“Ci eravamo incontrati perché doveva succedere, e anche se non fosse stato quel giorno, prima o poi ci saremmo sicuramente incontrati da qualche altra parte” (Haruki Murakami)

Leggi condividi e diffondi: PROGETTO PACE NEL MONDO – EDUCARE L’UMANITA’ ALLA PACE di Franco Libero Manco

Visita il nostro sito Associazione Vegan Animalista

Metti “Mi piace” sulla pagina Facebook del presidente Franco Libero Manco

Metti “Mi piace” sulla nostra pagina Facebook AVA Associazione Vegan Animalista

Vieni a trovarci presso la nostra sede di Roma in Piazza Asti, 5/A 

Visiona iscriviti e condividi le nostre videoconferenze dal nostro canale Youtube

 Iscriviti ai nostri gruppi su Facebook:

AVA Associazione Vegan Animalista

Supporta Agripunk e tutti i Rifugi di Animali Liberi

L’ANGOSCIA DEL DOPOGUERRA

di Franco Libero Manco

Erich Maria Remarque, scrittore tedesco di fama mondiale, nel suo libro “La vita del ritorno” traccia una sua biografia nel periodo della Prima Guerra Mondiale quando poco più che ventenne fa il maestro elementare in una scuola di un piccolo paese.

Ma la guerra con i suoi orrori ha lasciato ferite incancellabili nel giovane: la sua memoria è tormentata dai ricordi, in contrasto con la realtà del momento piena di dubbi e incertezze sull’avvenire.

 

“Entro in classe. I piccoli sono li seduti a mani giunte. Nei loro occhioni c’è tutto il timido stupore degli anni infantili. Mi guardano fiduciosi, con tanta fede, che sento come un colpo al cuore.

Eccomi davanti a voi, uno dei centomila falliti ai quali la guerra ha infranto ogni fede e quasi ogni energia; sono davanti a voi e sento quanto siete più vivi voialtri e più connessi alla vita. Sono davanti a voi e dovrei esservi maestro e guida.

Ma che cosa vi devo insegnare?

Devo dirvi che fra vent’anni sarete inariditi e mutilati, atrofizzati nei vostri più liberi istinti, ridotti senza pietà a merce da dozzina? Devo spiegarvi che tutta la cultura, tutta la civiltà, tutta la scienza non sono che uno scherno orrendo fintanto che ci sono uomini che si fanno la guerra col ferro e col gas, con la polvere e il fuoco in nome di Dio e dell’umanità?

Che cosa devo insegnarvi, piccole creature, uniche rimaste pure in questi anni terribili?

Devo dirvi come si innescano le bombe a mano e come si lanciano contro altri uomini? Devo mostrarvi come si può trasfigurare un uomo con la baionetta, abbatterlo con il calcio del fucile, accopparlo con una gravina? Devo farvi vedere come si punta una canna di moschetto contro quella meraviglia che è un petto che respira? Devo raccontarvi che cosa è una paralisi tetanica, una spina d’orsale spezzata, un cranio scoperchiato? Devo descrivervi l’aspetto delle cervella spruzzate all’ingiro, le ossa frantumate, gli intestini che sgorgano dal ventre squarciato?

Devo farvi sentire come si geme con una pallottola nel ventre, come si rantola quando si è feriti al polmone? Altro non so, non ho imparato altro.

Devo condurvi davanti alla carta geografica e dirvi: quì fu assassinato l’amore?

Devo spiegarvi che i libri che avete tra le mani sono reti con cui si attirano le vostre anime ingenue alla sterpaglia delle frasi e nei reticolati dei concetti falsati?

Eccomi davanti a voi, un essere impuro, colpevole, che vi dovrebbe scongiurare: Oh, rimanete come siete, fate che non sia abusi della luce calda dell’infanzia per farne una fiamma d’odio!

Sulle vostre fronti c’è ancora il soffio dell’innocenza… come posso pretendere di essere il vostro maestro? Dietro di me infuriano le ombre sanguinose del passato; come oso venire tra voi?

Non devo io stesso, prima ridiventare uomo?

Uno spasimo mi scuote, mi sembra di diventare di sasso e di sgretolarmi tutto.

Mi lascio cadere sulla sedia e comprendo che non posso rimanere più a lungo. Solo dopo un tempo che mi pare infinito, il mio irrigidimento si scioglie.

Mi alzo. “Ragazzi, (dico a stento) potete andare.

Oggi è vacanza…”.

L'immagine può contenere: neve, spazio all'aperto e natura

Esistono luoghi dove bisogna camminare in silenzio. Dove bisogna respirare piano per non disturbare.

Esistono luoghi dove non bisogna arrivare.

Questi sono i luoghi della solitudine della neve, del vento gelido del nord, della casa dei cervi. Delle dune delle cerve.

Luoghi incontrastati dei bramiti, del passo fugace, dei mantelli induriti dal ghiaccio. Dei larici spogli, degli abeti piegati.

Se non ascolti questo silenzio, con rispetto, ed entri in questi luoghi con arroganza e superbia. Se entri giocando a divertirti e a far rumore rischi di incontrare le amazzoni di montagna di vedetta.

E quando le incontri puoi solo stare fermo e sperare che ti lascino andare.

La montagna è il loro luogo, tu, sei solo un ospite. Spesso indesiderato.

Ma se ti fermi e pieghi la testa in segno di perdono, stai tranquillo, ti lasceranno tornare a casa.

Olmo Losca

L’ANGOSCIA DEL DOPOGUERRA