Le mani nei guanti. Una sprofondata nella tasca del cappotto. L’altra tiene il guinzaglio. Ogni tanto cambio mano, che entrambe possano godere del tepore che regala tenerle chiuse a pugno, al riparo dal freddo.
Le mattine presto. Il buio appiccicato ai muri. La luce dei lampioni che investe la strada. Lo scalpiccio solitario dei nostri passi. L’aria pungente. Appartengono a noi.
Ti osservo trotterellare incurante della temperatura proibitiva. I lunghi peli del muso accarezzati dall’aria che sposti avanzando spedita. Ogni tanto ti giri, ti fermi, mi osservi. Io ti sorrido. Tu riprendi a camminare tutta fiera, nel tuo mondo fatto di cose semplici.
Poi penso che a quel tuo mondo appartengo pure io… e io no, io non sono semplice.
Ma tu mi ami comunque. E io, te. Perché amarti non è complicato.

[AboutMeAndMyDog – MyPhotoMyWords]

Silvia Bandini

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LA MALEDIZIONE DELLA CARNE

di Franco Libero Manco

Fin dai .primordi la storia è costellata di orrori umani che le grandi dottrine religiose, filosofiche, scuole di pensiero ecc. non sono riuscite a superare e a rendere migliore, se non in parte,  la coscienza ed il pensiero dell’uomo e quindi la società. La domanda da porsi è perché l’uomo resta fondamentalmente incline alla violenza, alla guerra, alle ingiustizie? Perché, a differenza degli altri animali, è vittima di moltissime malattie? Le motivazioni, a mio avviso, vanno ricercate nella mancanza (in tali correnti culturali, morali e spirituali) della componente alimentare capace di condizionare la condotta dell’uomo.

Da sempre sono state trascurate le determinanti conseguenze dell’alimentazione sul modo di pensare e di agire dell’individuo, mentre la storia dimostra che l’essere umano è divenuto insensibile all’altrui sofferenza e volto alla sopraffazione dell’altro da quando ha introdotto nella sua dieta la carne degli animali uccisi: un alimento incompatibile con la sua natura di essere naturalmente fruttariano e pacifico: cioè ha consumato e consuma alimenti non adatti alla sua natura ma destinati agli animali predatori per i quali la carne ha la funzione di scatenare nell’animale la carica aggressiva per consentirne la sopravvivenza.

Se l’uomo usa mangiare ciò che mangiano  gli animali predatori pensa, agisce e si comporta come tali. Anche se questa logica da sempre è stata trascurata dai più. A qualcuno può sembrare banale, semplicistico questo assunto, l’idea che adottando lo stile di vita vegan si possano risolvere i problemi legati alla violenza dell’uomo e a gran parte delle sue malattie. Ma la realtà dei fatti conferma questo dato: le poche comunità che sono tradizionalmente vegetariane (oltre a godere di ottima salute e lunga vita) non conoscono l’odio e la violenza.

Le azioni dell’uomo sono sempre frutto del suo pensiero e della sua coscienza e quindi del livello evolutivo di ogni essere pensante e senziente. Coscienza e pensiero sono due realtà distinte ma inseparabili, si influenzano reciprocamente. al punto che l’uno senza l’altro non possono esistere: se c’è il pensiero c’è la coscienza; se muore l’uno muore anche l’altro.

LA GENTE COMUNE È MANDANTE DEGLI ORRORI CHE SI PERPETUANO NEI MATTATOI; DELEGA E TACITAMENTE CONSENTE L’INFERNO DEGLI ALLEVAMENTI INTENSIVI, DELLA VIVISEZIONE, L’AGONIA DEI PESCI, LA STRAGE DEGLI UCCELLI CON LA CACCIA. GIUSTIFICA E APPROVA LA SOFFERENZA CAUSATA, E QUESTO GENERA UNA COSCIENZA INSENSIBILE E INGIUSTA, CHE SE NE FREGA DELLA VITA E DEL DOLORE DI MILIARDI DI ESSERI INDIFESI E INNOCENTI SACRIFICATI PER SODDISFARE LA GHIOTTONERIA UMANA: SPERARE DI LIBERARSI DALLA VIOLENZA E DALLA GUERRA E’ MERA ILLUSIONE.

