“I nostri pronipoti troveranno barbara l’usanza di nutrirsi di animali. Nei prossimi anni milioni di persone sceglieranno di mangiare a un gradino più basso della catena alimentare, così da permettere che milioni di altri possano ottenere quanto occorre per sopravvivere. Se ciò succederà, aumenterà il livello di salute globale – nostra, del Sud del mondo, del pianeta.”

(Jeremy Rifkin)

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Marcia per il clima e contro gli allevamenti intensivi

Venite a Roma il 15 giugno!!!

Animal Amnesty organizzatrice dell’evento elenca le associazioni che hanno aderito all’iniziativa:

Hanno aderito finora:

ANIMAL LIBERACTION

AVA ASSOCIAZIONE VEGAN ANIMALISTA

OIPA

THE SAVE MOVEMENT ITALIA

CLIMATE SAVE ITALIA

ANIMAL AID ITALIA

LAC

SANTUARIO CAPRA LIBERA TUTTI

VEGAN PROJECT NAPOLI

NAPOLI ANIMAL SAVE

ANIME LIBERE ANTISPECISTE

SOS NATURA

SALERNO ANIMAL SAVE

DPA

FRIDAYSFORFUTURE LUCCA

MPAA ONLUS

A proposito di cambiamenti climatici un articolo di qualche anno fa di Franco Libero Manco…

SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO

di Franco Libero Manco

Dopo la convenzione quadro del 1992 dell’Onu sul cambiamento climatico a Rio de Janeiro, dal 30 novembre all’11 dicembre si dovrebbe tenere  a Parigi la cosiddetta COP21, conferenza sul cambiamento climatico il cui obiettivo è mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto di 2° rispetto all’era preindustriale (l’attuale tendenza prevede un incremento del 3°-4° entro la fine del secolo con  le conseguenze che si possono immaginare).

Si discuterà anche sull’aiuto dei paesi ricchi, che maggiormente contribuiscono all’inquinamento, ai paesi poveri per consentire adattamenti strutturali necessari a contenere le emissioni.

Gli interessi in gioco sono enormi.

Le lobby da energie da fonti fossili e non rinnovabili (idrocarburi, carbone) principali responsabili del gas serra, con le paventate limitazioni delle emissioni e impiego di fonti energetiche rinnovabili,  potrebbero subire  contraccolpi che si ripercuoterebbero sull’economia e sugli equilibri mondiali.

Non ci resta che sperare nell’onestà e nella responsabilità degli interlocutori che potrebbero dare un notevole contributo ad uscire da questo clima di incertezze e paure. (Flm)

Quello che emerge dalla storia dei fossili è che le estinzioni di massa sono causate da tre micidiali impatti che avvengono simultaneamente:

1) Il riscaldamento climatico.

2) L’acidificazione degli oceani

3) La perdita di ossigeno dall’acqua di mare

Tutte queste occorrenze sono causate da un’emissione di una grande quantità di diossina che entra nell’atmosfera.

Quando l’acqua di mare assorbe CO2 la sua acidità aumenta. Mentre la temperatura sale la circolazione negli oceani si ferma e non permette all’ossigeno di raggiungere la profondità

Roma, 21 mag. – (Adnkronos) – Troppa carne fa male al pianeta e mette a rischio la salute: il governo si mobiliti per contenerne il consumo nel nostro Paese e sollevare il problema alla Conferenza dell’Onu sullo sviluppo ecosostenibile in programma a giugno a Rio de Janeiro. A chiederlo è la componente radicale del Pd, in una interrogazione al ministro dell’Ambiente Corrado Clini.

La crescita del consumo di carne a livello mondiale è “preoccupante, con significative ripercussioni sullo stato di salute degli ecosistemi della Terra, sul flusso di materia ed energia mobilizzato dai metabolismi sociali rispetto a quelli naturali e sulla crescita delle emissioni di gas climalteranti che derivano dalle attività agricole”, rilevano i deputati pannelliani.

Il numero di polli destinati al consumo umano, ad esempio, è cresciuto del 169% dal 1980 al 2010: da 7,2 a 19,4 miliardi.

Durante lo stesso periodo, capre e pecore hanno raggiunto i 2 miliardi e la popolazione di bovini e’ cresciuta del 17%, raggiungendo 1,4 miliardi.

Secondo i dati, le stime di crescita al 2050 prevedono una popolazione globale di polli di circa 35 miliardi, di capre e pecore di 2,7 miliardi e di bestiame di 2,6 miliardi.

Il numero di animali da allevamento, tra bovini, capre, pecore, polli, maiali, dromedari, anatre, lepri, conigli, tacchini, oche e altro e’ passata dai 9 miliardi del 1970 ai 26,7 miliardi attuali.

130.000 kq di foresta persi ogni anno.

