“Non chiederti se gli Animali possiedano un’anima. Piuttosto domandati come puoi amarne uno e nutrirti dell’altro. Ogni Essere Vivente è dotato di Anima. Possiamo dire altrettanto di tutti quegli uomini la cui mente discrimina? Non esistono animali di serie A e animali di serie B. Esiste la cattiva coscienza umana alimentata dallo specismo e da una falsa concezione di superiorità della nostra specie”

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terza parte

“E le uova? non mangiate neppure le uova”?

Non c’è nulla nell’uovo che non sia presente nel mondo vegetale. Che necessità abbiamo di consumare uova dal momento che tra l’altro sono ricche di colesterolo? Ogni uovo consumato è una vita potenziale che viene distrutta. Gli orrori degli allevamenti intensivi delle galline ovaiole ci porta a non renderci complici della morte e della sofferenza di altri esseri senzienti. Non è possibile consumare uova o latticini senza causare  la sofferenza e la morte di mucche, pecore o galline ovaiole.

 “I medici consigliano di mangiare carne e pesce”

Se un medico consiglia di mangiare carne, pesce o formaggi è un medico scientificamente non informato o è in malafede. Male informato perché non tiene conto delle dichiarazioni ufficiali degli istituti di ricerca più accreditati nel mondo in fatto nutrizionale; in mala fede se pur consapevole degli effetti negativi di tali prodotti non invita i suoi pazienti ad astenersi dal consumarli. Ma un calzolaio non raccomanderebbe mai l’utilizzo di scarpe che non si bucano. La salute lascerebbe senza lavoro medici, infermieri, istituti di ricerca, industrie chimico-farmaceutiche ecc. ecc.

“Una bella bistecca mi da la carica”

La carne è un falso apportatore di energia. E’ un eccitante, una specie di droga, che genera dipendenza e, specialmente nel bambino, induce irrequietezza ed aggressività. La carne è un alimento adatto agli animali predatori ai quali è necessaria una carica immediata per rincorrere la preda. L’animale predatore dopo un primo attacco si ferma stremato mentre l’antilope ha una resistenza alla fuga notevolmente superiore. Ma la carne rende anche aggressivi e violenti perché fa aumentare nel cervello i livelli dell’aminoacido tirosina e l’accumulo di due neurotrasmettitori, adrenalina e dopamina responsabili dell’aggressività e della violenza tipica degli animali predatori.  Finché gli uomini si ciberanno come gli animali predatori si  comporteranno come tali.

“Ci sono problemi più importanti che interessarsi di animali”

Che cosa c’è di più urgente se non di favorire lo sviluppo di una coscienza umana più giusta e responsabile, capace di proteggere la vita, di valorizzare le diversità biologiche e aprirsi alla condivisione delle necessità vitali degli altri? Capace di non causare e giustificare il massacro giornaliero di milioni di animali innocenti, non per necessità di sopravvivenza ma per piacere gastronomico? Certo l’interesse del boia non coincide con quello della vittima. Tutti i problemi dell’universo nascono dalla coscienza umana incapace di sentire la sofferenza altrui. Sensibilizzare l’individuo al rispetto degli esseri più deboli è la sola speranza per costruire una mentalità di pace, capace di ripudiare la violenza e l’ingiustizia anche verso gli umani. Rimandare il rispetto degli animali a quando saranno risolti i problemi umani significa perpetuare l’inferno a cui li abbiamo condannati. Ma tutto è interconnesso. Le guerre ci saranno finché ci sarà gente disposta ad uccidere e finché ci saranno i mattatoi vi saranno le guerre, le malattie umane, la fame nel mondo.

“E’ la legge della natura: il più forte domina sul più debole”

E’ la legge che noi siamo portati a ribadire e ad attuare quando le vittime sono gli altri. Se fossimo noi le vittime  sicuramente considereremmo ingiusta  questa legge. Se fossimo invasi da extraterrestri e ci trattassero nel modo in cui noi trattiamo gli animali; se allevassero noi e i nostri figli per divorarci; se costringessero le nostre donne a partorire, perché avidi del loro latte e per mangiare la tenere carni dei nostri bambini; se ci torturassero, per sperimentare su di noi le loro armi e le loro medicine; se ci costringessero a ucciderci a vicenda nelle arene per loro divertimento, allora non saremmo tanto propensi a giustificare la legge del più forte.

