungati che dovrebbero diventare regola nel comune vivere.
3) ALLA SOLIDARIETÀ: atteggiamento di benevolenza e comprensione che si manifesta fino al punto di uno sforzo attivo e gratuito, teso a venire incontro alle esigenze e ai disagi di qualcuno che abbia bisogno di aiuto. La solidarietà è sostegno reciproco, compattezza di gruppo che si esprime nella reciproca assistenza, in una fratellanza che scaturisce dalla consapevolezza di far parte di un tutt’uno. E’ il venirsi incontro in un destino comune in cui nessuno dovrebbe essere lasciato indietro o dimenticato: una società solidale è una società solida, forte, stabile. Siamo tutti sulla stessa barca, tutti sulla stessa terra. Spesso le contingenze di necessità sviluppano il senso di solidarietà tra le persone.
AL FINE DI SUPERARE:
1) L’OPPORTUNISMO: atteggiamento di chi regola il proprio comportamento a seconda delle circostanze al fine di trarne un vantaggio o comunque un profitto scendendo magari a compromessi anche a costo di rinunciare a volte ai propri principi. Capacità di sfruttare le occasioni impreviste, il momento opportuno, gli errori o le distrazioni a danno dell’avversario, anche se in contrasto con la coerenza e la propria dignità.
2) LA VOLGARITA’: spesso si associano ignoranza e volgarità, come succede in letteratura, nel cinema, nell’arte, nella musica, nella fotografia, in molte scene di film, brani musicali,e anche opere di artisti.
SCHENA SEMPLIFICATO DEI PROGRAMMI SCOLASTICI
SUDDIVISIONE DEI CONTENUTI
Scuola materna:
L’insegnamento sarà inteso a favorire, conservare la semplicità e la purezza dell’animo del bambino, la serenità, la gioia, l’armonia e la fiducia nei compagni. L’educatore sarà: premuroso, affettuoso, accorto, gentile, disponibile, assecondando la spontaneità del bambino, le sue intime esigenze ed evitare che nell’animo del bambino si sviluppino: gelosie, sensazioni di chiusura, di rifiuto, sensi di colpa, paure, frustrazioni, emarginazioni, tensioni, stati d’animo negativi, aggressività, reazioni violente, espressioni volgari.
Scuola elementare:
1 anno: valore dell’amicizia, della franchezza, della disponibilità verso i compagni, della relazione nel gioco, della disciplina.
2 anno: importanza della collaborazione, della partecipazione, della condivisione.
3 anno: importanza dell’ammissione dell’errore, della disponibilità a chiedere scusa, perdono.
4 anno: importanza della disponibilità verso i compagni.
5 anno: importanza del buon comportamento nella provocazione, nell’insulto.
Scuola media:
1 anno: lealtà, collaborazione, valore delle relazioni, della modestia, dell’umiltà, delle necessità degli altri, , della solidarietà; effetti dell’egoismo sulla vita privata e collettiva.
2 anno: superamento degli antagonismi, delle rivalità, valorizzazione delle sintonie delle parti.
3 anno: cultura eco biologica, tutela degli animali e della natura; biocentrismo ed antropocentrismo; cenni di anatomia comparata; cenni di medicina naturale e convenzionale; alimentazione convenzionale e vegan; salute e malattie umane dovute al corretto o sbagliato stile di vita.
Scuola secondaria:
1 anno: psicologia del comportamento umano; legge del libero arbitrio; origine e motivazioni della violenza umana; neuroni e retaggi genetici. Valore delle diversità biologiche, equilibrio della personalità, autocontrollo, superamento dei limiti personali.
2 anno: coscienza morale, relatività delle cose; senso critico dei personaggi e della storia; indagine sullo scopo dell’esistenza.
3 anno: superamento dei limiti personali; sviluppo della personalità, della volontà, delle proprie attitudini, delle potenzialità umane; valore dell’autocontrollo; effetti del desiderio, dell’impulso e dell’istinto non controllato; fedeltà coniugale, coppia, matrimonio, divorzio, aborto, tortura, pena di morte.
4 anno: il senso di Dio nella storia; studio delle religioni; concetto di bene e di male; il dolore e la morte nella fase dell’esistenza. Differenza tra valore soggettivo ed oggettivo, materialismo, fanatismo, estremismo, edonismo, vizio, dissolutezza, dignità umana, onestà, bontà, giustizia, rettitudine.
Università:
1 anno: analisi ed effetti di una dottrina filosofica, culturale, morale, religiosa, spirituale, sincretismo delle grandi dottrine, unicità del Tutto, storia dell’evoluzione morale; componenti dell’entità vivente (corpo, mente, sfera emozionale, spirito); estensione di concetto di prossimo; fratellanza biologica universale.
2 anno: estremismi politici, ideologici, culturali, religiosi; settarismi, autoritarismi; causa della fame nel mondo; meccanismi economici delle grandi lobby, cause della fame nel mondo.
3 anno: ipotesi di umanizzazione dei sistemi politici, economici, tecnologici, scientifici; conversione delle industrie belliche in aziende di pace; ipotesi di creazione di un Parlamento Mondiale, di una Milizia Internazionale, di una lingua comune, oltre la propria.
4 anno: il pensiero dei grandi Maestri spirituali; verifica della gestione positiva delle conoscenze culturali; valore del sincretismo, dell’integrazione delle diversità.
5 anno: sviluppo del senso critico costruttivo, analisi e cultura delle cause, dei contrasti e delle guerre e dei fenomeni, dei meccanismi geopolitici, economici, culturali, religiosi.
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