Chi vuole migliorare il mondo deve iniziare da se stesso
“Ogni filo d’erba ha il suo angelo chino su di lui che sussurra:”Cresci, cresci”
(Talmud)
“Nessuno ha fatto un errore più grande di chi non ha fatto nulla
perché non poteva fare tutto”.
(John Stuart Mill filosofo ed economista britannico)
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LE GIUSTIFICAZIONI DI CHI MANGIA ANIMALI
Anche la pianta soffre e voi vegetariani mangiate molte piante.
E’ vero, ma la quantità di piante che mangia un manzo per produrre un solo kg di carne è mille volte di più.
Dire che anche la pianta soffre per giustificare se stessi alla disponibilità a rinunciare alla carne è solo una patetica scappatoia.
Cioè: si usa giustificare la mancanza di rispetto per gli animali perché la pianta è in grado di soffrire.
E’ il solito ritornello di chi ritiene inutile fare poco dal momento che non è possibile fare tutto, che è come dire: è inutile sfamare un singolo indigente dal momento che non si può abolire la fame nel mondo; oppure che dal momento che la città è sporca lascio pure la mia immondizia sul marciapiede; e ancora: siccome l’aria è inquinata allora fumo due pacchetti di sigarette al giorno.
Questa logica porta alla giustificazione di qualunque delitto
In guerra il soldato uccide perché così farebbe il suo nemico; il ladro ruba pensando che tutti sono disonesti; c’è chi rifiuta di fare l’elemosina al barbone anteponendo i tanti problemi personali e c’è chi rinuncia a qualunque rispetto per gli animali dal momento che ci sono tanti bambini che muoiono di fame.
Tutto ciò che esiste vuole vivere, non morire
Senza la capacità di accusare dolore ogni essere vivente si lascerebbe mutilare, uccidere senza reagire.
Ma l’umanità non è pronta a considerare alla stessa stregua la vita della pianta con quella della mucca, il cavallo, la pecora il maiale ecc. che, probabilmente, a differenza dei vegetali hanno i nostri stessi meccanismi fisici, chimici e biologici, i nostri stessi ricettori del dolore.
E’ la legge della natura in cui il più forte domina sul più debole
E’ la legge che noi siamo portati ad attuare quando le vittime sono gli altri.
Se fossimo noi le vittime sicuramente considereremmo ingiusta questa legge.
Se fossimo invasi da extraterrestri e ci trattassero nel modo in cui noi trattiamo gli animali; se allevassero noi e i nostri figli per divorarci; se costringessero le nostre donne a partorire, perché avidi del loro latte e per mangiare la tenere carni dei nostri bambini; se ci torturassero, per sperimentare su di noi le loro armi e le loro medicine; se ci costringessero a ucciderci a vicenda nelle arene per loro divertimento, allora non saremmo tanto propensi a giustificare la legge del più forte.
Allora non bisognerebbe uccidere neppure le zanzare
Il diritto alla vita di un animale non dipende dalla sua dimensione fisica, altrimenti un elefante avrebbe più diritto di un uomo ad essere rispettato: è la vita che dà valore ad ogni essere vivente.
Nell’universo c’è posto per tutti
E’ meglio evitare di essere molestati che dover uccidere un qualunque animale.
Ma anche se è impossibile vivere senza nuocere ai più minuti esseri viventi, l’importante è cercare di fare il minor male possibile.
Esiste una scala di valori che la nostra coscienza ci impone di rispettare; la capacità di condivisione dipende dal livello spirituale di ognuno.
C’è chi percepisce solo la propria condizione, chi anche quella dei suoi famigliari, parenti e amici e chi oltre a questi condivide anche la condizione dell’universo non umano.
La nostra filosofia di vita, la nostra etica vegan, ci porta gradualmente ad escludere anche la pianta nella nostra nutrizione e nutrirci dei frutti della stessa, e questo non è affatto difficile farlo: oltre tutti i frutti succosi e commestibili degli alberi, noi vegan cerchiamo di consumare pomodori, melanzane, zucchine, peperoni, carciofi ecc., tutti i semi, tutti i cereali e tutte le leguminose.
Ma c’è chi ci accusa che anche mangiare i frutti si causa violenza alla pianta, che è come volere paragonare il taglio di capelli all’uccisione di un uomo, o le bombe alle parolacce.
“… Se fin da piccolo hai avuto la fortuna di avvicinarti non solo al cane o al gatto di casa ma anche a pulcini, conigli mucche, cavalli, maiali o ad altri animali di campagna, avrai sentito immediatamente il calore del loro respiro, il loro modo tutto particolare di essere vivi e di provare emozioni, ognuno a modo suo, unico e diverso da tutti gli altri… proprio come te o me!”
da “Indovina chi c’è nel piatto? Ecco perché non mangiamo gli animali!” di #RubyRoth.