Cultura Vegan

 

L’IMPORTANZA DELLA SCELTA VEGANA

 

Essere vegani non significa solo seguire una dieta alimentare ma abbracciare uno stile di vita conforme alle nostre esigenze fisio-chimico-biologiche di esseri pacifici e fruttariani, in armonia con il creato.

Nell’attuale situazione cui versa la salute dell’individuo colpito da innumerevoli patologie direttamente correlate ad un errato stile di vita e ad un’alimentazione innaturale, industriale, scarsa o priva del tutto di quei nutrienti fondamentali, per conservare il proprio benessere fisico, mentale, morale e spirituale, essere vegetariani non è solo una scelta personale ma un dovere per quanti cercano una società migliore. Gli allevamenti di animali e il consumo di prodotti carnei risultano infatti correlati ai più gravi problemi sociali: malattie anche degenerative, violenza, inquinamento ambientale, deforestazione, spreco di risorse energetiche, fame nel mondo.

Il veganismo trova le sue origini nel pensiero dei grandi iniziati, nei mistici, filosofi, santi uomini di cultura e di scienza di ogni tempo e paese in un forte richiamo al senso della giustizia e alla compassione universale, estesi dall’uomo ad ogni essere senziente.

Il veganismo nella sua pratica attuazione si propone di: dare all’individuo gli strumenti di difesa dalle malattie, favorire il rispetto della vita in tutte le sue manifestazioni; debellare la fame nel mondo e salvaguardare la natura; sensibilizzare la coscienza umana verso le necessità vitali di ogni essere vivente; abolire la violenza in senso lato ed opporsi ad ogni sfruttamento dell’uomo come dell’animale sviluppando una mentalità di pace, di condivisione, di non predominio, favorendo lo sviluppo di una coscienza umana più giusta e solidale, una mentalità di pace e di disponibilità verso il prossimo. Da una nuova cultura umana, aperta alla condivisione e al rispetto dei più deboli è possibile porre le basi per la per un mondo libero dalle malattie, dalla violenza e dal dolore.

 

L’Associazione Vegana Animalista Onlus nasce come movimento indipendente di ispirazione pacifista, olistica, universalista, nella volontà di estendere i codici del diritto alla vita, alla libertà e al rispetto dall’uomo ad ogni essere senziente.

 

L’AVA ripudia di ogni espressione violenta nei confronti dell’uomo come degli animali e della natura, e considera supremo il valore della Vita in tutte le sue manifestazioni; dalla consapevolezza che solo da una nuova coscienza umana più giusta e sensibile nei confronti delle esigenze vitali di ogni essere vivente, dalla protezione dei più deboli ed i più indifesi è possibile porre le basi per la realizzazione di un mondo libero dalla violenza, dall’ingiustizia. dalla malattia e dal dolore.

 

L’Associazione si adopera affinché l’infanzia sia educata alla virtù, alla pace, alla nonviolenza universale, alla tolleranza, alla fraterna collaborazione, alla valorizzazione delle differenze formali componenti

Per questo lotta contro l’antropocentrismo considerato come ciò che inclina l’uomo a convivere con la legge del più forte sul più debole e a spengere la sensibilità dell’animo umano.

 

Da un corretto modo di vivere e di alimentarsi, secondo le leggi naturali conformi alle nostre esigenze di essere fruttariani, è possibile conservare o recuperare la salute del corpo, l’equilibrio mentale, i valori morali e spirituali.

 

La pratica del vegetarismo, seguita dai più grandi uomini di spiritualità e di scienza di ogni tempo e paese, favorisce lo sviluppo di una coscienza umana più giusta e solidale, una mentalità di pace e di disponibilità verso il prossimo, il superamento delle barriere ideologiche, razziali, sociali, religiose, lo sfruttamento degli animali e delle risorse naturali, l’eliminazione della fame nel mondo.

 

Gli allevamenti di animali e il consumo di prodotti carnei risultano correlati ai più gravi problemi sociali:

 

I conflitti armati e la violenza umana, spesso scaturiscono dalla carenza di risorse alimentari ed energetiche, mantengono l’umanità sotto un costante stato di tensione e di guerra. Gli allevamenti di animali, con la necessità di adibire a pascolo sempre nuove terre, sono causa di contrasti, invasioni e guerre.

 

La fame nel mondo uccide 24.000 persone ogni giorno perché le popolazioni dei paesi poveri sono costrette dalle multinazionali agroalimentari-zootecniche a coltivare nelle loro terre monoculture per ingrassare gli animali dell’Occidente. Non c’è abbastanza terra per nutrire un popolo di carnivori: la politica dell’alimentazione carnea richiederebbe le risorse di 7 pianeti come la Terra.

 

Le malattie: il 75% delle malattie umane sono correlate al cattivo stile di vita ed il 35% direttamente correlate al consumo di prodotti carnei. L’eccessivo consumo di carne negli Usa ha causato più morti di tutte le guerre del secolo scorso dove il 68 % di tutte le malattie sono attribuibili al consumo di carne; il 12 % del prodotto interno lordo è destinato a combattere queste malattie: eliminando il consumo di carne si ottiene una riduzione del 90% di infarti e il 97% degli ictus.

 

L’inquinamento: la terra, le falde acquifere ed i mari sono contaminati dalle deiezioni di animali d’allevamento che producono escrementi 130 volte l’intero genere umano; ogni giorno si scaricano nell’aria 40 milioni di metri cubi di anidride carbonica; a causa dell’inquinamento migliaia di laghi sono biologicamente morti ed altri stanno morendo.

 

La deforestazione è dovuta alla distruzione delle terre fertili e delle foreste abbattute ad un ritmo di 14 ettari al minuto principalmente per adibirle a pascolo, causano l’irrimediabile estinzione di migliaia di specie animali e vegetali e la distruzione della biodiversità; la desertificazione minaccia circa un miliardo di persone in 100 paesi del mondo.

 

La carenza di acqua potabile: 5200 persone muoiono ogni giorno nel mondo per mancanza di acqua potabile: gli allevamenti intensivi assorbono il 70% di acqua in più delle coltivazioni vegetali; per produrre 1 kg di carne si consumano 50.000 litri di acqua potabile mentre per produrre 1 kg di cereali sono sufficienti 200 litri di acqua; che l’acqua che una persona carnivora consuma in un mese è sufficiente ad un vegetariano per un anno.

 

L’esaurimento delle fonti di energia. Lindustria della carne in Occidente assorbe un terzo dell’intera energia disponibile esponendo i paesi industrializzati ad un probabile collasso funzionale; per produrre carne di maiale si consuma 15 volte più energia di quanto occorre per produrre frutta e verdura; che se tutti gli umani adottassero una dieta carnivora la durata delle riserve petrolifere mondiali sarebbero di 13 anni, mentre se si adottasse una dieta vegetariana la durata sarebbe di 260 anni;

 

L’allevamento di animali da carne comporta un enorme spreco di risorse naturali: su un ettaro di terra, nello stesso periodo di tempo, si possono produrre: 1.000 kg di ciliegie, 2.000 kg di fagiolini, 4.000 kg di mele, 6.000 kg di carote, 8.000 kg di patate, 10.000 kg di pomodori, 12.000 kg di sedano, oppure…50 kg di carne di manzo; che per produrre 1 kg di carne di manzo vengono consumati e distrutti: 50.000 litri di acqua, 9 litri di petrolio, 15 kg di cereali, 12 mq di foresta.