Ricordatevi, la concezione più oscurantista e perniciosa, quella più devastante e involutiva, quella che più di ogni altra dottrina o filosofia preclude l’evoluzione civile, morale e spirituale del genere umano è quella antropocentrica.
(Franco Libero Manco)
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Nessuno si senta colpevole
A PAROLE TUTTI GLI UOMINI SONO UGUALI, SOLO NELL’AZIONE SI VEDE LA DIFFERENZA
TUTTI PENSANO A CAMBIARE LA SOCIETA’, MA NESSUNO A CAMBIARE SE STESSO
E’ tendenza comune nutrire ottimismo guardando solo le cose positive della vita e soprattutto non accusare sensi di colpa per i propri eventuali errori.
Certo non è possibile trattare in modo semplicistico il problema dei “sensi di colpa” che induce a sentirsi responsabili del male compiuto e che può indurre angoscia, tristezza, sconforto, dolore, depressione
Per Freud la vera colpa è la conseguenza non la causa (che risiede nell’intenzione inconscia che può portare a commettere un delitto), la cui origine è nel complesso di Edipo in quanto da esso deriva la possibilità di distinguere tra bene e male.
Ma in fatto di alimentazione carnea il sistema è volutamente improntato a fare in modo che nessuno si senta colpevole degli effetti prodotti sulla salute umana, sugli animali vittime della nostra profonda imperdonabile ingiustizia e ingratitudine, sulla natura devastata dal nostro insano e irresponsabile stile di vita, sull’impatto delle
monocolture degli animali d’allevamento e non per ultima la fame nel mondo.
L’allevatore alleva i suoi animali, che ha visto nascere e crescere, e magari li tratta con un certo riguardo e ai quali a volte pure ci si affeziona
E magari con dispiacere li consegna ai camion dell’industria della macellazione, convinto di non essere responsabile di quello che succederà loro e poi si consola pensando che gli animali sono fatti per questo, perché così è sempre stato.
Il macellaio a sua volta non si sente in colpa per fare a pezzi l’animale perché gli è stato consegnato dall’allevatore che ha pagato e poi, soprattutto perché c’è richiesta da parte del pubblico che aspetta di consumare quei poveri resti.
Allo stesso modo la massaia non si sente in colpa di cucinare l’animale ucciso perché lo ha semplicemente acquistato dal macellaio che deve pur guadagnarsi da vivere
E non si sente in colpa chi mangia la carne perché la trova pronta nel piatto e non ha né la voglia né la possibilità di ricondurre quella macabra pietanza all’animale che è stato allevato, macellato e cucinato.
Allo stesso modo non si sente in colpa chi indossa pellicce o pelli di animali, chi assiste alle corride, chi si reca negli zoo o nei circhi equestri, chi tiene uccelli in gabbia o pesci nell’acquario, chi utilizza prodotti testati su animali ecc. ecc.
E’ così succede che nessuno si sente in colpa o responsabile se a causa del suo disinteresse, del suo egoismo, la sua mancanza di responsabilità e capacità di condivisione, nel mondo quasi un miliardo di persone soffrano la fame, se in ogni parte del globo vi sono focolai di guerre fratricide, se la natura viene devastata, se è l’aria irrespirabile, se i grandi valori morali vanno spegnendosi per far posto ad un’umanità sorda e cieca proiettata verso realtà inquietanti.
E così il ladro non si sentirà colpevole di rubare, l’assassino di uccidere, il pedofilo di violentare bambini, il camorrista di imporre tangenti, lo spacciatore di vendere droga, l’automobilista ubriaco di investire i pedoni ecc. ecc.
L’importante è che nessuno si senta in colpa per non turbare il sonno della massa dormiente (funzionale al
sistema) condizionata dalla cultura dominante propinata dai grandi centri di potere il cui solo interesse è il guadagno nel perpetuare questo stato di cose: tanto più una popolazione è ignorante tanto più è manovrabile; tanto più è malata e cattiva tanto più ha più bisogno dei dottori del corpo e dello spirito.
Credo che il senso di colpa sia l’effetto di una causa a monte; credo che sia una scossa dataci dalla natura a rivedere il nostro modo di vivere ed evitare errori dei quali poi ci potremmo pentire.
Il dolore provocato dal senso di colpa, come effetto di un errore commesso, serve a non farci commettere lo stesso sbaglio e quindi favorire il nostro processo evolutivo
Sentirsi in colpa per cose che non è stato possibile evitare, o che delle quali non siamo diretti responsabili, è da autolesionisti.
Ma privi di sensi di colpa finiamo con lo spegnere in noi ciò che ancora ci differenzia dalle macchine.
Per conto mio, guardando a come vanno le cose nel mondo sarebbe auspicabile quanto salutare un universale senso di colpa.
Esco di casa e guardo il termometro attaccato al muro. Segna 24,1. Alle volte penso a quanto sono fortunato a potermi rifugiare, ogni volta che voglio, in montagna quando il caldo diventa spaventoso. Un abbraccio solidale, senza nessuna ironia, a tutt* quell* che vivono in città e non hanno la mia stessa fortuna.
Gli uccellini cantano melodie delicate, il torrente, copioso, esprime, con le sue note fresche, un sentimento di calma. Il vento muove la grande quercia secolare in una danza che segue in armonia lo scoiattolo. La grande poiana gioca coi cuccioli in volo tra le rocce e la faina si rotola divertita al bordo del piccolo lago. Le api volano tra i fiori e le lucertole si riposano al sole su rocce calde. Il ribes ormai rosso ha il sapore del messaggero dei dolci e il picchio suona , come un tamburo sorpreso, le note della corteccia del faggio colpito dal fulmine. E il vecchio Olmo cammina, nella foresta incantata, alla ricerca dei funghi del castagno…
Che queste poche parole possano, se possibile, alleviare la fatica di questi giorni e la disarmante resistenza obbligata…
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