“Se dobbiamo uccidere gli animali almeno non facciamoli soffrire”

Chi, o che cosa, ci obbliga ad uccidere gli animali? Un fato avverso ci costringe, contro la loro stessa volontà e la nostra coscienza a macchiarci di crudeltà? Se siamo consapevoli che sia una cosa ingiusta, chi ci costringe ad essere ingiusti e tirannici? Il contadino si affeziona alle sue mucche, alle sue capre, ai suoi  conigli, ma poi, e anche se con dispiacere le consegna al macello, è convinto che così vanno le cose, così è sempre stato, che gli animali sono stati creati per questo, così dicono i preti, così dicono i medici, l’uomo ha sempre mangiato la carne ecc. ecc. in sostanza sono solo pietose, patetiche scappatoie per non rinunciare ai vantaggi che ne derivano, ma soprattutto per non rinunciare ad uno dei piaceri fondamentali della vita, il piacere della gola, anche se costa dolore e morte ad esseri innocenti.

“Mangio la carne perché mi piace”

Che è come dire, vengo a rubare in casa tua, o a violentare tua figlia, perché mi piace.  Se bastasse il piacere a giustificare le nostre azioni tutto sarebbe lecito e il mondo sarebbe un inferno. Noi cerchiamo di vivere secondo la legge del “non fare ad altri ciò che non si vorrebbe per se stessi”, mentre i difensori della bistecca antepongono il piacere del loro stomaco al dolore e alla morte di altri esseri senzienti. Questo è ciò che impedisce al genere umano di sviluppare in se stesso quella sensibilità morale, spirituale e civile da renderlo capace di realizzare un mondo migliore.

 “I vegani sono estremisti pericolosi”

Rispettare la scelta di chi mangia la carne è come rispettare l’idea di chi giustifica lo schiavismo, il razzismo, la tortura o la pena di morte. Non si può impedire ad una persona di mangiare la carne dal momento che la legge lo consente;  ma per noi resta un atto dannoso e moralmente ingiusto. Coloro che considerano estremisti i vegani e credono vogliono imporre le loro idee, se cadessero nelle mani dei cannibali, certo non sarebbero così propensi a giustificare la legge del più forte. Per noi un animale è come un essere umano e la nostra coscienza ci impone di difendere l’uno e l’altro.

 “Non voglio rinunciare al piacere della carne”

La consapevolezza di risparmiare sofferenza e dolore a migliaia di vittime innocenti, che sono in grado di soffrire e temere la morte, dovrebbe compensare ogni possibile piacere gastronomico. Una persona che considera lecito mangiare la carne ritiene più importante il piacere della sua gola della vita degli animali. La cucina vegetariana e vegana risulta essere più ricca e varia di quella convenzionale, oltre che salutare e meno costosa, ma soprattutto ci esonera dall’essere la causa del dolore e della morte di tanti nostri fratelli animali.

“Non bisognerebbe uccidere neppure le zanzare”

Il diritto alla vita di un animale non dipende dalla sua dimensione fisica, altrimenti un elefante avrebbe più diritto di un uomo ad essere rispettato: è la vita che dà valore ad ogni essere vivente. Nell’universo c’è posto per tutti. E’ meglio evitare di essere molestati che dover uccidere un qualunque animale. Ma anche se è  impossibile vivere senza nuocere ai più minuti esseri viventi, l’importante è cercare di fare meno male possibile. Esiste una scala di valori che la nostra coscienza ci impone di rispettare; la capacità di condivisione dipende dal livello spirituale di ognuno. C’è chi percepisce solo la propria condizione, chi anche quella dei famigliari, parenti e amici e chi oltre a questi condivide anche la condizione dell’universo non umano.

