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LA CHIESA, I VEGANI E GLI ANIMALISTI

di Franco Libero Manco

“Animali”, la parola che papa Francesco non pronuncerà mai

Finché la chiesa resterà fedele ai Vangeli canonici sarà molto difficile che possa aprirsi all’etica animalista e adottare il sistema di alimentazione vegano. Nei vangeli non c’è alcuna prescrizione in tal senso, anzi in molte circostanze Gesù ha manifestato indifferenza verso il mondo non umano, se non discredito.

La chiesa supererà la sua visione antropocentrica solo se lo imporranno le circostanze storico/sociali, come è successo per ogni sua innovazione. Che cosa potrà indurla verso l’etica animalista? Forse il fatto che nessuna legge o dottrina ha valore imperituro, come diceva Protagora “Non esistono verità valide per tutti, per tutti i luoghi e per sempre”; che i tempi erano diversi e che Gesù stesso ha superato la legge del Vecchio Testamento.

Forse perché Gesù ha messo a dimora la pianta dell’amore e che sta alla chiesa farla fruttificare. Forse che l’amore proclamato da Gesù implicitamente comprende ogni creatura (ma Egli stesso non ha dato l’esempio). Forse perché il regno di Dio non può attuarsi solo per la specie umana lasciando nella sofferenza il resto della creazione. Forse evidenziano il fatto che la sua indifferenza verso la tendenza delle nuove generazioni sensibili alla condizione degli animali danneggia se stessa e contribuisce alla mancanza di vocazioni e la fuga verso altre religioni più aperte e rispettose della vita universale.

Se nel caso molti cristiani, per pressione esterna o da un movimento interno, diventassero vegani  si creerebbero due fazioni: i cristiani vegani e quelli fedeli ai vangeli. In questo caso quale sarebbe la posizione della Chiesa? Probabilmente ammorbidirebbe le sue posizioni e aprirebbe qualche spiraglio, niente più.

Da almeno dieci anni esiste l’associazione Vegetariani Cattolici che non ha mai avuto peso sulla posizione ufficiale della chiesa e devono muoversi all’interno di un recinto stabilito dal clero pena il non riconoscimento e il rifiuto di ogni appoggio. Esiste anche il movimento esterno alla chiesa, quello nostro che da decenni diffonde la filosofia in difesa di tutti i viventi denunciando i danni, anche spirituali, dell’alimentazione carnea, ma non ha mai avuto la purché minima considerazione.

La chiesa cambia solo se è costretta, non con il dialogo, non con la fede o invocando la compassione ma solo se è obbligata. E che cosa la può costringere? Che cosa potrebbe indurre il prete a diffondere l’amore per tutti i viventi e di conseguenza essere vegano?

Anche mettendo la chiesa di fronte alle sue responsabilità e alle conseguenze dell’alimentazione carnea sulla salute delle persone e sulla sensibilità umana, e come ciò che genera i problemi fondamentali che stanno flagellando l’intero pianeta, anche questo non è sufficiente per la chiesa dal momento che lascia libera decisione al fedele di adottare o no il sistema di vita vegano.

La paura della chiesa è che dando valore all’animale l’uomo perda la sua centralità di creatura privilegiata. Invece aprendosi a tale realtà l’uomo acquisisce la vera visione della vita e sviluppa maggiore compassione responsabilità verso il creato.

Ma il papa ha altro a cui pensare che ai 170 miliardi di animali sterminati ogni anno nel mondo per deliziare il palato anche del clero. Come fosse una parola contaminante in nessuna circostanza, in nessuna enciclica il papa ha mai detto una sola parola in difesa degli animali,. E come potrebbe essere diversamente?

Da bambino sognava di fare il macellaio e pare che la voglia di carne gli sia rimasta dal momento che in un  recente libro di cucina scritto per lui da un giornalista tiene ad informare che il suo piatto preferito, cucinato con le sue mani, è “Maialino di latte farcito”.

Forse la nostra posizione più efficace potrebbe essere quella di evidenziare la fuga dei fedeli a causa della sua chiusura di fronte al mutare dei tempi e al movimento in difesa delle creature di Dio; che essa dimostra minore compassione rispetto la coscienza delle nuove generazioni. Ma anche questo, a mio avviso, è come bussare ad una porta che non intendono aprire. E’ come se un elefante dovesse preoccuparsi degli effetti di una pulce sulla coda.

I preti si sensibilizzeranno solo se influenzati dalla tendenza esterna e quindi dipende da ognuno di noi farsi parte in causa e magari denunciare la loro anacronistica chiusura. Forse sarebbe efficace una grande petizione in modo che in vaticano arrivino valanghe di lettere con la l’avvertimento di allontanarsi dal cattolicesimo.

Insegnate ai #bambini l’#Amore ed il #Rispetto verso ogni Animale. Costruiamo un #mondo di non violenza verso ogni essere vivente!

LA CHIESA, I VEGANI E GLI ANIMALISTI