FINCHE’ UN ANIMALE SARA’ RECLUSO NESSUN UOMO SARA’ LIBERO
L’usanza di tenere uccelli in gabbia addolora chi ha un animo sensibile. Splendide creature, assetate di sole e di cielo, nate per essere libere, tristemente recluse in strettissimi spazi per allietare con il loro canto e la loro bellezza esseri umani privi di coscienza. L’uccello, dalle ali a ventaglio e dal piumaggio smagliante, ama spazi illimitati, cerca i suoi simili; ma l’uomo, l’uomo lo strappa al suo mondo, lo reclude, per tutta la sua brevissima esistenza, in minuscole gabbie dove i giorni, i mesi, gli anni, tutti disperatamente uguali, scandiscono il tempo fino all’ultimo suo istante di vita, fino alla sua liberazione, fino alla morte. E sogna l’uccello alberi verdi e campi d’erba in fiore che non vedrà mai; sogna la fresca acqua della terra; sogna il caldo sole negli occhi, la pioggia tamburellante sui rami, il suono delle fronde che vibrano al giocare del vento, e canta l’uccello la sua struggente nenia senza poter di sfuggire al suo destino, alla sua incomprensibile condanna.
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Dov’è il cuore della specie umana? La durezza e l’indifferenza verso il dolore dell’altro rendono l’uomo il più tirannico dei predatori. C’è nulla di più crudele, di più ingiusto, di più disumano della privazione della libertà di una creatura innocente, nata per essere libera? C’è nulla di più egoistico che cercare il proprio piacere sull’altrui sofferenza? L’insensibilità umana, l’oggettivazione del diverso, non portarono forse l’uomo a concepire l’idea dello schiavismo? Ciò che legittimò lo sfruttamento del più debole a vantaggio del più forte? Ciò che lo inclinò alla negazione del valore supremo della Vita?
Perché imprigioni ingiustamente mentre non vorresti essere imprigionato? Perché causi sofferenza se tu stesso cerchi di fuggirla? Chi ruba l’altrui libertà imprigiona la propria coscienza, tarpa le ali alla propria anima. Libera quell’ uccellino che hai nella gabbia, spezza le sue e le tue catene e finalmente anche tu sarai un uomo libero.
LIBERTA’
di Victor Hugo
Con quale diritto mettete gli uccelli in gabbia?
Con quali diritti togliete questi cantori alle macchie?
alle sorgenti, all’aurora, ai nembi, ai venti che son di loro?
Con quale diritto rubate la vita a questi viventi?
Uomo, credi tu che Dio, questo Padre, faccia nascere l’ala
per appenderla al chiodo della tua finestra?
Non puoi tu vivere felice e contento senza di questo?
Che cosa han dunque fatto quei poveri innocenti
per stare in prigione col loro nido e la loro compagna?
Date la chiave dei campi a tutti questi reclusi!
Ai campi i rosignoli, ai campi le rondini.
Le anime sconteranno il male che si fa alle ali:
la bilancia invisibile ha due piatti oscuri.
Abbiate cura delle gabbie di cui ornate le vostre pareti!
Le gabbie dorate non sono che nere graticole.
La sinistra uccelliera genera le Bastiglie.
Rispettate i dolci passeggeri dell’aria, dei prati, dei mari!
Tutta la libertà che si sottrae agli uccelli
un giusto e crudo destino la riprende agli uomini.
Noi abbiamo i tiranni perché tiranni siamo.