Se un bambino viene abituato fin dall’infanzia a considerare il prossimo come prede da sfruttare quella sarà la sua condotta da adulto. Se viene  abituato che sgozzare e mangiare agnelli, conigli o polli è una cosa lecita e giusta, la sua sensibilità viene inevitabilmente compromessa perché abituato a non dar valore alla vita e a disprezzare il dolore degli anche dei suoi simili.

La scienza conferma quanto detto. Attraverso la biochimica dei neurotrasmettitori dimostra le origini alimentari dell’aggressività umana. Gli alimenti, infatti, condizionano il biochimismo cerebrale, il pensiero e quindi il comportamento delle persone.

La demolizione delle proteine animali comporta la liberazione di alcuni aminoacidi precursori di neurotrasmettitori che hanno la capacità di condizionare il comportamento degli uomini. Questo avviene perché la carne, compresa quella di pesce, fa aumentare i livelli dell’aminoacido tirosina e l’accumulo nel cervello dopamina e adrenalina che sono i due neurotrasmettitori responsabili della grinta e dell’aggressività tipica degli animali predatori.

            Inoltre, la carne fa diminuire il livello di serotonina (neurotrasmettitore sintetizzato a partire dal triptofano) la cui produzione viene stimolata dagli alimenti vegetali. Un eccesso proteico comporta carenza di triptofano e serotonina con conseguente nascita di un comportamento energico, aggressivo e violento.

            Il triptofano, essendo un aminoacido “essenziale” è presente nel cibo vegetale ma anche nella carne. Però il triptofano della carne, come degli altri cibi iperproteici, invece di incrementare nel cervello la serotonina ne provocano la diminuzione, perché all’aumentare nel sangue del triptofano aumentano anche altri due aminoacidi, la leucina e la tirosina in misura maggiore del triptofano i quali impegnano i meccanismi di trasporto degli aminoacidi a scapito del triptofano che giunge nel cervello in dosi molto basse provocando, di conseguenza una diminuzione della serotonina con conseguente nascita di aggressività, angoscia, agitazione, propensione alla lotta.

Da molti decenni la scienza dell’alimentazione ha evidenziato anche il fattore adrenalina, cioè l’enzima dell’aggressività secrete dalle ghiandole surrenali quando un organismo è in pericolo di vita. Coloro che mangiano la carne introducono nel loro organismo questa sostanza che si trova nelle carni degli animali terrorizzati nel momento della macellazione. Ed è proprio questa adrenalina che provoca il carattere bilioso, violento, aggressivo, antisociale, diffidente, chiuso, egoista.

Che la natura degli alimenti influisca sul sistema nervoso, sulla psiche e sul comportamento umano viene confermato da uno studio pubblicato sulla rivista “La clinica dietologica” (Corriere Salute, 27.4.92), che mette in relazione l’eccesso di proteine e la produzione di adrenalina e noradrenalina da parte dell’organismo: neurotrasmettitori che esercitano un’importante influenza sullo sviluppo dell’aggressività umana: più ve ne sono in circolo più un soggetto tende a reazioni aggressive. In particolare carne, formaggi e legumi sono i principali imputati.

Anche gli studi della più recente ricerca biomedica effettuati dal dr. Giuseppe Jerace affermano che il nostro comportamento è significativamente influenzato dalla qualità degli alimenti e che una dieta vegetariana favorisce forme comportamentali più armonicamente socializzanti come risultato di un migliore equilibrio degli aminoacidi e delle vitamine apportate dal regime vegetariano.

I più grandi illuminati della terra da millenni hanno confermato quanto da noi sostenuto:  “Tu sei ciò che mangi e le tue attività modellano la tua vita. La condotta morale, le buone abitudini, lo sforzo spirituale, tutto dipende dalla qualità del cibo”  (Krishna).

le fusa del gatto possono aiutare le persone da un punto di vista sia psicologico che fisico. Il dolce ‘ron ron’ felino funziona innanzitutto come un perfetto anti stress. Il suono continuo, sia in fase inspiratoria che espiratoria, e la vibrazione favoriscono il rilassamento dei nervi, con il rilascio della tensione accumulata nei muscoli. La sua frequenza, compresa tra 20 e 140 Hertz, sarebbe vicina a quella della musica classica, che ha notoriamente proprietà ansiolitiche.
Ma la frequenza delle fusa avrebbe altre virtù terapeutiche.
Le fusa del micio sarebbero anche capaci di calmare e regolarizzare il battito cardiaco
☆Fonte la mente e’ meravigliosa☆
LA MALEDIZIONE DELLA CARNE