Brucia la Siberia e il Canada fino all’Ovest degli Stati Uniti. #Incendi anche nell’Europa sud-orientale, Spagna, Grecia e Turchia. La Sardegna, la Sicilia e l’Abruzzo sono devastate dalle fiamme. Vogliamo occuparci di cambiamento climatico o continuiamo a blaterare di tutto ciò che dovrebbe passare in secondo piano?(“NonSoloAnimali”)

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GLI ANIMALI BRUCIANO COI BOSCHI

di Franco Libero Manco

L’incendio della natura è un crimine che non avrà perdono

Il dramma degli incendi, che puntualmente si verificano nel periodo estivo, dovrebbe allarmare maggiormente gli animalisti dal momento che causa inevitabilmente un’ecatombe di animali.

L’immane danno non sta solo nella distruzione di un’opera che la natura ha impiegato secoli per portare a compimento, oltre l’irrimediabile privazione di un bene vitale (riduzione dell’ossigeno e aumento dell’inquinamento), sta anche e soprattutto nello sterminio di milioni, miliardi di animali di qualunque specie e dimensione fisica: uccelli, (con i rispettivi nidi), rane, topi, lucertole, ragni, farfalle, formiche, ricci, lepri, volpi… inesorabilmente arsi vivi in un incendio, oltre l’agonia stessa dell’albero che muore bruciato.

C’è forse qualcosa di più terribile che morire arsi vivi? Questi animali non meritano la nostra più sentita mobilitazione dal momento che non è la dimensione corporea di un animale a dargli diritto di considerazione; non è la mole fisica a rendere un animale capace di percepire il dolore e l’agonia della morte violenta.

Le pene contro i criminali della natura sono state inasprite è vero. Ma se le ingenti somme di denaro spese per spegnere gli incendi o per il rimboschimento dei terreni fossero utilizzate anche in efficaci opere di prevenzione, come punti fissi di osservazione del territorio e possibilità di intervento immediato, oltre che  programmi di educazione scolastica mediante l’insegnamento dell’ecologia e dell’etica ambientale, sicuramente si avvantaggerebbe non solo la natura ma la stessa società umana.

Facciamo sentire la nostra vibrante protesta contro l’inerzia delle amministrazioni che ipocritamente dopo gli incendi si limitano a leccarsi le ferite, a fare proclami che puntualmente restano lettera morta. La natura non è più in grado di sopportare la follia dei piromani, gli interessi di qualcuno, l’irresponsabilità umana o presto ci presenterà il conto da pagare. Allora saranno davvero dolori per tutti.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante cielo e natura

“L’ultimo fu il passero.
Non voleva abbandonare il nido, nascosto ai predatori nella biforcazione di un ramo, al cui interno pigolavano i suoi piccoli non ancora capaci di volare.
Svanì con un grido, risucchiato dal cielo nero.
Anche il riccio aveva cercato scampo nella tana scavata nella terra, come la lepre.
La terra si chiuse sopra di loro.
Terrorizzata, ferita, confusa, mamma cinghiale non riuscì a trovare il varco che l’avrebbe messa in salvo oltre la boscaglia.
Separata dai suoi figli roteò su stessa, ascoltando le loro urla, senza vederli.
La uccise prima la paura.
Il colubro se ne andò in silenzio, contorcendosi nell’agonia.
Nello stesso silenzio caddero gli insetti e i ragni e le farfalle dalle delicate ali variopinte.
Le pecore si strinsero insieme, invano.
Invano ululò il cane legato alla catena.
Infine la fiamma mi percorse risalendo dalle radici in una vampa, fino alle foglie più alte, consumandomi nel rogo.
Avevo vissuto più di cento anni.
La mia vita si estinse nell’orrore di un minuto.”

(Daniela Pintor)

LIBERACTION

GLI ANIMALI BRUCIANO COI BOSCHI