“Non v’è fetore al quale l’olfatto non finisca coll’abituarsi, né crimine che l’uomo non abbia imparato a considerare con indifferenza. Nel costante suicidio morale è il male supremo della caccia”. (Lev Tolstoj)
“Uccidendo l’animale l’uomo sopprime anche in se stesso le più alte capacità spirituali: l’amore e la compassione. Sopprimendo questi sentimenti diventa crudele”. (Lev Tolstoj)
Essere animalista
significa avere una coscienza sensibile non solo alle necessità vitali degli esseri umani ma anche degli animali, nostri fratelli e compagni di viaggio;
significa considerare la sofferenza come valore universale che accomuna tutti gli esseri viventi;
significa applicare il principio del “non fare ad altri ciò che non vorresti per te stesso” dall’uomo all’animale;
significa lottare a favore dei più deboli, degli oppressi, dei diversi, degli animali;
significa avere una visione unitaria della grande e inseparabile famiglia dei viventi;
significa vivere la “condivisione universale” come ciò che consentirà al genere umano di realizzare un mondo migliore senza più violenze e ingiustizie né sull’uomo, né sull’animale, né sulla natura.
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Chi potrebbe nuocere ad un essere umano se fosse educato al rispetto di ogni vivente? Imparare a rispettare il piccolo è la soluzione di ogni problema. Solo valorizzando e rispettando le diversità della vita si può sperare in una cultura capace di dare all’uomo gli strumenti morali e spirituali che gli consentano di realizzare un mondo migliore.
La violenza esercitata nei confronti dell’animale inclina l’uomo alla violenza anche verso il suo stesso simile. (Orazio)
Ogni crimine commesso dall’uomo scaturisce dalla sua incapacità di condividere la condizione della sua vittima.
L’oggettivazione di un animale senziente induce al disprezzo del valore della vita e alla negazione del suo diritto naturale ad essere libero.
La legittimità schiavizzare e ad uccidere gli animali, nella convinzione che essi siano esseri inferiori, predispone la mente e la coscienza dell’individuo a considerare sacrificabile o sfruttabile il più debole a vantaggio del più forte. Questo legittima la logica che indusse il razzismo a considerare esseri inferiori gli schiavi, i negri, gli ebrei, e avvalora la legge del più forte: la stessa motivazione assunta dal criminale per giustificare i suoi delitti.
Vi è un legame profondo tra il causare violenza agli animali ed essere inclini alla violenza verso gli esseri umani.
Tutte le cose sono interconnesse. Se una parte di un solo organismo è sofferente tutto l’organismo è in pericolo di vita. Come potrebbe una famiglia vivere in pace e in armonia se violenta, sfrutta, schiavizza, tortura e uccide la gran parte dei suoi componenti?
A nulla serve cambiare i sistemi politici o economici se prima non cambia il cuore della gente.
Perché uccidi se non voi essere ucciso? Perché imprigioni, torturi se non vuoi essere imprigionato, torturato?
Se all’uomo non importano le sofferenze degli animali perché dovrebbero importare agli Angeli le sofferenze degli umani?
L’indifferenza verso il dolore altrui il vero cancro del genere umano.
Non ho diritto ad un mondo migliore se contribuisco a renderlo peggiore con la mia violenza.
Come possiamo sperare che gli uomini diventino migliori se vengono autorizzati a massacrare giornalmente milioni di animali innocenti per mero divertimento?
Il solo modo di risolvere tutti i problemi dell’uomo è quello di renderlo più giusto e sensibile.
Gli uomini continueranno ad ammazzarsi tra di loro fintantoché massacreranno gli animali. Colui che semina morte e dolore non può raccogliere gioia e amore. Fintantoché l’uomo continuerà a distruggere tutte le forme di vita, che egli considera inferiori, non saprà mai cos’è la salute e non troverà mai la vera felicità. (Pitagora)
L’uomo non troverà pace finché non estenderà la sua compassione a tutte le creature viventi. (Albert Schweitzer)
Possa venire il tempo in cui agli animali saranno restituiti quei diritti che non avrebbero potuto essere strappati loro se non dai tiranni. (J. Bentam)
Platone: “Il tutto non esiste per te, sei tu che esisti per il tutto.”
C’è una parentela tra tutti i viventi differenti solo nella forma fisica. (Lucrezio)
Franco Libero Manco