 “Non ci sarebbe progresso umano se non si utilizzassero gli animali”

Il vero progresso è solo quello morale e spirituale. Una società che non esita a schiavizzare e a sterminare milioni di animali per meri interessi culinari o economici; una società che brucia le foreste per trasformarle in  allevamenti o in monocolture; una società che sacrifica 300 milioni di animali all’anno per sperimentare i suoi prodotti farmaceutici e le armi di distruzione, è una società senza valori morali e come tale condannata ha pagare il suo tributo con la violenza, la malattia, la fame, la guerra.

“Anche la pianta soffre”

Ovvero, le giustificazione di chi si arrampica sugli specchi per giustificare se stesso e non rinunciare al piacere della carne. Secondo alcuni la consapevolezza che la pianta sia in grado di soffrire giustifica la mancanza di pietà per gli animali. E’ il solito ritornello di chi ritiene inutile fare poco dal momento che non è possibile fare tutto, che è come dire: è inutile sfamare un singolo indigente dal momento che non si può abolire la fame nel mondo; oppure che dal momento che la città è sporca lascio pure la mia immondizia sul marciapiede; e ancora: siccome l’aria è inquinata allora fumo due pacchetti di sigarette al giorno.

Spesso chi non vuole fare il proprio dovere tira in ballo la violenza naturale. Tutto ciò che vive vuole vivere, non morire. Senza la capacità di accusare dolore ogni essere vivente si lascerebbe uccidere, senza reagire. Ma l’umanità non è pronta a considerare alla stessa stregua la vita della pianta con quella della mucca, il cavallo, la pecora il maiale ecc. che, probabilmente, a differenza dei vegetali hanno i nostri stessi meccanismi fisici, chimici e biologici, i nostri stessi ricettori del dolore.

La nostra filosofia di vita, la nostra etica vegan, ci porta gradualmente ad escludere anche la pianta nella nostra nutrizione e nutrirci dei frutti della stessa, e questo non è affatto difficile farlo: oltre tutti i frutti succosi e commestibili degli alberi, noi vegan cerchiamo di consumare pomodori, melanzane, zucchine, peperoni, carciofi ecc.,  tutti i semi, tutti i cereali e tutte le leguminose. Ma c’è chi ci accusa che anche mangiare i frutti si causa violenza alla pianta, che è come volere paragonare il taglio di capelli all’uccisione di un uomo, o le bombe alle parolacce.

“Sono solo animali, non capiscono, non soffrono”

E’ la stessa assurda convinzione sostenuta da millenni nei confronti degli schiavi. La percezione del dolore serve a spingere ogni essere vivente a fuggire la morte e a conservare se stesso, altrimenti la vita si spegnerebbe nell’universo. Ma gli uomini preferiscono ignorare le somiglianze con gli animali per paura di dover riconoscere loro dei diritti e dover, quindi, rinunciare al loro sfruttamento e al “vantaggio” che ne deriva sotto l’aspetto economico e alimentare.

“Gli animali si aggrediscono tra di loro”

Se uccidere l’animale viene giustificato dal fatto che gli animali si usano violenza tra di loro allora l’essere umano non avrebbe scampo ad essere sterminato. A differenza dell’uomo  gli animali sono spinti da estrema necessità di sopravvivenza. Ma se disponessero dell’abbondanza di cibo di cui dispone l’uomo anche i più feroci sarebbero miti.

 “L’uomo è un animale onnivoro, ha sempre mangiato la carne”

