“Gli animali non possono parlare, ma come possiamo io e te non parlare per loro e astenerci dal rappresentarli?
Ascoltiamo, noi tutti, il loro silenzioso pianto di agonia e aiutiamo quel pianto a essere ascoltato nel mondo!”
(Rukmini Devi Arundale)
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IL PESCE? PEGGIO DELLA CARNE
90,000 tonnellate di pesce consumato in Italia ogni anno viene dall’estero. La metà del pesce consumato è di allevamento
Il pesce non è una cosa, ma un essere intelligente e sensibile capace come noi di avere emozioni, di percepire il dolore e di avere paura della morte.
Se potessimo udire le loro grida quando vengono catturati e uccisi un uragano di terrore coprirebbe la faccia della terra.
La morte del pesce, come quella dei crostacei e dei molluschi, è tra le più atroci e crudeli, sia che vengano uccisi con l’amo, con la fiocina, l’arpione, il coltello o per asfissia nelle reti
Eticamente è molto più grave mangiare pesce che carne di animali terricoli: se la carne di un manzo può nutrire centinaia di persone, per nutrire le stesse persone con del pesce occorre sacrificare migliaia di vite.
La carne dei pesci è sostanza altamente putrescibile, e gli alimenti sono tanto più dannosi per l’alimentazione umana quanto più rapida è la loro putrefazione.
La carne del pesce è sostanza grassa ricca di colesterolo al pari e più di ogni altra carne: è materiale tossico, dannoso e inadatto all’alimentazione umana.
Nel pesce, come in tutti gli animali uccisi violentemente dall’uomo e poi mangiati, vi è il terrore, l’angoscia, la paura dell’animale accumulata durante la sua cattura: più è lunga e dolorosa la morte di un animale più è pregna di vibrazioni mortali
Nel pesce vi sono concentrazioni di cloruro di sodio che con la cottura possono causare tumori gastrici, ritenzione idrica, gravi idropisie; diossine, piombo, cadmio.
Il mercurio che le industrie scaricano nel mare (circa 10.000 tonnellate all’anno) passa facilmente dal pesce nell’organismo umano.
Il mercurio è una potente neurotossina in grado di interferire nello sviluppo del cervello riducendo l’intelligenza, specialmente dei bambini.
I pesci sono ricchi di purine (sostanze azotate che aumentano i livelli di acidi urici nel sangue) e di metalli pesanti dovuti all’inquinamento delle acque a causa degli scarichi industriali e fognari.
Il pesce contiene le stesse tossine delle carni e può causare, oltre i danni della carne, parassitosi (es. tenia, ascaridi), asma, eczema, prurito, allergie, malattie renali, danni al sistema nervoso, ecc.; può anche trasmettere all’uomo la salmonella, larve di tenia e di ascaridi, né la cottura è sufficiente a scongiurare tali pericoli.
Solo alcuni tipi di pesce contengono modeste quantità di Omega 3 e solo se i pesci sono selvatici o da acquicoltura con pesci che si nutrono di pesci che mangiano alghe.
OMEGA 3 NEL PESCE (mg/100 gr):
sardine fresche 1,73;
anguilla 1,30;
aringa fresca 1,09;
salmone fresco 0,89;
tonno fresco 0,80;
sgombro: 0,73;
spigola 0,48;
orata fresca 0,46
L’OMEGA 3 NEI VEGETALI (mg/100 gr):
Olio di lino: 66
Semi di lino: 32
Olio di canapa: 18
Olio di noce: 14
Soia cotta: 11
Olio di soia: 7,60
Noce: 6,50
Germe di grano: 5,40
Semi di zucca: 5
Latte di soia: 4
Fagioli di soia secchi: 1,3
Olio ex. verg. d’oliva: 1
Mandorle: 0,3
Nocciole: 0,1
Non vi è alcuna necessità di consumare pesce ma ci sono moltissime ragioni per smettere di mangiare ciò che danneggia non solo la nostra salute, il nostro pianeta, la nostra economia, ma soprattutto gli animali e la nostra coscienza
Nelle pergamene del Mar Morto, scoperte nel 1947, Gesù dice: “Forse che i pesci vengono a voi a chiedere la terra e i suoi frutti? Lasciate le reti e seguitemi, farò di voi pescatori di anime”.
Se si dovesse pagare il reale valore del pesce e della carne, senza i pesanti sussidi dello Stato agli allevatori e ai pescatori, ben pochi potrebbero permettersi il lusso di mangiare questi prodotti.
Tra il 1994 e il 2010 l’unione Europea ha elargito 26 milioni di euro ai circa 130 pescherecci italiani, anche se colpevoli di aver violato spesso le norme sulla pesca.
Non pescare, non mangiare pesci: vivi e lascia vivere.
IL NUOVO DELFINARIO NON SI FARÀ
“Tenere i delfini in cattività va contro il loro benessere”.
Così si è espresso il Ministero dell’Ambiente dell’ Ecuador, rigettando la richiesta di autorizzazioni ad aprire un Parco Zoologico e Acquario Waterland Salinas.
Le ragioni sono legate a problemi sanitari, biologici, di salute pubblica, ma soprattutto di benessere degli animali.
La migliore delle motivazioni per non aprire un delfinario, che mette a tacere i sostenitori della cattività e chiude la porta a cavilli e scappatoie una volta per tutte.
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