…che poi mi basta davvero poco per essere almeno un po’ felice. Tipo vedere un muso così.
(In foto Erika)

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LE GUERRE NASCONO NEI MATTATOI A CAUSA DELL’ALIMENTAZIONE CARNEA CHE UCCIDE IL PENSIERO E LA SENSIBILITA’ UMANA

di Franco Libero Manco

La sommatoria del pensiero e delle  coscienze individuali determina il livello culturale, morale e spirituale del genere umano

Da quando i nostri antichi progenitori, dopo milioni di anni vissuti pacificamente nella foresta, a causa dei cambiamenti climatici si adattarono a mangiare anche la carne degli animali uccisi nella savana, con l’uccisione degli animali uccise anche la sensibilità della sua coscienza.

            Questo fu il fatto più eclatante e devastante del destino umano: l’uomo si abituò alla morte dell’altro, alla vista del sangue, all’indifferenza verso il dolore causato. Questa primordiale propensione non è mutata nel tempo: grava come una cappa ineluttabile su tutto il genere umano. L’uomo non uccide più direttamente l’animale ma consumando la carne degli animali uccisi delega altri a farlo in sua vece. Gli effetti prodotti si sono rivelati l’arma vincente dei poteri forti come strumento a mantenere l’umanità  in stato di soggezione: nell’ignoranza, nella mancanza di senso critico, nella incapacità di indagare sulle cause dei grandi problemi (violenza, malattia, ignoranza), ma soprattutto a causa dell’insensibilità verso la sofferenza degli altri.

            In sostanza, per assoggettare il popolo ai meccanismi dei grandi centri di potere economico, politico e religioso è necessario che la gente sia potenzialmente incline alla violenza, sia ammalata ed ignorante. La guerra ha bisogno di gente che non usa pensare, che non percepisce l’ingiustizia ed il dolore causato. La bistecca che hai nel piatto, il pollo, il pesce ecc. assolve appieno allo scopo perché genera mancanza di senso critico e soprattutto assenza di compassione verso la vittima.

            Chi usa mangiare il corpo degli animali appositamente uccisi, approva la loro disperata prigionia negli allevamenti intensivi e la loro tremenda esecuzione. Costoro si rifiutano di correlare l’animale a ciò che hanno nel piatto ma soprattutto impediscono alla propria coscienza di emergere e di manifestarsi: ed è questo ciò che genera il sistema e la cultura dominante che favorisce e sostiene i centri di potere che hanno ogni interesse a mantenere questo stato di cose in cui si ha bisogno di eserciti e di dottori del corpo e dell’anima.

            Questo stato di cose ha prodotto un luogo di orrore e di spavento dove ogni istante un numero inimmaginabile di creature miti, buone, servizievoli, belle, forti, possenti vengono uccise, squartate, smembrate come parti di automobili da portare altrove; un luogo dove ogni sentimento di compassione, di giustizia e di amore sono annientati; un luogo dove viene negata la sofferenza delle vittime, il pianto deriso, inascoltato; un luogo dove è disprezzato il valore della vita, l’innocenza calpestata, la bellezza profanata, la mitezza annichilita.

Questo luogo infernale si chiama MATTATOIO, voluto, generato,  sostenuto da tutti coloro che usano mangiare la carne di creature che più di noi umani meritano di esistere. In sostanza, chi consuma carne contribuisce con le sue scelte alimentari a generare il pensiero e la coscienza collettiva che porta all’edificazione dei più orribili campi di sterminio. E Sta proprio nel rifiuto di pensare, nella propensione a delegare altri a gestire il nostro bene e la nostra vita, e soprattutto nella coscienza uccisa dai nostri piaceri gastronomici, le radici del male, della violenza e della guerra.

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“C’è un profondo legame tra uccidere animali e massacrare uomini in guerra.

La facoltà di delegare altri a commettere ciò che ci ripugna è la causa della maggior parte dei delitti”.

Seneca, Lucio Anneo, filosofo latino (5 a.C. 65 d.C.)

Sorrisi semplici. Non c’è bisogno di nient’altro per “strappare un po’ di felicità da questo mondo infame”.

Silvia Bandini

 

LE GUERRE NASCONO NEI MATTATOI