E ha sempre sbagliato, infatti la stragrande maggioranza delle malattie colpiscono la specie umana da quando l’uomo, per necessità di sopravvivenza, ha iniziato a consumare anche la carne. Ma non è vero che l’uomo ha sempre mangiato la carne. Per millenni questo alimento è stato accessibile principalmente alle classi abbienti: il regime alimentare del popolo è stato quasi sempre vegetariano o al limite consumava la carne saltuariamente: era più conveniente assicurasi il consumo giornaliero delle uova delle galline, piuttosto che mangiarsi le galline; usufruire del latte della pecora o della mucca, piuttosto che consumare l’animale in pochi giorni. L’introduzione, anche se relativamente modesta dell’alimento carneo (circa il 25-30 %) nella dieta dell’uomo primitivo, portò ad un calo a picco della lunghezza della vita media e allo sviluppo delle malattie umane. Se la natura avesse previsto che l’uomo si nutrisse anche di carne lo avrebbe fornito degli strumenti anatomici adatti ad uccidere la preda e a neutralizzare gli effetti nocivi della carne mediante l’enzima ericasi. Mentre essendo sprovvisto di dentatura secodonta, artigli, becco, stomaco, succhi gastrici e intestini adatti a smaltire rapidamente la carne (come avviene negli animali carnivori) è segno inequivocabile che la dieta per l’essere umano è solo quella fruttariana, come conferma l’anatomia comparata e lo studio degli istinti.

 “Se mangio un po’ di carne che cosa vuoi che succeda al pianeta”?

Un solo chilo di carne di manzo costa al pianeta: 15 kg di derrate alimentari, 50.000 litri di acqua, 7 litri di petrolio, 12 mq di foresta; inquina quanto un automobile per 40 km di percorso, produce 36 kg di anidrite carbonica, produce gas metano che causa le piogge acide; oltre ad inquinare l’aria, il suolo, le falde acquifere, i mari, i laghi, i fiumi, e incidere pesantemente sull’economia, contribuisce ad affamare il 3° Mondo. La terra non ha la possibilità di nutrire un popolo di carnivori. O l’umanità diventa vegan o non ha futuro.

“Grazie agli allevamenti alcune specie non rischiano l’estinzione”

Questo è ciò che dicono coloro che cercano di giustificare lo sfruttamento dell’animale e non intendono rinunciare ai prodotti animali. Ma la natura non ha bisogno  di interferenze umane per conservare l’ordine naturale delle cose e quando  una specie rischia di estinguersi la colpa è spesso da attribuire all’azione predatrice e dissennata dell’uomo, ai prodotti chimici, ai diserbanti, ai pesticidi, alla distruzione dell’ambiente naturale. Sottrarre il latte alle mucche o alle pecore o il miele alle api è un furto legalizzato: è come se le nostre scorte alimentari per l’inverno venissero sottratte per il piacere di qualcuno. Nessun animale produce più di quanto è necessario ai suoi piccoli o scorte superiori al loro nutrimento. E quando questo si verifica è perché l’uomo è intervenuto nei meccanismi della specie alterandoli con medicinali o artifizi tecnologici.

 “Se non uccidessimo gli animali si moltiplicherebbero a dismisura”

Più si alleva e più si massacra. Gli animali che vengono sistematicamente uccisi non sono quelli che vivono allo stato naturale, ma negli allevamenti intensivi. La natura non ha bisogno della violenza della specie umana per conservare il suo ordine ed il suo equilibrio. Nessuna specie ha la possibilità di svilupparsi in modo esponenziale: superato il limite biologicamente consentito, s’innescano meccanismi naturali che diminuiscono il numero dei suoi componenti.

 “L’uomo è superiore agli animali”

Se è l’intelligenza a rendere l’uomo superiore allora un computer più di molti esseri umani ha diritto di essere rispettato. La vera superiorità sta solo nel bene che si può compiere, nella disposizione a condividere la condizione dell’altro, nella volontà di rispettare non solo l’uomo ma ogni essere vivente, nel capire che tutte le cose sono intimamente legate, come anelli della stessa catena. L’uomo non è superiore agli animali, è una specie animale come le altre. Ma l’animale a differenza dell’uomo non fa guerre, non schiavizza i suoi simili, non si droga, non uccide i suoi figli con l’aborto, non viviseziona altri animali, non devasta la natura. Vi sono attitudini negli animali che l’essere umano non è neppure in grado di immaginare. Pitagora, Leonardo da Vinci, Einstein all’età di un anno non avevano pensieri più sublimi di quelli di un cane. Il concetto di superiorità apre inquietanti estremismi di varia natura che ancora oggi si pagano le conseguenze. Citando la Bibbia in Eccl. 3,18-21 troviamo: “Non esiste superiorità dell’uomo rispetto alle bestie perché tutto è vanità. La sorte degli uomini e quella degli animali è la stessa. C’è un solo soffio vitale per tutti”.

