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CONFERENZA DI FRANCO LIBERO MANCO – “VEGAN: MILLE DOMANDE, MILLE RISPOSTE”
6 Agosto 2020 ore 18:00 - 23:00
“Se parli con gli animali, essi parleranno con te e vi conoscerete l’uno con gli altri. Se non parli con loro, non potrai conoscerli, e ciò che non si conosce fa paura. Quando qualcosa fa paura, l’uomo la distrugge” (Geswanouth Slahoot, nativo americano della tribù di Squamish)
Ci rendiamo conto che una petizione rivolta alle televisioni non verrà mai presa in considerazione, ci sono enormi interessi degli inserzionisti da tutelare, ma magari soprattutto in questo nefasto periodo forse un pò di solletico se siamo in tanti a firmare glielo possiamo procurare, invito tutti a condividere e firmare la petizione grazie!
PETIZIONE contro la pubblicità della carne in televisione
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CONFERENZA DI FRANCO LIBERO MANCO – “VEGAN: MILLE DOMANDE, MILLE RISPOSTE”
Tutti i problemi di salute, di pensiero e di coscienza, dipendono da 3 fattori: la colazione, il pranzo e la cena
Giovedì 6 agosto dalle ore 18,00
presso il panoramico terrazzo di Pino Torre in via Savoia 35, conferenza del Dr. Franco Libero Manco, studioso di antropologia morale, scrittore, Presidente AVA, sul tema
“VEGAN: MILLE DOMANDE, MILLE RISPOSTE”
Saranno trattati i molti aspetti che caratterizzano la scelta vegan al fine di dimostrare i benefici che ne derivano, soffermandoci sulle domande che verranno da parte dei partecipanti.
Il Relatore risponderà alle domande del pubblico.
Dopo la conferenza cena fruttariana/crudista e altro offerto liberamente dai partecipanti.
Ingresso libero e gratuito ma posti limitati.
E’ opportuna la prenotazione al tel. 3283836735
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PERCEZIONI EXTRASENSORIALI
Come in un vortice di luce
mi trovai trasportato alle origini del tempo.
Vidi il fuoco primigenio espandersi
in un’immane deflagrazione atomica
e poi polveri di astri turbinanti condensarsi in costellazioni.
Vidi le galassie di Andromeda, le nubi di Magellano, la via Lattea,
i sistemi solari, la Terra, i continenti, i primi agglomerati degli umani.
Vidi onde immense sollevarsi dagli oceani
alternarsi al fuoco dirompente dei vulcani.
Percepivo il respiro ciclico dell’universo
che si esprimeva nel dualismo cosmico della creazione.
Materia, Energia e Spirito erano la stessa sostanza.
La vita che pulsava in me, nell’animale e nella pianta,
sentivo che proveniva dalla stessa Fonte e poi diramarsi
nell’intima lotta di ogni essere.
Percepivo le febbrili emozioni aggregarsi e disgregarsi senza posa,
la trappola del desiderio che incatena all’esistenza
in mille forme mutevoli del tempo.
Il mio corpo etereo vibrava nell’anima antica della pietra,
nella minuta goccia di rugiada,
nel volo simultaneo degli stormi,
nei palpiti del fiore, nel dolore nell’albero reciso,
nel terrore della gazzella in corsa davanti al predatore.
Nell’intrigato, ombroso ammasso forestale,
furtivo e guardingo vidi sollevarsi l’uomo:
c’era qualcosa di incompiuto nel suo sguardo,
qualcosa di sinistro e di pregevole.
Poi vidi fragili le dimore, le austere cattedrali di cristallo,
bagliori di spade sui bastioni del tempo,
folle di umani alla deriva,
l’ombra della croce proiettarsi sul Calvario.
Al ritmo convulso degli zoccoli
migliaia di destrieri galoppavano ansimando
e i cuori esausti dei cavalieri in armi
palpitavano sotto il peso di luccicante delle corazze.
E poi lo sbattere del vento sulle enormi vele dei triremi,
i carri uncinati, le macchine rotanti, gli aerei supersonici.
Pervasiva la Mente suprema regolava l’immensa armonia delle cose.
Capivo che l’uomo è qualcosa che deve essere superato,
trasceso, trasfigurato nella sua intima essenza.
Ma la visione si ridusse alla limitata percezione dei miei sensi.
Il richiamo dell’angelo alato, impaziente di spiccare il volo,
in me fu gioia e tormento e tornai ad essere me stesso.
(Franco Libero Manco)
“Se davvero tu aprissi gli occhi per vedere, vedresti la tua immagine in tutte le immagini. E se davvero aprissi le orecchie per sentire, sentiresti la tua voce in tutte le voci” (Khalil Gibran)
Gli Animali vengono dimenticati, quasi non esistessero più, e invece di trarre insegnamento ancora una volta da loro, una larga fetta di umanità disprezza il proprio simile e non esita ad attaccarlo. Per cosa? Per idee o opinioni diverse. Il rispetto è divenuto un concetto obsoleto, mentre la caccia alle streghe è tornata prepotentemente di moda.
E noi saremmo la specie superiore? O questi atteggiamenti dimostrano, semmai, esattamente il contrario? Ma se un qualunque animale, osservandoci, potesse parlare la nostra lingua (visto che ci stiamo dimenticando della loro), come ci giudicherebbe? È forse bastata l’emergenza Covid19 per scordare tutto e (di)mostrare nuovamente che l’Uomo possiede quei difetti di cui gli Animali sono privi?
Noi dovremmo proteggerli dal loro inferno in Terra di cui siamo gli unici responsabili. Ma davvero non proviamo vergogna per noi stessi?
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“Mi capirai quando ti farà male l’anima come a me” (Frida Kahlo)