“Tutti gli uomini, ma anche tutti gli animali sono della stessa razza, perché i princìpi dei loro corpi sono per natura gli stessi (parlando così non mi riferisco ai primi elementi dai quali provengono le piante, ma penso alla pelle, alle carni, a quel genere di umori inerenti agli animali), e ancor più perché l’anima che è in loro non è diversa per natura in rapporto agli appetiti, ai movimenti di gioia e di angoscia, ai ragionamenti e soprattutto alle sensazioni” (Teofrasto)
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CADAVERI BUONI DA MANGIARE di Franco Libero Manco
Proviamo ad immaginare le parti anatomiche di un corpo umano; immaginiamo che il cuore, il fegato, la milza, il rene, il polmone, il cervello, gli intestini, alcune costole, alcuni muscoli, siano stati levati in obitorio ad una persona deceduta e messi in un recipiente.
E ora immaginiamo gli stessi organi prelevati dal cadavere di un animale, per esempio un maiale, e messi in un altro recipiente vicino al primo.
Queste misere parti risultano, ad occhio profano, identiche, indistinguibili
Ebbene, pensare di cucinare e mangiare le prime farebbe vomitare, inorridire qualunque buona massaia o qualunque essere umano dotato di sensibilità e di senso estetico; invece, per le stesse massaie o per gli stessi cuochi, cucinare e mangiare le seconde viene considerata una prelibatezza da leccarsi le dita.
Eccetto i cannibali, chi se la sentirebbe di cucinare e mangiare la coscia, il petto, il piede, la faccia, i testicoli, la milza, il pancreas o qualunque altra parte del corpo di un essere umano?
Solo l’idea certo sconvolge ogni persona normale, mentre è considerato un piatto prelibato se ad essere cucinate sono le identiche parti anatomiche di un qualunque animale ritenuto commestibile.
Chi utilizzerebbe per il proprio pasto un recipiente in cui c’è stato del sangue umano e messi a giacere i resti di un’operazione chirurgica?
Invece, per la stragrande maggioranza delle massaie o dei cuochi è considerato normale usare recipienti in cui sono stati utilizzati resti di un cadavere di animale.
Chi consumerebbe a colazione latte di donna?
Credo nessuno.
Mentre è considerato normale utilizzare il latte di un animale, igienicamente meno adatto e meno compatibile con la nostra vita.
Chi mangerebbe un uovo uscito dalla vagina di una donna?
Sfido chiunque a superare questa ipotetica prova.
Mentre è considerato normale utilizzare, a profusione, uova uscite dall’utero di un animale, tra l’altro ritenuto il meno dotato sotto l’aspetto cerebrale, estetico, spirituale.
Come può succedere tutto questo?
Perché l’essere umano si è abituato a convivere con ciò che è raccapricciante, stomachevole, disgustoso e contro la sua stessa natura di essere emotivamente sviluppato?
Perché l’essere umano, per sua natura frugivoro, ritiene normale mangiare un animale mentre considera crudele quando animali carnivori agiscono allo stesso modo e pur non avendo gli attributi anatomici degli animali predatori si comporta come tali?
Come ha potuto arrivare a considerare buoni da mangiare dei pezzi di cadaveri sanguinolenti ed in via di putrefazione?
Come può un essere umano mettere nel suo stomaco lo stomaco cucinato di un animale?
Nel suo intestino l’intestino di un animale?
Il piede o la gamba di un animale?
Che differenza c’è tra gli occhi, le orecchie o la lingua di un essere umano e gli occhi, le orecchie e la lingua di un animale da considerarli cose da mangiare?
Così si comportavano gli uomini delle caverne, gli uomini dell’età della pietra, al tempo della grande fame, quando spinti da estreme necessità di sopravvivenza dovettero violentare la loro stessa natura emulando gli animali predatori.
Ma oggi che necessità c’è di restare ancorati ad abitudini primordiali e a pasti cadaverici?
Come può risollevarsi un’umanità decaduta e capace di giustificare con il piacere della gola comportamenti aberranti?
“Prendiamo un bambino bianco, un vitello, un gay, un bimbo nero e una donna.
Il bambino bianco nasce e muore.
Anche il vitello, il gay, il bimbo nero e la donna.
Il bambino bianco sa gioire e soffrire.
Anche il vitello, il gay, il bimbo nero e la donna.
Il bambino bianco prova emozioni…. Gioia, tristezza, paura.
Vuole vivere e stare bene, ricevere amore.
Anche il vitello, il gay, il bimbo nero e la donna.
Il bambino bianco può ammalarsi e provare dolore.
Anche il vitello, il gay, il bimbo nero e la donna.
Eppure accade spesso che il bimbo bianco sia protetto e visto con una sorta di venerazione, difeso e venerato da pubblicità tendenziose e fuorvianti, mentre il vitello… diventa un buon piatto a soli sei mesi, il gay viene schernito e messo all’angolo, il bambino nero può far pena ma mai quanto quello bianco (dunque se muore pazienza) e la donna è definita troia pur facendo le stesse scelte che fa un uomo e ogni tanto vien pure stuprata.
Perché poi tutto questo? Per cultura? Per gli scritti tramandati nei secoli? Per dubbie religioni lavacervelli?!
Ma cerrrtooooo !!! Che siano scritti, tradizioni o religioni, sono tutte frutto della mente e mano umana….
E l’umano scrive a proprio vantaggio e sa far bene più di qualsiasi altra specie il proprio tornaconto….
Sarebbe stato così se gli scritti sacri fossero stati fatti da animali? Donne? Gay dichiarati?
C’è molto da meditare.
BASTA SPECISMO!
BASTA OMOFOBIA!
BASTA RAZZISMO!
BASTA SESSISMO!
BASTA DISTINZIONI E SPACCATURE!
Questo cazzo di mondo ha bisogno AMORE! Quello vero… Che non conosce finzioni, non conosce se e ma.
BASTA!
E state tranquilli che è più facile trovare una persona davvero UMANA tra chi ama e accetta uomini, donne, animali, razze diverse e ogni forma di diversità che non tra chi fa il perbenista difendendo la specie umana come fosse la specie superiore!!!!!!!
Ah dimenticavo… Sono appena passata davanti a una chiesa dove è vietato passeggiare coi cani e FARLI LORDARE…
Ho pensato a quanto lordume c’è nella Chiesa da secoli e secoli… E stavolta la cacca del mio cane non l’ho raccolta.
Tranquilli, sul marciapiede non troverete niente, lì è pur sempre questione di civiltà.
Di Orietta Ori Libera
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