 

“Gli animali sono fatti per l’uomo”

L’identico concetto per cui si riteneva che gli schiavi fossero fatti per i padroni, le donne per gli uomini, i negri per i bianchi, i deboli per i forti. Volendo fare riferimento ai testi biblici Dio crea gli animali non come strumenti ad uso e consumo dell’uomo  ma come compagni di vita: “Non è bene che l’uomo sia solo, gli voglio fare un aiuto che gli sia SIMILE. Allora il Signore plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e le condusse all’uomo per vedere come le avrebbe chiamate” (Gen. 2,18). E in questo contesto viene usata la parola “BARA’”, cioè creazione diretta sia per la creazione dell’uomo che per gli animali e la parola “NEFESCH” per indicare l’unico spirito che viene infuso sia negli uomini che negli animali. La licenza a mangiare anche la carne viene data ai sopravvissuti dell’Arca, perché dopo 40 giorni di pioggia era impossibile trovare sulla terra qualcosa da mangiare.

 “Gli animali non hanno un’anima”

Chi può affermare che gli esseri umani siano dotati di anima e che gli animali ne siano sprovvisti?  La presenza dell’anima dovrebbe dare all’uomo prerogative esclusive rispetto agli animali, ma non vi è peculiarità umana che non sia presente nel mondo animale. Facendo riferimento ai testi biblici troviamo che il sostantivo “pneuma” è usato indifferentemente per indicare lo spirito degli uomini, come quello degli animali. Nel libro della Sap. II 23-26 troviamo: “Poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose”. E in Gb.12,7-10: “Egli ha in mano l’anima di ogni vivente ed il soffio di ogni carne umana”. E ancora:“Se Egli richiamasse il suo spirito e a se ritornasse il suo soffio ogni carne morirebbe all’istante”: Gb. 34,14. “Dio, Dio degli spiriti di ogni essere vivente”: Num. 16,22.  Per quale motivo il Creatore non avrebbe dovuto dare un’anima anche agli animali? Anche il più egoista e crudele dei mortali non negherebbe la speranza di una realtà ultraterrena. Diceva Montaigne : “La presunzione è la nostra malattia originaria. E’ per vanità che l’uomo si uguaglia a Dio, si attribuisce prerogative divine e separa se stesso dalla folla dei viventi”.

 “Gli animali sono fatti da Dio per essere alimento per l’uomo”

Se questo fosse voluto da Dio, allora il Dio dei Cristiani non è un Dio d’amore e di misericordia, ma un Dio crudele, indifferente alla sofferenza delle sue stesse creature e non meriterebbe la nostra venerazione. Il mio Dio probabilmente soffre per gli animali che mangiano gli umani. Quando i religiosi si apriranno all’amore verso ogni essere vivente, quando smetteranno di uccidere animali e mangiarli, quando non considereranno il piacere del loro stomaco più importante del dolore e della vita degli animali allora aderirò alla vostra religione.

 “Solo l’uomo è ad immagine di Dio”

Che cosa significa essere ad immagine di Dio? avere il libero arbitrio? Questo non lo hanno, a differenti livelli, anche gli animali? Se nell’uomo c’è il senso del bene e del male di conseguenza anche in Dio ci sarebbe il bene e il male, ma questo è in antitesi con l’idea di un Dio solo Amore. L’uomo è forse ad immagine di Dio perché capace di comporre sinfonie, costruire grattacieli, far funzionare un computer? Ogni specie elabora processi utili alla sua evoluzione. L’uomo sa fare molte cose, ma le percezioni extrasensoriali degli animali sono prerogative che l’uomo ha perduto e che avvicinano più gli animali a Dio che non gli esseri umani.

