“Subito all’inizio della Genesi è scritto che Dio creò l’uomo per affidargli il dominio sugli uccelli, i pesci e gli animali. Naturalmente la Genesi è stata redatta da un uomo, non da un cavallo”

(Milan Kundera)

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NON E’ UNA MODA ESSERE VEGAN

di Franco Libero Manco

Se scegliere di essere vegan fosse una moda degli ultimi tempi sarebbe destinata a passare come tutte le mode.

Credo invece che appartenga alla fase più responsabile ed evoluta del pensiero, della coscienza e della civiltà umana e come tale sicuramente espanderà la sua vitale e benefica adesione ad un pubblico sempre più vasto.

La Rivoluzione francese, il Rinascimento o il Risorgimento sono forse stati il frutto di spinte socio-culturali-spirituali estinte dopo gli effetti sperati?

E’ forse stato lo schiavismo, il patibolo pubblico, il patriarcato, la cessazione degli spettacoli cruenti e tutte le discriminazioni mode del momento?

Allo stesso modo essere vegan è la tendenza naturale verso l’evoluzione morale, civile e spirituale della specie umana; un’esigenza protesa verso l’etica universale in cui l’essere umano diviene sempre più consapevole dell’imprescindibile valorizzazione e interazione armonica con tutti gli esseri viventi e responsabilmente tutela il miracolo della vita in tutte le sue espressioni.

Chi rifiuta a priori il sistema vegan ha solo paura di rinunciare alla bistecca 

Parlare di veganismo ai mangiatori di animali ci si rende antipatici

E NON SIAMO NEPPURE UNA SETTA

Chi non intende neppure farsi sfiorare dalla cultura vegan considera i vegani una specie di setta dalla quale stare alla larga, magari per non correre il rischio di essere convinti a rinunciare ai “piaceri” (crudeli) dello stomaco.

Probabilmente costoro non hanno mai aperto un libro di scienza dell’alimentazione, di anatomia comparata o di etica universale

Non hanno mai letto il pensiero dei Grandi che raccomandavano, e raccomandano, di astenersi dai carnami perché rendono la nostra natura pesante, materiale, aggressiva; perchè  abbassano i livelli dei chakra e impediscono le vette dello spirito…

In genere alla guida delle sette ci sono sempre guru che dettano le regole alle quali gli adepti devono attenersi, con effetti anche pesanti nell’eventuale violazione delle stesse

La filosofia vegan è agli antipodi: è tutta protesa alla liberazione personale da ogni condizionamento mentale attraverso il pensiero critico e ritiene la conoscenza, la sensibilità del cuore, la compassione, la non violenza, la non prevaricazione, il  rispetto supremo delle diversità come la condizione imprescindibile per la realizzazione di se stessi e il bene comune.

L'immagine può contenere: cielo, spazio all'aperto e natura

La questione non è disquisire sulle ragioni per le quali sempre più individui scelgano di non nutrirsi di animali e di rifuggire ogni tipo di sfruttamento. Il punto centrale è, semmai, un altro. Come si può coniugare il verbo “amare”, declinarlo solo verso alcuni animali e, nel contempo, ridurre tutti gli altri alla stregua di oggetti animati (“macchine” per dirla alla Cartesio) tanto da considerarli cibo? Questo approccio in alcun modo può essere accostato al principio assoluto ed indifferenziato, fondante e motore di ogni cosa che è l’Amore (tutt’uno con l’Armonia Universale), giacché si tratta più semplicemente di “affezione” (dal latino <affectio-onis> e derivazione di <afficere>: affetto, attaccamento, passione, moto dell’anima). L’affetto provato soltanto verso alcune specie ha come suo presupposto la concezione antropocentrica; pertanto si colloca all’interno del perimetro dello specismo. L’etica non si sposa in nessuna misura con istanze di stampo specista. Sostenere il contrario sarebbe ed è un grave errore, perché equivarrebbe a suffragare una contraddizione in termini. Sarebbe come, per esempio, accusare i cinesi di essere dei mostri perché mangiano cani (per noi animali d’affezione per eccellenza insieme ai gatti) e trovare assolutamente naturale e legittimo (in breve, giusto) banchettare con carne di vitello, maiale, agnello, coniglio, pollame, pesce, selvaggina ecc. La contraddizione è evidente, eppure non pare così immediatamente chiara a tutti coloro che si autodefiniscono animalisti. Gli occhi di tutti gli Animali parlano un linguaggio insondabile, ma immediato ed inequivocabile a qualunque latitudine. L’uomo è l’unica specie animale che comunica mediante un linguaggio artificioso e convenzionale (suscettibile di interpretazioni e di spiegazioni), perché i suoi sguardi non sanno più esprimersi attraverso i silenzi. Anche in questo gli Esseri Senzienti Non Umani sono migliori di noi e ad uno livello evolutivo decisamente più avanzato del nostro.

Il Nostro Canto Libero ~

NON E’ UNA MODA ESSERE VEGAN