100.000 composti chimici

9 miliardi nel 2050

92% dell’acqua consumata dall’agricoltura

Un recente articolo apparso su Business Insider ha calcolato la produzione di Co2 per i vari tipi di carne mettendoli a confronto con la produzione di proteine vegetali.

Un chilo di agnello porta con sé una parallela produzione di 39,2 kg di Co2 (l’equivalente di un viaggio in auto di almeno 140 km).

Le lenticchie? Siamo sotto al chilo.

 

La situazione non migliora se ci concentriamo sull’acqua.

Il cibo ricavato dagli animali ne consuma almeno da 5 a 10 volte di più di quella che serve ad un’alimentazione vegetale: se per 1 kg di carne bovina sono necessari non meno di 15 mila litri di acqua (più o meno l’equivalente di 110 vasche), circa 6 mila invece per un chilo di maiale, mentre per 1 kg di riso ne sono sufficienti poco più di 2.500. Per i vegetali in generale il rapporto acqua-calorie è di 1,34 al litro: la metà della carne di pollo, quasi dieci volte di meno se si prende in considerazione il manzo.

Passando al “consumo di suolo”, secondo un calcolo fatto considerando non solo lo spazio occupato dagli allevamenti ma anche dalla coltivazione di vegetali necessari al sostentamento degli animali (secondo le statistiche della Fao, il 50% della produzione mondiale di cereali ed il 90% di quella di soia sono destinate al bestiame come mangimi) l’industria alimentare sfrutta ad oggi circa il 40% dello spazio disponibile sulla Terra.

Un esempio su tutti: la foresta Amazzonica, in cui l’88% del territorio disboscato è stato adibito a pascolo. Senza contare l’altra pesante conseguenza degli allevamenti: le deiezioni del bestiame.

Una sola vacca da latte ne produce quanto 20–40 perso

La popolazione globale continua a crescere al ritmo di un milione di persone ogni quattro giorni e mezzo.

E al contrario di quel che si credeva, non sembra affatto destinata a stabilizzarsi.

Anzi, è molto probabile che entro fine secolo a sgomitare sul pianeta saremo 11 miliardi, quattro miliardi in più di oggi.

Nel reportage “Conto alla rovescia” (pubblicato da Einaudi) il giornalista americano Alan Weisman

racconta come cambierà il mondo se l’umanità si ostinerà a crescere ai ritmi attuali.

In cima alla lista delle preoccupazioni c’è l’impatto della popolazione sugli ecosistemi e sulle risorse naturali da cui dipendiamo, destinato inevitabilmente ad aumentare.

«Popolazione e consumi sono i due fattori principali a gravare sull’ambiente, e già oggi con 7,2 miliardi di persone esercitiamo una pressione insostenibile», spiega Weisman: «Non c’era tanta CO2 in atmosfera da tre milioni di anni, quando i mari erano più alti di 30 metri.

Gli oceani, che assorbono la maggior parte del calore, diventano sempre più acidi, avvicinandosi a livelli sconosciuti all’umanità e agli organismi alla base della catena alimentare».

E in sostanza afferma che c’è una probabilità dell’80 per cento di ritrovarsi entro la fine del XXI secolo con una popolazione umana fra 9,6 miliardi e 12,3 miliardi di individui.

Chiunque sia vivo oggi è nato nel mezzo di quella linea e perciò pensa che l’affollamento e un’espansione senza fine siano normali.

Ma non lo sono affatto.

Batteri a parte, facciamo parte di una delle più incredibili esplosioni demografiche della storia biologica, permessa soprattutto dai dopanti chimici che usiamo in agricoltura, senza i quali saremmo da cinque a sette volte meno».

Come ripete spesso il celebre naturalista David Attenborough: «Non s’è mai visto un problema che non

sarebbe più facile risolvere se ci fossero meno persone».

E secondo gli stessi autori dello studio, una crescita così rapida rappresenta una seria minaccia per l’ambiente, la sicurezza alimentare, la salute globale e perfino per la coesione sociale.

L'immagine può contenere: cavallo, cielo, spazio all'aperto e natura

“Un uomo è morale soltanto quando
considera sacra la Vita come tale:
quelle delle piante e degli animali
altrettanto di quella dei suoi simili,
e quando si dedica ad aiutare
ogni Vita che ha bisogno” (Albert Schweitzer)

“Lo spirito dell’uomo non è morto. Continua a vivere in segreto… È giunto a credere che la compassione, sulla quale si devono basare tutte le filosofie morali, può raggiungere la massima estensione e profondità solo se riguarda tutti gli esseri viventi, e non solo gli esseri umani” (Albert Schweitzer)

“Nostro dovere è prendere parte alla vita e averne cura. Il rispetto reverenziale per tutte le forme di vita rappresenta il comandamento più importante nella sua forma più elementare” (Albert Schweitzer)

– Il Nostro Canto Libero –

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