 “La Bibbia ci autorizza a mangiare l’agnello pasquale”

L’usanza a mangiare l’agnello a Pasqua risale ai testi biblici in cui in Esodo 12,3-14 troviamo scritto che Dio disse a Mosè e ad Aronne: “Parlate a tutta la comunità di Israele e dite “Il dieci di questo mese ognuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. Se la famiglia fosse troppo piccola per consumare un agnello, si assocerà al suo vicino, al più prossimo della casa, secondo il numero delle persone calcolerete come dovrà essere l’agnello, secondo quanto ciascuno può mangiare. Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell’anno e lo serberete fino al 14 di questo mese: allora tutta l’assemblea della comunità di Israele lo immolerà al tramonto. Preso un po’ del suo sangue lo porranno sui due stipiti e sull’architrave delle case, in cui lo dovranno mangiare. In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con azzimi e con erbe amare. Non lo mangerete crudo, né bollito nell’acqua, ma solo arrostito al fuoco con la testa, le gambe e le viscere. Non ne dovete far avanzare fino al mattino: quello che al mattino sarà avanzato lo brucerete nel fuoco. Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. E’ la pasqua del Signore. In quella notte io passerò per il paese d’Egitto e colpirò ogni primogenito, uomo o bestia. Il sangue sulle vostre case sarà il segno che voi siete dentro: io vedrò il sangue e passerò oltre, non vi sarà per voi flagello di sterminio, quando io colpirò il paese d’Egitto. Questo giorno sarà per voi un giorno memoriale; lo celebrerete come festa del Signore; di generazione in generazione lo celebrerete come un rito”.

 “La Bibbia ci autorizza a mangiare la carne”

C’è chi dalla Bibbia prende le cose che servono a confermare i suoi punti di vista e chi crede che nella Bibbia vi sia il seme di quell’amore che l’uomo ha il dovere di far germogliare. Ci sono tante cose che oggi sono seguite, anche se non contemplate nella Bibbia, come il dogma, la Trinità, il culto delle immagini, il battesimo dei bambini, l’esistenza del purgatorio, il celibato dei preti, le feste dei Santi patronali ecc. Se dalla Bibbia dovessimo trarre tutto ciò che è comandato dovremmo anche oggi offrire olocausti, considerare legittima la schiavitù, la lapidazione, punire con la morte “Colui che maledice suo padre o sua madre”: Es. 21,15-17; e mettere in atto le seguenti prescrizioni: “Non lascerai vivere colui che pratica la magia”: Lev. 22,17; “Chiunque farà un lavoro di sabato sia messo a morte”: Es. 31,15; “Se uno commette adulterio con la moglie del prossimo, l’adultero e l’adultera dovranno essere messi a morte”: Lev. 20,10; “Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due dovranno essere messi a morte”: Lev. 20,13. “Se uno ha rapporto con una donna durante le sue regole, tutti e due saranno eliminati dal loro popolo”: Lev. 20,18. “Chi bestemmia il nome del Signore dovrà essere messo a morte: tutta la comunità lo dovrà lapidare”: Lev. 24,16. “La donna non si metterà un indumento da uomo, né l’ uomo indosserà una veste: perché chiunque fa tali cose è in abominio al Signore” (Dt 22,5). Se la Bibbia prescrivesse il taglio di un braccio di un nostro figlio saremmo disposti a mettere in atto tale comando?

Fine terza parte

Qui: Prima parte dispensa

Qui: Seconda parte dispensa

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E’ tempo di guardarsi una volta per tutte allo specchio e rispondere onestamente a questo interrogativo. Finché verrà accantonato, gli animali continueranno ad essere macellati, vivisezionati, cacciati, discriminati , schiavizzati, relegati in gabbie, sfruttati, abbandonati. In breve, considerati oggetti alla mercé umana.

– Il Nostro Canto Libero –

 

VEGAN PERCHE’ MILLE DOMANDE MILLE RISPOSTE Dispensa di Franco Libero Manco terza parte